Gli sfottò di Charlie contro il Belpaese. Una sintesi sulle nefandezze di Charlie Hebdo
PUR ESSENDO UN BELPAESE DI DEBOSCIATI
…è assurdo continuare ad “abbozzare”!!!
Charlie Hebdo, nel bene e nel male, è un nome che non ha più bisogno di presentazioni, soprattutto dopo l’attentato terroristico di matrice islamica subìto nel 2015 a causa di alcune vignette “blasfeme” sul profeta Muhammad. Il periodico satirico francese ricevette da ogni parte del globo (compreso il Belpaese) dimostrazioni di sincera solidarietà che si riassunsero nello slogan JE SUIS CHARLIE: un bombandamento mediatico mosso dall’indignazione della gente difronte a quel “barbaro” massacro di “innocui” vignettisti.
Molto spesso, però, sotto il “bianco” manto della pecorella si cela invece quello “ispido” del lupo, anche se in questo caso è molto più indicato parlare di sciacallo. Così, invece di “imparare la lezione”, smorzando un pochino le punte delle loro matite, e continuare la loro battaglia contro certi estremismi religiosi, quelli di Charlie Hebdo decidono invece vigliaccamente di smetterla con l’Islam e dedicarsi ai più “redditizi” disastri naturali.
Una delle vignette più recenti su questo argomento è quella sulla tragica alluvione nel Texas causata dal passaggio dell’uragano Harvey che ha causato ben quarantasette morti e la contaminazione delle acque. La vignetta mostra una anacronistica parata del Terzo Reich sommersa dalle acque con il testo che recita: “Dio esiste! Ha annegato tutti i neonazisti del Texas.” Come se tra le vittime texane ci fossero solo simpatizzanti di Donald Trump! Per non aggiungere il fatto che, nonostante i suoi difetti, Trump viene fatto passare per un nazionalsocialista! Che quelli di Charlie Hebdo fossero dei comunisti senza Dio lo avevamo già intuito (infatti solo per motivi di pudore non alleghiamo le vignette sul Cristianesimo), ma con quella sul Texas abbiamo avuto la conferma definitiva. Il sadismo gratuito di questa vignetta è passato inosservata perché tutto sommato si tratta solo di “sporchi” nazisti (spesso impropriamente chiamati nazifascisti o peggio ancora solo fascisti), e che alla fine se lo meritano perché sono “brutti e cattivi”. Una posizione che trova riscontro anche nell’ambiente radical-chic del Belpaese. Secondo il loro tipico modus operandi, infatti, quando la sinistra vede il suo potere vacillare o deve nascondere qualche malefatte ai danni del popolo, corre a “rispolverare” il vecchio spettro del razzismo e del nazismo. Tecnica utilizzata anche da quelli di Charlie.
Così facendo, inducono la gente a pensare: “Beh, se quelli di Charlie ci hanno dato così dentro è solo perché si trattava di qualche talebano e nazistello”. Niente di più sbagliato: non si tratta solo di una avversione politica o religiosa, bensì di una abituale politica redazionale indirizzata all’odio e allo sciacallaggio più bieco. Infatti, i “simpaticoni” di Charlie Hebdo non sono nuovi a simili nefandezze. Ricordate la vignetta sul terremoto di Amatrice che causò ben 298 morti nel settembre 2016?
Una vignetta semplicemente squallida, tanto da spingere il Comune di Amatrice a depositare presso la procura del tribunale di Rieti una denuncia-querela per diffamazione aggravata nei confronti di Charlie Hebdo. Ma credete che la cojonaggine (passatemi il francesismo) di Charlie Hebdo si sia fermata qui? Nooo!!! La copertina del gennaio 2017 dedicata alla valanga che travolse l’Hotel di Rigopiano, ci fa comprendere con chi abbiamo realmente a che fare: sciacalli.
Proprio così, la Redazione di Charlie Hebdo è composta da sciacalli di sinistra. Ma la cosa non è sufficientemente chiara al nostro paese, perché purtroppo l’Italia di oggi è un paesetto debosciato a causa di politici radical-chic benpensanti che, ben attenti a non perdere i loro vitalizzi, si prodigano in azioni meramente simboliche (come ad esempio quello di vietare la vendita di pittoreschi souvenir per nostalgici del “Ventennio”), invece di attuare vere politiche sociali e magari “reagire” dinanzi agli sfottò di un giornalaccio d’oltralpe che offende la dignità di chi ha perso drammaticamente la vita in quelle tragedie.
Post scriptum: quanto ci scommettete che gli “amiconi” di Charlie Hebdo NON si “occuperanno” dei terremoti in Mexico solo perché – secondo una visione tipicamente sinistroide – è considerato un “paese amico” poiché “pattumiera” degli Stati Uniti?
Walter De Turris
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La Redazione di Consul Press, “più piccola” e “meno famosa” di quella dei (da noi) NON amati cuginastri d’oltralpe (NdR: ma sicuramente non vile!), ha coerentemente espresso già nel gennaio 2015 il proprio JE NE SUIS PAS CHARLIE! pubblicando una serie di articoli e contestando il falso buonismo piagnucoloso catto-comunista. Ciò pur se, al proprio interno, umanamente commossa per le numerose vittime. Invitiamo a tale scopo i lettori che lo desiderino di provare a rileggere cortesemente i suddetti interventi, tra cui quelli eccezionali di Franco Cardini, Alain de Benoist, Sveva Marchetti, nonché anche le successive prese di posizione redazionale riguardanti il terremoto e le valanghe che hanno colpito Amatrice e il Centro Italia. (G.M.)