E.P.ART Festival: con il M.A.U.Mi. nasce il primo Museo di Arte Urbana sulle Migrazioni
Giunge alla terza edizione il progetto E.P.ART Fest, promosso e curato da Ecomuseo Casilino e vincitore del “Creative Living Lab-Edizione3” Avviso pubblico “Estate Romana 2020 -2021 – 2022” curato dal Dipartimento Attività culturali del MIC in collaborazione con SIAE, con l’obiettivo di creare processi di musealizzazione diffondendolo nella periferia est della Capitale sfruttando le realizzazione di opere di street art.
L’Ecomuseo Casilino con questa nuova edizione del Festival porta a compimento una sperimentazione molto particolare e unica nel suo genere, realizzando ciò che è alla base del progetto: “innescare musei per curare territori”, grazie al sostegno pubblico per la rigenerazione degli spazi urbani utilizzando il dispositivo museale.
L’idea è infatti quella di concretizzare, rendere tangibile l’idea di museo inteso come uno spazio interamente dedicato alla bellezza, all’ispirazione, alla ricerca, per poter migliorare e arricchire i territori, valorizzandoli attraverso, come dichiarato dal presidente di Ecomuseo Casilino, Claudio Gnessi «il rafforzamento della relazione tra immaginario condiviso e spazio pubblico».
Lo spazio museale sorgerà all’interno del giardino del complesso di Casa Scalabrini 634, una casa di accoglienza sperimentale per richiedenti asilo e rifugiati, che dopo il primo periodo nei centri d’accoglienza, possono tentare un percorso che li conduca all’autonomia. Qui attraverso un percorso costituito da 10 opere, si narrerà la storia delle migrazioni di Roma, incentrandolo sulla zona est e E.P.ART, contribuirà all’evento con 4 opere d’arte.
Il 17 giugno infatti in occasione dell’anniversario della fondazione della Casa Scalabrini 634, era stato presentato il progetto, susseguito da altri eventi come quello nel contesto del progetto MIP- Il Mondo Periferia, alternati da momenti di confronto con la comunità di cura del progetto e territoriale, grazie a delle esplorazioni urbane dedicate anche ai più piccoli.
Il mese di settembre invece vede la partecipazione di alcuni artisti quali Simone TSO, Daniele Tozzi, Ale Senso e Gio Pistone, selezionati dal Comitato Scientifico dell’Ecomuseo e dalla comunità di cura, i quali hanno realizzato delle opere cercando di interpretare a modo loro la ricerca storica dello CSER relativamente l’evoluzione del fenomeno migratorio nel periodo che va dall’età moderna a quella contemporanea. Per cercare di rendere immersiva l’esperienza, sono state previste delle sessioni di live painting in modo da permettere l’interazione tra artisti, curatori e chiunque desideri parteciparvi: scolaresche, istituzioni, cittadini.
La curatela artistica è stata affidata al team rosa MuriLab, nota nel panorama romano per aver curato numerosi progetti e per il suo impegno nella promozione e valorizzazione dell’arte pubblica.
Il 27 settembre, in occasione dell’esposizione degli esiti progettuali, presso il M.A.U.Mi, l’autrice Stefania Ficacci presenterà il suo libro “Roma oltre le mura”, che illustra e aiuta il pubblico/lettore a inquadrare il territorio in cui si trova in museo, dal punto di vista storico territoriale. Seguirà la presentazione delle quattro opere di E.P.ART donate al progetto, con una spiegazione a cura di MuriLab.
L’ultimo appuntamento sarà il 30 settembre con la presentazione del libro curato da Claudio Gnessi “M.A.U.Mi VOL.1- Genesi del primo Museo di Arte Urbana sulle Migrazioni” presso i locali di Fortezza Est. L’evento sarà l’occasione per fare, insieme alla comunità di cura e la più estesa comunità territoriale, un bilancio della progettualità sviluppata grazie ad E.P.ART e disegnare gli sviluppi futuri di M.A.U.Mi.
L’essere riusciti a coniugare il progetto E.P.ART, ispirato alla Convenzione di Faro che prevede il coinvolgimento della comunità locale e il progetto M.A.U.Mi rappresenta per Ecomuseo Casilino, la chiusura quasi fisiologica di un cerchio progettuale probabilmente inedito per la Capitale.
Gianfranco Cannarozzo