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FORMAZIONE E SCUOLA OGGI, prendendo spunto da Galli della Loggia

I Ministri della Pubblica Istruzione:
dai Giganti ai Nani, ovvero dalle Stelle alle Stalle

un sintetico ma esaustivo “excursus”
a cura del Sen. RICCARDO PEDRIZZI

Nei giorni scorsi Galli della Loggia ha commentato su “Il Corriere della Sera” la proposta del Ministro della Pubblica Istruzione Lucia Azzolina di far svolgere gli esami di maturità solo con un colloquio orale.  Proposte del genere rappresentano vere e proprie sanatorie e sono il frutto, oltre che dell’ignoranza del singolo, della “bassa caratura che ha contraddistinto gli ultimi ministri ed in particolare quello attuale, di cui non voglio fare commenti”.
A leggere l’editorialista del “Corriere” ed ascoltandolo in Tv mi è sembrato subito che avesse ragione, ma mi sono voluto documentare, per dare un giudizio fondato e non politico, andando a vedere il curriculum di questa (gradevole nell’aspetto, naturalmente, tanto da aver ricevuto tanti apprezzamenti nei social) signora. 
Ed inoltre, per poter effettuare un parallelo tra questo ministro ed i suoi predecessori e per sostenere (così asserito da Galli della Loggia) di “come siamo caduti in basso”,  ho voluto ripercorrere la storia del ministero dell’istruzione, o della cultura nazionale come si chiamava un tempo. Vediamo cosa ne è venuto fuori.

Lucia Azzolina, la ministra “copiona”, non sgradita ai renziani, sostenitrice della riforma della Buona Scuola, poi arruolata dai grillini, è diplomata al liceo scientifico Leonardo Da Vinci di Floridia, laurea triennale a Catania, magistrale in storia della filosofia, prof. nei licei di La Spezia e Sarzana, dopodiché si specializza nell’insegnamento del sostegno a Pisa. Nel 2013 prende anche la laurea in Giurisprudenza all’Università di Pavia, poi svolge la pratica forense, occupandosi di diritto scolastico. A maggio 2019 diventa dirigente scolastico dopo aver superato il concorso. Fa carriera nel sindacato della scuola.
Lo scorso anno il quotidiano “Repubblica” ha scoperto che la Azzolima ha copiato ampi stralci della sua tesina finale consegnata dopo il tirocinio per l’abilitazione all’insegnamento, prodotto per la Scuola di specializzazione per l’insegnamento secondario della Toscana (SSIS), frequentata a Pisa fra il 2008 e il 2009. Un migliaio le pagine copiate, secondo “Repubblica”. 
Prima di lei, peggio solo Valeria Fedeli, ex sindacalista della Cgil, ministro “senza laurea”, che aveva dichiarato di essere “laureata in Scienze Sociali”, in realtà aveva solo il diploma alla Scuola per Assistenti sociali Unsas di Milano. Tanto basta, a far impallidire l’attuale ministro, al paragone con gli altri Ministri dell’Istruzione, sopratutto riguardo a Benedetto Croce e Giovanni Gentile, filosofi di respiro storico e internazionale.
Nel secondo dopoguerra al ministero abbiamo avuto Antonio Segni, giurista di fama, prof in università prestigiose, Magnifico Rettore a Sassari, tanto per citarne subito qualcuno. Aldo Moro, anch’egli fine giurista e statista martire delle Br; Giuseppe Medici, illustre economista, titolare di cattedra di Politica Economica e Finanziaria alla facoltà di Scienze Politiche dell’Università di Roma e presidente dell’Accademia nazionale di agricoltura. Riccardo Misasi, oltre che docente di fama, ha prima fondato e poi diretta una università in Calabria; Oscar Luigi Scalfaro, poi diventato Presidente della Repubblica; Franco Maria Malfatti, che fu anche presidente della Ue; Giovanni Spadolini studioso che si era formato sulle riviste fasciste; l’attuale capo dello Stato Sergio Mattarella, e il massimo linguista italiano Tullio De Mauro

Benedetto Croce fu ministro della Pubblica Istruzione nel quinto governo Giolitti (1921), è considerato tra i maggiori protagonisti della cultura italiana ed europea della prima metà del XX secolo. Nel mondo anglosassone è riconosciuto, al pari di pensatori come Karl Popper, come uno dei più eminenti teorici del liberalismo europeo. Forse, se avesse assistito alle perfomance e avesse letto il curriculum della Azzolina, avrebbe utilizzato una delle sue frasi più conosciute per esprimere la propria incredulità, “Non è vero, ma ci credo…”. Purtroppo.
Giovanni Gentile, filosofo neoidealista di fama mondiale, fu nominato da Mussolini ministro della Pubblica Istruzione nel 1922, attuando nel 1923 la riforma Gentile, fortemente innovativa rispetto alla precedente riforma cosiddetta “Casati” di sessant’anni prima. Una riforma, quella di Gentile, considerata la migliore della storia italiana da tutti gli esperti di tutti gli orientamenti politici e culturali. Fu Presidente dell’Accademia d’Italia e Direttore Scientifico dell’Enciclopedia Italiana, la celebre Treccani.

