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Emilio del Giudice uno dei più grandi fisici italiani

Emilio del Giudice dalla fisica nucleare alla biochimica dei corpi viventi

Raffaele Panico

Emilio Del Giudice, a differenza di Antimo Negri l’ho conosciuto con i mezzi propri della comunicazione di questo nuovo secolo. Il desktop del computer collegato alla rete internet. Antimo Negri l’ho conosciuto a Roma, tra l’autunno del 2002 e la primavera del 2005, e molto mi ha insegnato attraverso un suo libro in particolare che gli avevo ricordato sulla futurologia e su questo tema gli chiesi così di incontralo.  Conversare di futurologia un tema caro a un “Napolitano oriundo” in quanto il futuro appartiene agli Dei o a Dio. Nella lingua napolitana il tempo futuro dei verbi a ben rifletterci è eluso e sostituito da altre forme verbali. Una scienza del futuro per una volontà a ricercare scelte progressive contro l’approssimazione del presente e le false predizioni di chi si occupa della cosa pubblica, o della politica non come produzione di futuro, ma a proprio uso e consumo. Adulterazione, frode e indebita appropriazione del tempo dell’uomo e della sua felicità. Quindi è con il futuro e per il futuro che rivolgiamo lo sguardo all’avvenire. Dalla conversazione alle recensioni su saggi e pubblicazioni dietro rigorosi consigli e indirizzi mi attenevo quasi con scrupolo militare. I libri, le conferenze i convegni… premessa questa perché, come detto, a differenza di Antimo Negri, Del Giudice l’ho conosciuto solo ascoltando le sue video-conferenze viste on-line dal 2012 in poi. Emilio Del Giudice era un “Napolitano”, preferibile alla dizione “Napoletano verace”.

La forma esatta della cultura di Napoli e la sua cittadinità (un francesismo che esiste nella lingua italiana di recente) non è infatti napoletana, per l’orgoglio di una ex capitale di primo piano in Europa. Napoletano era il Regno nel suo insieme. Si consideri come è titolato il dizionario della Lingua italiana spesso detta Toscano-Napolitana.

     

La premessa su Napoli e il termine “Napolitano” è un dovere per la piacevole dialettica e discorrere con metafore e immagini e miti caratteristici della Napolitaneità. Del Giudice è stato capace di far apparire la rivoluzione quantistica della fisica contemporanea con semplicità ed enorme consistenza, e avverto, anche nella storia delle cose umane. E qui vorrei avere una maggiore e robusta formazione ed educazione per potermi avventurare e camminare e riallacciare anche ad un altro “Napolitano” Giovan Battista Vico…. Ma non posso, non ne ho diciamo possibilità. Allora per suggerire una lettura del pensiero di Del Giudice mi riferisco alle sue metafore ricorrenti e ritornanti: il gatto, e o l’automobile e il livello energetico e la reazione all’inerzia, in un corpo animato o inanimato; il superamento del principio di Galileo Galilei sull’isolamento dei corpi, che si rivela nell’intreccio non scindibile di un tutto primordiale nell’universo alla sua nascita, il vuoto che non è vuoto e altre metafore di semplice quotidiana spiegazione. Una ad esempio, fa riferimento al mare, e ad una vicenda della Roma antica. Entrati in possesso di una nave integra dei cartaginesi, i Romani da buoni europei se la smontano pezzo pezzo, ne catalogano ogni singolo pezzettino, ne riproducono in serie un numero congruo per raggiungere le coste della contesa Sicilia e affrontare in mare aperto la flotta di Cartagine. E si avventurano in mare. Bene! Cosa avviene a poche decine di chilometri dalle coste laziali? Non avevano considerato un solo particolare, il moto del mare durante la tempesta, ancora non conoscevano la forza nascosta e non presa in esame pur nonostante il loro mirabile eccellente lavoro di ingegneria navale e perdono tutta la flotta colata a picco. Avevano operato con una visione classica riduzionistica che non aveva concepito tutti gli strumenti per muoversi oltre al moto rettilineo uniforme. Allo stesso modo la ricerca scientifica nell’universo cosmico e infinitamente piccolo, e la navigazione nel cosmo, la cosmonautica, dovranno tener presente che il vuoto non esiste, sussiste un intreccio quantistico e dei processi sincronici ad esso collegati.

