Genderless Kei, la nuova moda “senza sesso” giapponese
Harajuku è il quartiere di Tokyo noto per aver dato vita ad alcune delle più eccentriche mode giovanili giapponesi, diventando anche, per via di questa caratterista, una forte attrazione turistica.
Ultimamente però lo street style giapponese si sta allontanando da Harajuku, forse proprio per colpa della troppa attenzione da parte dei turisti. Tuttavia, Tokyo rimane una delle più grandi e attive fabbriche di stili al mondo, dove nascono, si stratificano, cambiano e spariscono decine di correnti diverse.
La più recente e curiosa, del 2016 ormai, è quella chiamata Genderless Kei; già dal nome si riesce a capire cosa effettivamente voglia dire ed affermare chi segue questa tendenza. Il Genderless Kei è uno stile che unisce abiti, accessori ed accorgimenti di bellezza sia maschili che femminili, con lo scopo di ottenere un look androgino senza però somigliare al sesso opposto, ma cercando di raggiungere un equilibrio tra i due.
La particolarità è che i seguaci maggiori di questa moda sono i ragazzi, mentre risulta quasi normale vedere ragazze con abbigliamento maschile, e questa “situazione” ha fatto si che i media prestassero, a questa tendenza, una grande attenzione.
Il look Genderless di un ragazzo comprende una serie di cose (come trucco, lenti a contatto colorate, tinte per capelli sgargianti e colori pastello), che forse alcuni uomini userebbero già normalmente, se non temessero però il giudizio altrui. I ragazzi che si vestono così però non vogliono passare per delle ragazze ma vogliono ribadire una scelta in fatto di vestiario che non esprima alcuna identità di genere. Alcuni di loro sono etero, altri gay, alcuni sono a loro agio anche in abiti femminili mentre altri ancora non si sognerebbero mai di indossare una gonna.
Toman, membro della band XOX (Kiss Hugh Kiss), l’ha spiegato così in un’intervista: «Io non penso a me stesso come ad un ragazzo Genderless. Piuttosto, a rendermi tale è il fatto che gli altri mi vedano così. Noi Genderless ci limitiamo a indossare la moda che ci piace, e così facendo si diffonde in modo naturale.»
Il Genderless Kei alla fine è un po’ quello che è successo con Alessandro Michele non appena ha preso in mano la direzione artista di Gucci. Memorabile la sfilata del 2016 dove hanno sfilato capi che hanno reso indefiniti i confini tra moda maschile e femminile dando vita a un nuovo “guardaroba condiviso”. Alla fine è solo questione di gusto che vuole essere libero dai preconcetti.
Crediti: Freeda, Snapitaly