Epidemie e Pandemie degli ultimi 100 anni
Dalla Spagnola al COVID-19, 102 anni di influenze aggressive.
Per i nuovi virus paura di una Peste Nera
Per migliaia di anni la Lebbra e la Peste hanno sconvolto il genere umano nel tormento e in abissali dimensioni di sconforto a tratti apocalittico. Documenti del passato hanno descritto la vita dei lazzaretti, paure e fobie dei contagiati rivolti alla morte certa, le sofferenze, e hanno spesso narrato le violente procedure degli enti di potere medievali che isolavano in luoghi deserti i moribondi, gente che aspettava unicamente la morte.
Dalla fine della Grande Guerra, l’Influenza Spagnola fu la prima pandemia influenzale a rimarcare la tanto deprecata morte nera della peste. Da qui in poi non sono mancati per tutto il 900 e oltre nuove influenze aggressive, in grado di provocare morte sia in situazioni particolarmente aggravate per patologie che tra giovani e vecchi. Nuovi virus fanno comparse sulla Terra e molte volte gli animali sono portatori sani tra l’uomo e la nuova malattia.
Nel 1918 la Spagnola (H1N1), La prima grande influenza del ventesimo secolo, un virus completamente nuovo per il genere umano che ha causato dai 50 ai 100 milioni di morti. Un ceppo insolitamente violento. Circa un terzo della popolazione mondiale fu contagiata. Il numero dei morti fu talmente alto da ripercorrere nell’immaginario umano il terrore della Pesta Nera medievale, come un vero e proprio olocausto medico, causando morti in giovani con età inferiore ai 65 anni. Per anni il virus ha continuato a sopravvivere nei maiali, fino all’epidemia del 1947 e all’influenza Russa del 1977.
1947 Pseudo Pandemia, Epidemia Influenza A Prime (H1N1). Diffusasi alla fine del 1946 tra Giappone e Corea, l’A Prime raggiunse la totalità del mondo, ma sebbene fosse dello stesso ceppo della Spagnola, sia per il fatto che vennero contagiati in pochi che per il fatto che produsse pochi morti fu considerata un’epidemia e non una pandemia.
1957 L’Asiatica (H2N2), un virus differente che rispondeva in altro modo rispetto ai virus dello stesso ceppo della spagnola, un virus che dopo 11 anni si evolse a Hong Kong, generato da una mutazione delle anatre, che si combinò con un virus che attaccava l’uomo. Nato nella provincia Cinese di Guizhou, si sviluppò poi nel mondo creando da un milione a 4 milioni di morti, dati non certi. Prima grande pandemia di aviaria. 1968 Influenza Hong Kong (H3N2): evoluzione dello stesso ceppo dell’Asiatica, si sviluppò al livello globale e quindi fu una vera e propria pandemia, provocò un numero circoscritto di morti che in Italia arrivarono a 20 mila. Circa 500 milioni di persone furono contagiate con un numero di decessi relativamente basso ad esempio negli USA su 50 milioni di contagiati ne morirono 33 mila.
1977 Epidemia influenza Russa (H1N1), si diffuse nel Maggio è fu detta Russa anche se iniziò nel Nord Est della Cina, zona confinante con la Russia. Attaccò parecchio i giovani.
Di natura diversa i coronavirus che iniziarono a svilupparsi come epidemia nel 2002 come la Sars: 8096 casi con 774 decessi.
Influenza A (H1N1), Influenza Suina. Nata in Messico nel 2009, arrivò in 80 paesi. Impressionò molto, non tanto per gli ipotetici danni, bassi, ma per l’alta carica virale del virus e per il fatto che se il virus fosse entrato in contatto con altri di aviaria o influenze stagionali si sarebbe potuto evolvere in qualcosa di molto pericoloso.
Nel 2014 si sviluppò in Africa l’epidemia di febbre emorragica Ebola. La più pericolosa in percentuale di deceduti: 25.826 casi in tutto, con un tasso di mortalità molto alto che ha comportato 10.704 morti. Il focolaio iniziale si sviluppò in Guinea, nel Febbraio2014, quindi giunse a toccare anche Liberia, Sierra Leone, Nigeria, Mali e Senegal. Molti paesi occidentali hanno ospitato e curato con misure di isolamento molti casi singoli. Sempre nel 2014 la MERS, poco virale per un coronavirus ma parecchio mortale, contenuto come l’ebola nel focolaio e zone limitrofe, nella penisola araba, dove su 842 contagiati ci furono 322 morti.
Fino al 2020 con l’attuale COVID-19 ancora in corso con dati in movimento, anche se può emergere il fattore pandemico per essere un coronavirus.
L’influenza suina potrebbe in futuro quindi mischiarsi con altre e diventare un virus nuovo, incontenibile e aggressivo e potrebbe estendersi a macchia d’olio in tutto il mondo. Forse l’unica paura del domani sono questi virus nuovi, che non si conoscono. La paura di una nuova peste nera.
om Enrico Paniccia