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Gli dei dell’Oltretomba nell’Antica Grecia

Preparate la colazione e mangiate tanto, perché stasera ceneremo nell’Ade! Leonida nel film 300

Cosa succedeva nell’oltretomba nell’antica Grecia?

Quando le ombre scendono nel Tartaro ciascuna è dotata di una moneta posta sotto la lingua in modo da poter pagare Caronte, il tristo nocchiero che guida le anime oltre lo Stige. Le ombre prive di denaro devono attendere in eterno se non riuscendo a entrare nell’oltretomba da un ingresso secondario. Sulla sponda opposta un cane a tre teste, Cerbero, monta la guardia, sempre pronto a divorare i vivi che dovessero giungere fino alla sua postazione.

Cerbero è la controparte Greca del Dio Anubi, che guidava i morti nell’Oltretomba. Il folclore europeo voleva che le anime fossero spinte verso nord da una muta di cani (i cosiddetti cani di Annwm, Herne Arturo o Gabriele), questo rumore è stato poi identificato col migrare estivo delle oche selvatiche.

                               La prateria degli Asfodeli

Nella prima zona del Tartaro vi è la triste prateria degli Asfodeli, qui le anime degli eroi vagano senza meta tra le torme dei morti meno illustri. Qui i morti credono in cuor loro di essere ancora vivi e ricevono le libagioni offerte a loro in dono da chi è ancora vivo.

Sulla destra c’è il palazzo di Ade e Persefone e sulla sinistra la fonte del fiume Lete; le ombre preferiscono bere dalla fonte della memoria, identificata nel pioppo bianco, per non dimenticare chi erano in vita.

Radici di asfodelo, ghiande e semi dovevano essere il primo sostentamento degli uomini in Grecia prima dell’arrivo della coltivazione del grano da cui il nome di questa zona. A seconda della loro provenienza è vicino al fiume Lete che le anime vengono giudicate dai tre giudici infernali: Minosse, Radamante ed Eaco.

Da qui a seconda di come i morti vengono giudicati vengono indirizzati alla prateria degli Asfodeli in caso non abbiano avuto ne infamia ne lode in vita, oppure nei campi di punizione del tartaro se si sono comportati male o nei Campi Elisi se si sono comportati bene.

Gli antichi greci e le diverse concezioni dell’ombra

Le ombre dei morti avevano diverse funzioni a seconda delle diverse teorie al riguardo nelle diverse epoche dell’antica Grecia (e molte potevano anche coesistere):

  1. vivevano nelle caverne in forma di pipistrelli serpenti o topi e non si reincarnavano
  2. i corpi dei re sacri erano ben visibili dove erano stati inumati
  3. I morti si reincarnavano nei vivi quando questi mangiavano fave noci o pesci
  4. andavano al nord e tornavano come venti fertilizzanti
  5. andavano in occidente dove il sole tramonta per vivere in città e strutture sociali simili a quelle dei viventi
  6. il morto riceveva compensi e punizioni in maniera equa con il modo in cui era vissuto
  7. Gli orfici aggiunsero la metempsicosi, la trasmigrazione delle anime, un processo che poteva in un certo modo essere controllato( vedi “Essere John Malkovich” e La metà oscura di Stephen King”)

                        I campi Elisi e il dominio di Crono

Sui campi Elisi domina Crono e si trovano vicino la fonte della memoria, sono un luogo di gioia, dove si ci si svaga al suono di una dolce melodia e le anime che si trovano in questo luogo possono rinascere quando vogliono per tornare sulla terra, oltre di essi vi sono le isole Beate, luoghi felici dove le anime che vi albergano sono rinate tre volte.

Crono regna sui campi Elisi come Re Sacro nonostante i suoi malvagi trascorsi e allo stesso tempo Menelao verrà accolto nei Campi Elisi ( Odissea 4 561) in quanto sposo di Elena, Dea Luna spartana, e quindi anche lui Re Sacro.

                                        Ade e la sua gelosia

Ade è allo stesso tempo orgoglioso ma è fortemente geloso del fatto di essere il signore dell’oltretomba, e sale solo raramente dal suo regno sotterraneo per sapere quello che accade nel mondo: per questo è sempre avido di notizie riguardo il mondo superiore e ciò normalmente accade quando un mortale tocca il terreno pronunciando il suo nome.

Tra gli oggetti che possiede il più iconico è l’elmo dell’invisibilità datogli dai ciclopi quando li librò per ordine di Zeus. Essendo il re di tutto ciò che si trova nel sottosuolo è la divinità più ricca in assoluto e quindi dal suo nome è associato il termine Pluto ovvero ricchezza.

                                        Persefone ed Ecate

Persefone non è felice di passare il tempo con Ade e preferisce confrontarsi con Ecate, la regina delle streghe. Costei ha tre teste e tre corpi, leone cane e giumenta e Ade non gli ha tolto la sua antica prerogativa ovvero di poter concedere o negare qualsiasi dono desiderato.

Le due divinità rappresentano la “speranza” della rigenerazione pre-ellenica, mentre Ade rappresenta la morte cui non si può sfuggire.

In origine Ecate (secondo un racconto di Esiodo) fu la triplice dea, col potere su Cielo, Terra e Tartaro; gli elleni diedero soprattutto importanza alla sua forza distruttrice e alla fine veniva impiegatoa soltanto nei rituali clandestini di magia nera.

Il fatto che gli Dei Olimpici non gli tolsero l’antica prerogativa di potere dipende dal fatto che era associata con i poteri occulti delle streghe tessaliche, di cui tutti avevano paura; le tre teste significano la tripartizione dell’anno( come Cerbero sopra).

                                  Tisifone Aletto e Megera

Le tre furie o tre Erinni sono più vecchie dello stesso Zeus e servono per ascoltare le lagnanze dei mortali, soprattutto della mancanza di riguardo verso i vecchi o degli ospitanti, punendo rapidamente tali mancanze e sono identificate come vegliarde dalla testa di cane e gli occhi iniettati di rosso e con i corpi neri come il carbone. Le tre Erinni erano la personificazione dei rimorsi di chi aveva infranto dei tabù dell’epoca.

foto wikipedia                              ©Francesco Spuntarelli

 

 

 

 

 

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