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Galois un genio incompreso

Évariste Galois è vissuto nella Francia dei primi dell’Ottocento nell’epoca della restaurazione post napoleonica, quando tra i giovani era diffusa la tendenza alla libertà e al “forte sentire” dello “Sturm und Drang” tedesco. Erano di moda nei giovani di allora i sapori romantici del romanzo epistolare “I dolori del giovane Werter” di Goethe. Galois nasce nel 1811 e muore nel 1832. Un personaggio unicoconsapevole della propria genialità matematica, coinvolto profondamente dalla passione politica del suo tempo. Un eroe romantico della prima metà dell’800, come altri a quel tempo, che morì poco più che ventenne, in duello, nel 1832.

Eroe romantico

La sua storia tragica e sfortunata, accostata alla genialità e all’attualità delle sue idee, alimenta una vicenda di un fascino immortale che ha suscitato ammirazione e commozione per intere generazioni. A Galois sono stati dedicati almeno un paio di film, numerose biografie e commedie. Anche qualche romanzo si è recentemente ispirato a lui e qualche autore riconosce in Galois un giovane personaggio de “I Miserabili” di Hugo, Gavroche, che partecipa ai disordini parigini del luglio 1832.

Genio incompreso e sfortunato

Egli fu un repubblicano, forse un rivoluzionario, quando in Francia era in corso una forte restaurazione monarchica dopo le vicende napoleoniche.

Geniale matematico che tuttavia non favorisce in nulla la comprensione delle proprie idee: il suo lavoro fondamentale avrà delle vicissitudini grottesche e sfortunate. Basti pensare che fu smarrito fra le carte di Fourier che muore prima di poterlo valutare, disperso fra quelle di Cauchy che forse gli consiglia dei miglioramenti, recensito infine da Poisson e da Lacroix i quali onestamente ammettono di non essere in grado di capirlo. Soltanto dopo tre generazioni di matematici il suo lavoro fu valutato nel suo reale valore.

Un carattere scontroso e difficile

Mediocre studente e indifferente agli obblighi scolastici a Évariste Galois interessava solo la Matematica. All’età di quindici anni legge i lavori dei maggiori matematici del tempo (Lagrange, Gauss, Abel) ma litiga con la commissione esaminatrice dell’Ecole Polytechnique ai cui membri si considerava infinitamente superiore. La sua ammissione viene respinta definitivamente e deve ripiegare sulla meno famosa Ecole Normaledalla quale verrà comunque presto espulso.

La lotta contro l’ingiustizia

Dal padre, sostenitore della Repubblica e sindaco del proprio villaggio nel periodo della restaurazione, e dallo zio paterno (ufficiale napoleonico) prende la passione politica e comincia ad accostarsi al movimento repubblicano. Durante i moti del 1830, tesi a respingere l’intenzione del re Carlo X di abolire la libertà di stampa, ha i primi contrasti con le autorità. Ma non si piega. Al contrario, aumenta la propria posizione radicale e intransigente. 

Passa per motivi politici in prigione quasi tutto l’ultimo anno di vita e poi, appena uscito, a quanto pare cade nel tranello di un duello forse organizzato appositamente per eliminarlo. C’è chi parla dell’amore per una giovane ragazzachi avanza la teoria di un omicidio politico.

La sua commuovente lotta contro il tempo

Alla vigilia del duello, con il presentimento della mortescrive furiosamente alcune lettere, riassume i risultati delle proprie ricerche e annota in margine “Non ho temponon ho tempo…”. E anche, con rimpianto: “Mantenete la mia memoria, perché la sorte non mi ha dato abbastanza vita affinché la patria conosca il mio nome”. Le sue ultime parole pubbliche sono quelle della lettera che scrive all’amico Auguste Chevalier la notte precedente. Ha un lucido presagio della morte e della sua inevitabilità e nella lettera termina affermando: “Pregherai pubblicamente Jacobi o Gauss di dare il loro parere, non sulla verità, ma sull’importanza dei teoremi. Dopo questo ci sarà, spero, qualcuno che troverà il suo profitto a decifrare tutto questo guazzabuglio”.

Il padre dell’algebra moderna

Quella che chiamiamo “algebra moderna“, per distinguerla da quella elementare che si studia a scuola, è un complesso di metodi e regole formali che riguarda non tanto il calcolo delle quantità ma l’analisi delle strutture. Questo cambiamento di prospettiva ha richiesto un centinaio d’anni, fra Otto e Novecento, e ha coinvolto i migliori matematici della storia. L’origine chiara e riconosciuta da tutti di questo fondamentale contributo si trova in un lavoro di Évariste Galois dal titolo “Mémoire sur le conditions de résolubilité des équations par radicaux”scritto, riscritto e rivisto fra il 1830 e il 1832 ma pubblicato solo nel 1846.

La sua grande eredità morale e scientifica

Certamente Galois non intendeva cambiare l’algebra o rifondare alcunché. Del resto, ha avuto una vita molto breve: è morto in duello quando non aveva ancora compiuto ventuno anni e non ne avrebbe avuto materialmente il tempo. La sua “opera completa” non consiste di molte pagine. Essa contiene articoli di rilievo minore, alcuni appunti di difficile decifrazione, chiaramente scritti per se stesso. C’è anche una lunga, appassionata e interessante lettera, scritta a un amico la notte prima del duello nella quale riassume le vicende e il senso dei propri lavori. Un vero testamento scientifico e spiritualeAncora oggi, il nome di Évariste Galois e le sue idee occupano un posto importante nelle ricerche matematiche. Lui stesso sarebbe sorpreso dalla quantità di risultati che si richiamano al suo nome e che riguardano settori completamente diversi da quello delle equazioni algebriche.

Nicola Sparvieri