Gianfranco Maria Chiti, antico Cavaliere, eroico Ufficiale, … poi mistico Cappuccino
UN “BEATO” tra i GRANATIERI
Se è esistito un contemporaneo che può ben figurare nella lunga schiera mistica dei Santi militari, questo contemporaneo è Gianfranco Chiti, Generale dell’Esercito Italiano e Padre Cappuccino.
Abbracciò la vita militare fin da giovanissimo, e, con gli alamari dei Granatieri di Sardegna, percorse in pace e in guerra gli anni più turbolenti della nostra storia del novecento: combattente nei Balcani e nella campagna di Russia con l’Armir tenne sempre in grande conto l’incolumità ed il morale dei suoi uomini e, a questo scopo, lavorò in stretta collaborazione con i Cappellani militari dei vari reparti dove prestò servizio.
Profondo conoscitore delle speranze ideali ed umane degli uomini inviati sui fronti di guerra, Gianfranco Chiti ci ricorda l’ascetismo e gli eroismi degli antichi cavalieri, animati da quella forza d’animo mostrata nelle situazioni avverse, tali da fiaccare ogni umana risorsa.
La lunga carriera di Chiti è stata, in realtà, un percorso dell’anima, un cammino irto di difficoltà tra l’attesa di una morte cruenta ed il dolore della perdita di commilitoni nella sublimazione della fatica e del lutto guardando sempre alla pienezza della vita spirituale.
Una ingiusta prigionia sopportata con la dignità, la stessa dignità che aveva condotto il tenente Gianfranco Chiti a scegliere la via dell’onore e del sacrificio che tanto utile fu alla salvezza di quei molti avversari ai quali, per l’intervento del giovane ufficiale fu salvata la vita.
Giunto alla pensione, dopo un periodo di servizio in Somalia ebbe un successivo comando della Scuola Sottufficiali di Viterbo, il Generale abbandonò gli alamari del Granatiere per indossare l’umile saio dei cappuccini, ma non si fermò alla meditazione e continuò la sua opera di apostolato e di costruttore lavorando duramente alla ristrutturazione di un antico convento.
Durante questo duro lavoro, eseguito pressoché da solo, a seguito di un incidente, il Cappuccino – Granatiere fu chiamato alla Casa del Padre. Fulgida figura di soldato e di Sacerdote, prossimo alla gloria degli Altari, ha trovato in Padre Rinaldo Cordovani un biografo di grande sensibilità.
Alessandro P. Benini
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“Gianfranco Chiti – Lettere dalla prigionia (1945)” è l’ultimo libro in ordine di tempo, scritto da Padre Rinaldo Cordovani e finito di stampare a marzo del corrente anno, tramite le Edizioni ARES di Milano. Il testo è preceduto da una prefazione di Mons. Santo Marcianò – Arcivescovo Ordinario Militare per l’ Italia, nonché da una introduzione di Giuseppina Bruscolotti – Docente di Sacra Scrittura e di Religione Cattolica.
Sulla Consul Press sono stati pubblicati numerosi articoli su questo esemplare Cavaliere, Guerriero e Servo di Dio .