Guido Gonella, che conobbi personalmente, fu ministro della Pubblica Istruzione dal 13 luglio 1946 al 16 luglio 1951. Filosofo e giurista, parlamentare della Dc, cattolico di provata fede, ma laico nell’esercizio della sua attività politica, fu grande amico di Alcide De Gasperi, nonché consigliere di Paolo VI, fu anche il primo presidente dell’Ordine dei Giornalisti.
Giovanni Spadolini a soli 25 anni era già professore (senza mai essere stato assistente) di Storia Contemporanea all’Università degli studi di Firenze, incarico che manterrà fino al 1970, anche durante il periodo in cui sarà direttore (senza essere mai stato redattore) del quotidiano bolognese “Il Resto del Carlino” (1955-68) e de “Il Corriere della Sera” (1968-72). Nel 1972 inizia la carriera politica: eletto nelle liste del Partito Repubblicano Italiano (Pri), fu seguace di Giorgio La Malfa, ministro della Pubblica Istruzione nel 1979, presidente del Consiglio e presidente del Senato. Scrisse una montagna di libri e mai una tesina copiata. Si formò nel salotto letterario del grande scrittore cattolico Giovanni Papini e nell’ambiente di suo genero Borzacchini; collaborando al settimanale “Italia e civiltà” durante la Repubblica Sociale Italiana.
Salvatire Valitutti nel 1938 conseguì la libera docenza in Storia delle dottrine politiche alla Facoltà di Scienze politiche di Perugia, e nello stesso anno, poco più che trentenne, fu nominato, Provveditore agli Studi di Mantova, ed è stato il più giovane provveditore italiano. Nel 1979, privo di incarichi parlamentari, fu nominato ministro della Pubblica Istruzione nel I Governo Cossiga. Pur rimanendo nell’incarico pochi mesi (dall’agosto del 1979 all’aprile successivo), riuscì a riordinare il sistema universitario e avviò la revisione dei cosiddetti decreti delegati. Con Valitutti ho avuto il privilegio di scambiare una ricca corrispondenza che prima o poi dovrò decidermi di dare alle stampe.

Gaetano Martino fu Rettore all’Università di Messina, prima di diventare titolare di cattedra di Fisiologia umana alla “Sapienza” di Roma, di cui divenne rettore dal 1966 al 1967. Era il padre di Antonio Martino, di cui mi onoro di essere amico, che è stato ministro e deputato di Forza Italia. Come ministro degli Esteri, Gaetano, il 13 novembre 1956, pronunciò il primo discorso di un ministro italiano all’Assemblea ONU.
Gerardo Bianco, enfant prodige del mondo accademico, vinse giovanissimo una borsa di studio presso il Collegio Augustinianum dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, si laureò in lettere classiche e diventò docente, poi deputato in diverse legislature. Uomo di grande cultura prestato alla politica, fu presidente della Dc e tra i fondatori dell’Ulivo; è un punto di riferimento culturale, oltre che politico, del cattolicesimo democratico. Su questo terreno si intrecciano le nostre amichevoli conversazioni. Divenne ministro della Pubblica Istruzione nel luglio del 1990 (fino a marzo del ’91) nel governo Andreotti VI.
Francesco D’Onofrio, laureato in Giurisprudenza a Napoli nel 1962, conseguì il Master of Law nell’Università di Harvard nel 1965, sotto la direzione di Henry Kissinger, con un ‘Paper’ ritenuto meritevole di essere conservato nella biblioteca dell’Università. Professore ordinario di Istituzioni di Diritto Pubblico (s.s.d. IUS/09) presso la Facoltà di Scienze Politiche dell’Università degli studi di Roma “La Sapienza”, fu ministro della Pubblica Istruzione nel primo governo Berlusconi, mi onora della collaborazione alla mia rivista “Intervento nella Società”.
Letizia Moratti, famosa manager italiana, è stata la prima donna a essere nominata presidente della RAI e la prima donna a essere eletta sindaco di Milano. Dall’11 giugno 2001 fino alla fine della XIV Legislatura ha ricoperto la carica di Ministro dell’Istruzione, Università e Ricerca (Governi Berlusconi II e Berlusconi III). Durante il suo mandato come ministro ha elaborato e realizzato una legge di riforma del sistema scolastico italiano, che tra le altre cose ripristinò il voto in condotta e abolì la riforma Berlinguer, altro ministro di livello, varata nel 2000.

Ecco, in questo piccolo excursus, che necessariamente ha dovuto tralasciare altri eminenti personaggi, ho ricapitolato e sintetizzato prestigiosi curricula delle varie personalità al fine di constatare come siamo caduti in basso, dalle stelle alle stalle, dai Giganti ai Nani ed alle Ballerine.

RICCARDO PEDRIZZI
– Editorialista, Giornalista e Saggista,
Direttore Resp. di “Intervento nella Società”

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Riccardo Pedrizzi

Giornalista, saggista, autore di numerosi testi e direttore di importanti periodici.

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