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ENPAP siglato Protocollo d’intesa sostegno dei minori e dei contesti familiari più fragili

La pandemia da Covid-19 ha allargato il divario sociale, mettendo i contesti familiari più fragili di fronte a difficoltà insormontabili. I bambini appartenenti a queste realtà sono quindi sovra esposti a stress ancora più intensi, anche per il venir meno delle reti educative strutturate. ENPAP e l’impresa sociale “Con i Bambini” firmano un documento per contrastare la povertà educativa minorile grazie al contributo della Psicologia Professionale

R.P.

 Roma, 9 luglio 2020 – ENPAP (l’Ente di Previdenza ed Assistenza per gli Psicologi) e l’impresa sociale “Con i Bambini” siglano un Protocollo d’Intesa con cui si impegnano a collaborare, in particolare nelle prossime fasi di uscita dall’emergenza sociale e sanitaria legata alla pandemia da Covid-19, con l’obiettivo di attivare interventi psicosociali per i minori, finalizzati alla prevenzione e al contrasto della povertà educativa minorile.

“Con i Bambini” è una società senza scopo di lucro interamente partecipata dalla Fondazione CON IL SUD ed è nata nel 2016 per attuare i programmi del “Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile”. Il Fondo, istituito da un accordo tra Fondazioni di origine bancaria, Forum Terzo Settore e Governo, stanzia circa 80 milioni di euro l’anno per sostenere interventi – ad oggi sono stati finanziati 355 progetti in tutta Italia – finalizzati al contrasto della povertà educativa minorile, coinvolgendo un numero significativo di Psicologi per le attività a sostegno dei minori e delle famiglie. ENPAP, a sua volta, è impegnato a valorizzare l’apporto che la Psicologia professionale può dare al rilancio del Paese, in particolare in questa complessa fase post pandemica.

Nel Protocollo sottoscritto si rileva, infatti, che le applicazioni della Psicologia scientifica che si rifanno alla cosiddetta “Psicologia di Comunità” sono particolarmente adatte nella costruzione e gestione degli interventi di contrasto alla povertà educativa minorile e vanno maggiormente valorizzate in questo complesso momento di transizione.

Questa fase di persistente rischio epidemico implica, infatti, situazioni fortemente stressanti, collegate alle ricadute della fase emergenziale e riferibili genericamente alla perdita dei riferimenti sociali consueti e delle routine quotidiane. Per alcune tipologie di persone e di contesti sociali fragili, queste situazioni possono facilmente superare la capacità di fronteggiare le difficoltà, rendendo necessari interventi a sostegno delle persone a rischio di povertà e di marginalizzazione sociale, sanitaria ed economica. In particolare, i bambini appartenenti a realtà familiari a rischio appaiono sovraesposti a stress particolarmente intensi anche per il venir meno delle reti educative strutturate ed è essenziale attivare rapidamente, per loro e le loro famiglie, servizi di Psicologia professionale che siano in grado di realizzare trattamenti psicosociali efficaci.

Tutti gli studi sono infatti concordi nel ritenere ampiamente probabili, in particolare per le categorie di persone a rischio, sequele psicologiche, sociali ed economiche gravi degli stravolgimenti legati alla crisi da Covid-19 e solo una presa in carico tempestiva delle diverse situazioni di fragilità può consentire di evitare il cronicizzarsi del disagio e l’attivarsi del circuito vizioso della povertà ingravescente.

«La Psicologia di Comunità fornisce tutti gli strumenti di comprensione e d’intervento per fare prevenzione, in campo psicologico e sociale, a contrasto della povertà. Mettere queste competenze al servizio del Paese in questo momento, soprattutto nei contesti in cui vecchie e nuove fragilità rendono più probabile lo scivolamento nella povertà educativa minorile, è assolutamente necessario. Dobbiamo agire in modo tempestivo, prima che la situazione si cronicizzi e “Con i Bambini”, per mission e sensibilità, è il partner più adatto per veicolare questa necessità anche verso l’opinione pubblica», sottolinea Felice Damiano

Torricelli, Presidente di ENPAP. «La Psicologia professionale, e nello specifico l’insieme di conoscenze e competenze afferenti alla branca della Psicologia di Comunità, non solo può contrastare il fenomeno, ma può agire con una prospettiva di empowerment».

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