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Guerra in Tv tra i partiti per le elezioni del 25 settembre

Le coalizioni più piccole si sentono escluse dai dibattiti in tv in vista delle elezioni politiche del 25 settembre 2022. Tra i primi a sollevare il polverone è Clemente Mastella.

“Continua la petulante insistenza di alcuni segretari di partito di monopolizzare i dibattiti televisivi. Abbiamo prodotto ricorso agli organi competenti per evitare un ennesimo scempio democratico, uno tra i tanti di questa singolare campagna elettorale. Gli spazi dovrebbero essere dati in più a chi non ha ministri che pur dimissionari continuano a frequentare le tv impazzando dovunque. Le ragioni della democrazia impongono parità di accesso. Inizierò uno sciopero della fame se le regole dovessero essere disattese“. Con queste parole, in una nota, il segretario nazionale di Noi Di Centro, Clemente Mastella si unisce al coro di chi non sta avendo spazio a sufficienza in vista delle elezioni.

Marco Montecchi, segretario nazionale di Valore Liberale, chiama in causa l’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni. “Credo che l’Agcom dovrebbe intervenire. In campagna elettorale soprattutto è giusto avere la certezza di tempi contingentati, di spazi equivalenti. Questa competizione elettorale già è falsata ab origine perché esistono partiti di serie A, che non devono raccogliere le firme, partiti di serie B, che con un emendamentino di dubbia costituzionalità si sono salvati in corner, e formazioni politiche di serie C che non hanno avuto modo di raccogliere le firme e organizzarsi per partecipare alle elezioni in settembre 2022. La partecipazione a Porta a Porta così come ad altre trasmissioni dovrebbe prevedere spazio per tutti“.

“Il confronto tv a due, Letta–Meloni, a tre giorni dal voto? Può accadere solo in un Paese provinciale come il nostro“. Ad affermarlo è il leader di Azione, Carlo Calenda, in un’intervista al “Corriere della Sera”. Poi aggiunge: “Comunque vada il voto alla elezioni, dopo tutte le accuse di allarmi democratici da destra e da sinistra, l’Italia precipiterà nel caos e nessuna delle attuali coalizioni rimarrà in piedi. L’unico modo per evitarlo è isolare le ali estreme, Fratelli d’Italia e Cinque Stelle, e andare avanti con una coalizione Ursula e un Governo Draghi sostenuto da un terzo polo che avrà almeno il 15%”.

Anche Europa Verde e Sinistra Italiana con Angelo Bonelli, Eleonora Evi e Nicola Fratoianni in un comunicato esprimono il loro dissenso. “Il confronto tv a Porta a Porta del prossimo 22 settembre se avverrà senza tutti i leader di lista costituirebbe una palese violazione della par condicio. Una nota della trasmissione Porta a Porta ha annunciato che a pochi giorni dal voto, il 22 settembre, ospiterà il confronto di un’ora tra Enrico Letta e Giorgia Meloni moderato da Bruno Vespa e che sono stati invitati a partecipare anche Matteo Salvini, Giuseppe Conte, Silvio Berlusconi, Luigi Di Maio e Carlo Calenda. Non si capisce perché invitando leader di coalizione, si siano aggiunti alcuni altri leader di lista, senza che ci siano tutti e si scelgano solo Salvini, Berlusconi e Di Maio”.

“È evidente” – concludono Bonelli, Evi e Fratoianni – “una palese violazione della par condicio se rimanesse questo schema che i vertici della Rai dovrebbero spiegare alle autorità di garanzia e alla magistratura”.

“Porta a Porta, servizio pubblico Rai, ha deciso di proporre nella serata del 22 settembre l’evento clou della campagna elettorale televisiva, con il confronto Letta-Meloni e interviste di mezz’ora a Salvini, Conte, Berlusconi, Di Maio e Calenda. C’è un evidente refuso: l’assenza di Emma Bonino e di +Europa. Così come è evidente che nella carrellata dei leader nello spot che pubblicizza la programmazione elettorale di Porta a Porta, si ripeta lo stesso. Certi che la redazione provvederà, auguriamo buon lavoro“. È quanto si legge in una nota di +Europa.

“C’è una polemica sul confronto tv solo tra Meloni e Letta, credo che vada fatto a quattro: Meloni, Letta, Calenda e Conte. Gli italiani hanno dovere di sapere tra M5s, terzo polo, Pd e alleati, e centrodestra chi è più credibile. Faccio un appello al presidente e al dg Rai: non ci siano scherzi su questo, il confronto va fatto a quattro”. Lo ha dichiarato il leader Iv Matteo Renzi parlando con i giornalisti a Firenze, dove ha presentato le liste per la Toscana.

Sul caso interviene anche la Rai con il presidente della commissione vigilanza Rai, Alberto Baranchini che sostiene: “Mi occuperò di tutte le segnalazioni arrivate perché è necessario il massimo rigore e rispetto della par condicio e delle norme“. Barachini chiederà all’Agcom una verifica sulla parità di condizioni garantite dal servizio pubblico nei “confronti” televisivi tra i leader politici.

Dopo le proteste, Enrico Mentana e La7 si candidano ufficialmente a ospitare il confronto tra i leader di partito in corsa per le elezioni 2022. “Noi siamo pronti a ospitare in prima serata venerdì 23 settembre su La7 i leader dei quattro poli per un confronto finale. Se vorranno, sarà diretto”.

Giorgia Iacuele

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