Gastroenterologia ed endoscopia digestiva: convegno all’Ospedale San Giovanni di Roma
Panoramica sulle nuove tecnologie e i casi clinici. Tavola rotonda sui rischi professionali con la presenza di legislatori, medici e magistrati
Il 18 e il 19 gennaio si è tenuto presso la Sala Folchi dell’ospedale San Giovanni di Roma un convegno medico intitolato: “Ritorno al futuro. Dalle iniziali esperienze alle nuove tecnologie in gastroenterologia ed endoscopia digestiva”.
La manifestazione è stata organizzata dalla UOC Gastroenterologia ed endoscopia digestiva diretta dalla dott.ssa Maria Giovanna Graziani, Responsabile scientifico dell’evento, e ha visto la partecipazione di illustri professionisti del settore. In particolare i partecipanti hanno potuto assistere nella prima parte del convegno all’analisi e alla presentazione medica delle innovazioni tecnologiche nel settore specifico della gastroenterologia ed endoscopia digestiva.
Al termine della seconda giornata dei lavori si è aperta una discussione medico-giuridico che ha visto le relazioni di medici, magistrati e dell’estensore legge che ha innovato in materia di rischi professionali, ovvero l’onorevole Federico Gelli che lasciato il Parlamento è ritornato alla professione medica.
La Legge Gelli è conosciuta anche perché detta le disposizioni in materia di sicurezza delle cure e della persona assistita, nonché in materia di responsabilità professionale degli esercenti le professioni sanitarie.
La legge è entrata in vigore il 1° aprile 2017, con gli obiettivi, di ridurre il contenzioso, civile e penale, avente ad oggetto la responsabilità medica, ma al tempo stesso garantire un più efficace sistema risarcitorio nei confronti del paziente.
Il dibattito è stato moderato dal nostro direttore Antonio Parisi, al tavolo erano presenti: il presidente della Corte dei Conti di Firenze Amedeo Federici, il presidente ANAAO Costantino Troise, il capo della Procura di Salerno Corrado Lembo, l’onorevole Federico Gelli e Fabrizio Ciprani Primo Dirigente Medico della Polizia di Stato.
Di seguito riportiamo alcuni degli interventi dei relatori della tavola rotonda.
Gelli, ha tenuto a precisare che la legge che da lui prende il nome: “è provvedimento quadro, ovvero una legge della Repubblica italiana avente validità sull’intero territorio statale, che contiene i principi fondamentali relativi all’ordinamento di una determinata materia e che in questo caso mette al centro la sicurezza delle cure, diventando così parte integrante del diritto alla salute”.
In effetti questa legge consente a tutti i cittadini il diritto ad avere tutele fondamentali come garanzia per la salute.
La norma prescrive che tale garanzia debba essere assicurata attraverso gli strumenti di prevenzione e gestione del rischio sanitario, in concerto con l’appropriato utilizzo delle risorse a disposizione.
Di estremo valore l’obbligo di trasparenza per le prestazioni sanitarie erogate dalle strutture pubbliche e private, obbligando la direzione sanitaria a fornire in tempi rapidi la documentazione sanitaria relativa al paziente. Viene infine previsto che le medesime strutture sanitarie pubbliche e private debbano pubblicare sul proprio sito Internet i dati relativi ai risarcimenti.
Inoltre c’è necessità di avere le cartelle cliniche in formato digitale perché rappresentano uno strumento valido per verificare l’autenticità delle prove in caso di contenzioso.
Per quanto riguarda sempre le novità di carattere amministrativo della legge, si ricorda l’istituzione in ogni Regione, del Centro per la gestione del rischio sanitario e la sicurezza del paziente, cui è affidato il compito di raccogliere i dati regionali sui rischi ed eventi avversi e sul contenzioso e di trasmetterli annualmente all’Osservatorio nazionale delle buone pratiche sulla sicurezza in sanità.
Alla precisa e puntuale spiegazione dell’onorevole Gelli si aggiunge l’intervento del presidente dell’ANAAO (associazioni medici dirigenti) Costantino Troise: “la responsabilità professionale è uno tema molto importante, negli ultimi 20 anni abbiamo assistito a una crisi di rapporto di fiducia tra medico e cittadini, bisogna tener conto che il paziente oggi è molto esigente, rappresenta una sorta di consumatore che rivendica i suoi diritti e che si informa.
In Italia c’è stato un aumento di contenziosi da parte dei pazienti nei confronti dei medici. Con questa legge si cerca di intervenire per dare maggiore tutela sia al medico che al cittadino”.
Altro contributo è stato quello del Capo della Procura di Salerno, Corrado Lembo che ha precisato: “la questione prevede un approccio multidisciplinare sul tema delle responsabilità del medico nei confronti del paziente che giorno per giorno deve compiere scelte per il benessere del paziente.
In campo giuridico c’è una contraddizione di fondo sul tema, c’è una responsabilità civile di carattere generale, mentre in campo penale non vi è invece nessuna distinzione per il medico per colpa lieve e colpa grave.
Nel corso degli ultimi decenni e fino a questa riforma, la natura penale della responsabilità del medico ha visto tre distinte fasi. La prima, collocabile sino agli anni ottanta, aveva reso un orientamento del tutto benevolo nei confronti dei sanitari che causavano per colpa eventi criminosi.
Questo ragionamento si basava sull’applicazione dell’art. 2236 cod. civ., il quale stabilisce la responsabilità civile del prestatore d’opera solo per dolo o colpa grave, qualora la prestazione implichi la soluzione di problemi tecnici di speciale difficoltà.
Nel testo della legge Gelli da un lato infatti si precisa che la speciale irrilevanza penale opera solo con riferimento ai reati di omicidio colposo e lesioni colpose, dall’altro invece le linee guida e buone pratiche sono finalmente definite e pubblicate ai sensi di legge, facendo guadagnare così alla norma penale senz’altro in termini di precisione e determinatezza”.
Infine ma non per minore importanza riportiamo il parere sulla legge del professore di ruolo alla Sapienza di Roma, Serafino Ricci, direttore della scuola di specializzazione di medicina del lavoro nonché medico legale.
Sulla legge Gelli afferma: “prima di tutto bisogna dire che ha cambiato l’approccio tra medico e paziente. Ha riformulato le linee guida, che devono essere certe e pubblicate dall’Istituto superiore di Sanità.
Altro punto cruciale è la promozione di percorsi di gruppo condivisi,oltre alla responsabilizzazione anche delle strutture. Oltre al medico anche la struttura deve garantire il meglio al paziente.
E’ bene ricordare che da questa legge sono nati altri input per la formulazione di altre regole, come ad esempio quella che prevede l’integrazione di altre figure mediche come infermieri, tecnici che finalmente vengono riconosciuti come operatori sanitari a tutti gli effetti”.
Che dire un convegno davvero intenso durante il quale molti professionisti hanno aperto nuovi scenari sia in campo medico che giuridico sulla questione