Foto dal sito   https://archivio.lucapoma.info/

La fisica classica, materialistica e riduzionistica, propria dell’800, entrava in conflitto con gli esperimenti sull’atomo inizi del 900. E Del Giudice per divulgare con estrema facilità questa teoria, da buon “Napolitano” faceva ricorso alla metafora dell’Alpino classico e dell’Alpino quantistico.  La Teoria Quantistica dei Campi, nello spazio e nel tempo, tutto è in oscillazione, e permette in certe condizioni la “risonanza” con altri campi. La risonanza a sua volta produce una sorta di eccitazione ed interferenza in un’armonia cosmica. Ecco lo stato dell’arte tra fisica nucleare e “cose umane” come l’esempio della Firenze del ‘400 dove tra Umanesimo e Rinascimento apparvero una – oserei dire- “via Lattea” di grandi uomini e donne, potenza di pensiero che si propaga all’Italia e all’Europa per risonanza. “Nella Firenze di quel tempo anche i cretini entravano in risonanza” e come un’orchestra dove tutti gli strumenti anche i più grezzi oscillavano in risonanza armonica.

Sono dei paradigmi fondamentali che consentono alla ricerca storica di intrecciare i dati e i pensatori solo per citarne alcuni Gibbon, Spengler, Toynbee, Burckhardt, Evola, senza fare torto a molti altri qui non citati. La storia è una multi-disciplina. La Storia di per sé è una super scienza che deve sapere tutto e di tutti, di un dato spazio-tempo dalle condizioni del clima, ai terreni, le tecniche il credo e le superstizioni, gli alimenti e i rapporti sociali e le inclinazioni sessuali il costituire di famiglie e in che rapporti tra le generazioni e la lista è lunga. E le società umane e le civiltà e le interconnessioni tra loro, le sopraffazioni e i vinti e i vincitori, la solidarietà quando appare, il singolo individuo che trascina la grande storia, il genio, la massa amorfa degli individui umani, gli urti casuali e quelli provocati, la sfida-risposta tra la società e il suo ambiente e tra società o nazioni in guerra tra loro. E alla fine inesorabile il bilancio risulta nella soluzione della legge dei più forti, l’ineluttabile principio della selezione naturale. Infine per stimolare una ricerca e la visione delle sue lezioni in video conferenze di Del Giudice da “Napolitano oriundo” voglio ricordare la dinamica dell’acqua nei corpi viventi e la presenza della molecola di H2O che è pari al 99% nel corpo del vivente in peso molare. E la stessa singola molecola d’acqua che in miliardesimi di milligrammi pesa così poco rispetto alle altre di cui è composto un organismo vivente, come il carbonio o il calcio ed altre, è una molecola di facili costumi, come diciamo a Napoli. Ossia è facile a relazioni sessuali (si considerino le letterarie affinità elettive di Goethe), cioè le molecole d’acqua possono essere poligame o monogame e in relazione alle loro scelte possono attivare alcuni processi biochimici o altri del tutto differenti e inaspettati.

Le molecole in un corpo vivente trovano la strada più breve e veloce durante una reazione biologica. Sono poligame e promiscue. Se le molecole di acqua non hanno indicazioni specifiche se la fanno col primo che capita. Così il pianeta Terra composto in maggioranza di acqua ha prodotto in ogni era geologica, prima e dopo i dinosauri sempre tutte le specie più varie e compatibili nella catena biologica e nella lotta della sopravvivenza. Da qui la necessità di darsi leggi e codici di comportamento dalla biochimica alla storia delle cose umane. Dalla creazione poligama alla istituzione monogama! L’energia e il campo elettrico sono fondamentali per la comprensione della realtà, tanto nel microcosmo quanto nel macrocosmo. Un senso di occulta esoterica presenza, se non erro nel rapporto tra reazioni biochimiche e azioni elettromagnetiche presenti nel singolo individuo, possono fare la differenza tra decorso della malattia o guarigione, a parità di chimica presente e elemento farmacologico somministrato. Per tornare ai secoli a confronto è come la comunicazione nel Novecento, quando avveniva solo per carta stampata, giornali, lettere e anche fax, poi verso la fine del secolo e in questo Nostro la comunicazione si avvale anche di onde radio, elettromagnetiche, con cellulari, con computer e posta elettronica, video conferenze e altre applicazioni.  

https://www.youtube.com/watch?v=0MAPKRB8qno

 

 

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