“Figli come noi” nel “Cinema indipendente d’Autore”
Cinque storie, cinque vite e più spezzate dalle mani di qualcuno:
…. chi è Stato?
di CRISTIAN ARNI
Lunedì 9 Aprile l’appuntamento è alle 20.30 con la proiezione del film “Figli come noi” presso il cso il Faro a seguire incontro dibattito con il Regista e ACAD.
“Figli come noi” è un film impegnato come non se ne vedeva da tempo, non è puro divertisment, non è finzione, è tutto vero come recitano le scritte nell’incipit: “Questo film è ispirato a fatti realmente accaduti ogni riferimento a cose e persone realmente esistite non è affatto casuale”. Un film impegnato è un film che lascia poco al caso, ma non è comunque un Documentario, “Figli come noi” è un film che parla di cose realmente accadute!
La regia di Rosso Fiorentino, al secolo Paolo Badali, è attenta e scrupolosa, come la sceneggiatura che porta sempre la sua firma; si vede che conosce la materia, che non è andato pescando meramente tra i fatti di cronaca e si percepisce un lavoro meticoloso ed accurato pre- scrittura che ha richiesto tempo.
Figli come noi è un film crudo, come può essere talvolta la vita o meglio, le vite, quelle spezzate raccontate da Rosso Fiorentino che incontra prima sugli atti processuali e poi sul set: Katiuscia Favero, Stefano Cucchi, Giuseppe Uva e Alberto Bigioggero, Federico Aldovrandi, gli anarchici Sole e Baleno, facendoli rivivere per un momento nello spazio/tempo filmico, che è sempre un tempo ellittico, e farli conoscere a chi li ha: rimossi, dimenticati, mai conosciuti nonostante siano state scritte pagine di cronaca nera con il sangue rosso e vivo di questi ragazzi la cui colpa era…già, qual’era la loro colpa per morire in quei modi, morti ammazzati, per mano di chi dovrebbe garantire e tutelare la sicurezza pubblica?!
Questa forse è la domanda, non tanto l’accusa, che il film mette sotto l’occhio dello spettatore, per rintracciare la o le risposte accettando di smarrirsi nell’indagare tra le zone d’ombra della burocrazia e della Legge prima, visitando i foschi ed oscuri meandri della mente umana contemporaneamente. In questo la bravura dello sceneggiatore/regista che ha mantenuto un occhio analitico lucido, facile da appannarsi di lacrime amare, da deglutire pesantemente, come un pugno nello stomaco, Figli come noi è un pugno nello stomaco che non si pasce del consolatorio corso di una giustizia sommaria, nella speranza che venga fatta chiarezza.
Bravi gli attori ad immedesimarsi in situazioni e ruoli così difficili, belle le location che evocano tutto il senso di fredda lucidità di reati se non addirittura premeditati, per lo meno lucidi ed efferati; un lavoro d’insieme, corale e d’ensemble pur se i vari protagonisti tra loro non si sono mai visti sul Set, tranne nell’ultima scena d’impatto psicologico molto forte ma allo stesso tempo lucido mai lamentoso, si sarebbe potuto scadere nel patetico e lacrimevole invece no, il film mantiene piena la dignità che meritano le vittime, non è facile per una produzione Indie affrontare cosi coraggiosamente un progetto tanto impegnativo sotto tutti i punti di vista.
Successivamente la proiezione del film seguirà il dibattito con il Regista e ACAD, Associazione contro gli abusi in divisa.