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Gli effetti del vino nel corpo

Il vino è una bevanda alcolica che si ottiene dalla fermentazione dell’uva e il suo consumo comporta un generale stato di ebbrezza. Il suo abuso causa invece l’ubriachezza, uno stato di intossicazione acuta che altera le facoltà fisiche e mentali. Responsabile dell’ alterazione è l’alcol etilico o etanolo, unico tipo di alcol edibile.

Già durante la preistoria si faceva uso di bevande alcoliche derivate dalla frutta: è documentato già tra il Mesolitico e il Neolitico ossia tra gli 8000 e 5000 anni a. C.

Anche gli egiziani fabbricavano vino e birra, e addirittura celebravano ogni anno la festa dell’ubriachezza in onore della dea Hathor, la dea del cielo, della gioia, della danza e dell’amore.

Diceva Omero che il vino fa cantare, danzare e straparlare anche l’uomo più saggio: proviamo ad analizzare gli effetti che esso produce nel corpo dell’uomo.

Al primo sorso una piccola parte di etanolo viene assorbita direttamente dalle mucose presenti nella lingua, nella bocca e nell’esofago e finisce direttamente nel sangue.

Un ulteriore 20% di etanolo viene assorbito nello stomaco e la percentuale rimanente viene trasportata direttamente al fegato. È qui che viene scomposto e trasformato grazie al processo di metabolizzazione: nel fegato una squadra di enzimi, proteine in grado di velocizzare le reazioni chimiche, trasforma l’etanolo in acetaldeide.

I sintomi dei postumi della sbornia si devono proprio all’acetaldeide che è una sostanza particolarmente nociva contro la quale agisce un’ulteriore squadra di enzimi, definiti “soccorso” e che lo trasformano in una nuova sostanza chimica, l’acetato.

Quando si beve troppo però la quantità di acetaldeide è talmente elevata che il fegato non è più in grado di metabolizzarla tutta per cui una buona parte viene rilasciata nuovamente nel sangue, andando in giro per tutto il corpo e causando l’ubriacatura.

L’alcol infatti utilizza il sistema circolatorio e comporta lo stato di ebrezza: il primo effetto percepito dal soggetto è la vasodilatazione ossia vasi sanguigni, le vene, le arterie e i capillari si dilatano, aumentando il flusso di sangue.

Questo fatto comporta la perdita di calore che dà la tipica sensazione di caldo dovuta alla ubriacatura; ma in realtà l’alcol non riscalda, causa semplicemente una sensazione di tepore. A fronte della dispersione di calore si ha un abbassamento della temperatura corporea che può arrivare all’ ipotermia.

L’etanolo diminuisce anche la produzione di vasopressina che è un ormone incaricato di aiutare i reni a regolare la quantità di liquidi nel corpo: diminuendo la vasopressina, i reni non riescono più ad assorbire l’acqua e tutti i liquidi buoni vengono espulsi tramite le urine. Tra l’altro questo è il motivo per cui quando si beve troppo, si deve urinare spesso.

L’alcol non si ferma nei vasi sanguigni ma continua a viaggiare fino al cuore e dal cuore viene pompato nel resto del corpo. Una volta che ha raggiunto i polmoni viene in parte espulso attraverso la respirazione: di qui il tipico l’alito pesante di chi ha tanto bevuto.

L’alcol raggiunge anche il cervello, rendendo anche l’omerico “uomo più saggio” scoordinato, disinibito e immotivatamente allegro. Per fare tutto questo supera la barriera ematoencefalica, grazie alla sua capacità di mescolarsi con i grassi della barriera; oltrepassate le maglie di questa, arriva direttamente al cervello.

A questo punto l’alcol è pronto ad agire sul rilascio o sul riassorbimento dei neurotrasmettitori che mandano informazioni tra i vari neuroni del cervello, regolando il flusso dei pensieri: quando l’alcol agisce su questi neurotrasmettitori, il flusso di informazioni e dei pensieri rallenta e vengono presi in considerazione dal cervello solo i segnali più forti. Quindi cala l’attenzione generale, le sensazioni vengono percepite di meno, ci si sente più euforici e peggiora la memoria, tant’è che il giorno successivo si può non ricordare quanto accaduto il giorno precedente. Diminuendo l’attività celebrale, i pensieri diventano più semplici, piuttosto basici.

I postumi dell’ubriacatura sono: malessere generale, nausea e vomito, confusione mentale, cefalea, occhi rossi, alito cattivo, disidratazione. Il corpo si ritrova disidratato proprio perché è diminuita drasticamente la produzione di vasopressina e per compensare questa mancanza gli organi vitali prendono i liquidi ovunque, anche dal cervello. I tessuti cerebrali si restringono e diminuendo i fluidi che dividono il cervello della scatola cranica, si accusa il tipico mal di testa.

Calcolando che per smaltire mezzo litro di vino o 5 bicchierini di superalcolici l’organismo impiega 7 ore, i postumi della sbornia dipendono dalla quantità di alcol ingerito e se ne andranno solo quando il fegato avrà metabolizzato tutto l’alcol presente nel sangue. Quindi la prima e più banale raccomandazione è di bere molta acqua per reidratare l’organismo e ripristinare i liquidi perduti a causa dell’alcol.

L’alcol ha anche degli effetti a lungo termine che sono anche più preoccupanti: può causare numerose malattie del fegato, il diabete, l’ictus, una serie di disturbi gastro-vascolari e può portare all’apoptosi neuronale ossia la morte dei neuroni.

Le conclusioni de “ Alcool Hangover Researc Group” un gruppo di esperti in materia di postumi dell’ubriachezza sono che astinenza dal consumo di alcol o la moderazione nel suo utilizzo sembrano essere ancora gli unici rimedi realmente efficaci contro gli effetti della sbornia.

Veronica Tulli

Foto © Alamy

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