Skip to main content

I cento anni di Montecitorio: alla Camera la mostra sul progetto architettonico di Ernesto Basile

L’aula di Montecitorio, un secolo tra Arte e Storia

di FABIANA  LUCA*

Era il 20 novembre del 1918. La Prima guerra mondiale si era conclusa da poche settimane e il 20 novembre di quell’anno si svolgeva, solennemente, la prima seduta della Camera dei deputati nella nuova Aula di Palazzo Montecitorio, realizzata dall’architetto palermitano Ernesto Basile.

Esattamente cento anni dopo, martedì 20 novembre 2018, la prestigiosa Aula di Montecitorio ha celebrato la ricorrenza alla presenza del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, e del Presidente della Camera, Roberto Fico. Alla cerimonia sono intervenuti i grandi storici, Alessandro Barbero e Simona Colarizi, e lo scrittore Paolo di Paolo. Durante le celebrazioni è stato inoltre proiettato in anteprima il documentario dal titolo “L’aula di Montecitorio, un secolo tra Arte e Storia”, prodotto da Sky Arte e realizzato da Tiwi, che attraverso il contributo di diversi storici, critici dell’arte, architetti, artisti e rappresentanti delle istituzioni,  ha ricostruito la storia del Palazzo che oggi ospita la Camera dei deputati, dal progetto barocco di Gian Lorenzo Bernini all’ultima fase riconducibile ad Ernesto Basile.

In occasione dei cento anni della Camera, la Sala della Regina di Palazzo Montecitorio ospita la mostra dal titolo “La nuova Aula della Camera dei deputati. Il progetto di Ernesto Basile per Montecitorio”, realizzata con la collaborazione dell’Archivio Basile e dell’Università di Palermo. La mostra – aperta al pubblico fino al 25 gennaio 2019, da lunedì a venerdì dalle 10 alle 18 – raccoglie un cospicuo fondo di documenti e materiale – conosciuto o, in alcuni casi, inedito – che ricostruisce il percorso di trasformazione ed ampliamento dell’Aula di Montecitorio e restituisce, contemporaneamente, il cammino artistico dell’architetto originario di Palermo. La mostra è suddivisa in diverse sezioni: la nuova Aula dopo il trasferimento a Roma della Capitale d’Italia; l’ampliamento di palazzo Montecitorio e la realizzazione dell’aula; i contenuti e le particolarità del progetto ideato da Basile; lo stile Liberty degli arredi di Basile per l’intero palazzo; ed infine, l’opera architettonica di Basile nel complesso della sua attività in varie città italiane.

dav“La celebrazione dei cento anni dell’aula di Basile rappresenta tutti i passaggi storici che l’Italia ha compiuto dentro questa Camera. La ricorrenza – ha affermato il pentastellato Presidente della Camera, Roberto Fico, alla cerimonia – ci ricorda che la democrazia si costruisce ogni giorno con la responsabilità di tutti”.“Non è stato sempre un cammino facile quello dell’Aula nei suoi cento anni di storia” ha ricordato Fico; nel suo intervento di apertura alla celebrazione del centenario, il Presidente della Camera ha voluto ripercorrere, in una rapida carrellata, le tappe più significative della storia politica del Paese che hanno avuto come sfondo inconfondibile l’Aula progettata da Basile: l’inaugurazione del 20 novembre 1918; l’ultimo discorso di Giacomo Matteotti, risuonato il 30 maggio 1924; la prima riunione dell’Assemblea Costituente, svoltasi il 25 giugno 1946; l’approvazione definitiva della Costituzione della Repubblica italiana, il 22 dicembre 1947, che rappresenta il pilastro della nuova fase democratica che il Paese si apprestava ad iniziare.

Luogo storico e d’identità del Paese, Montecitorio è anche e soprattutto il simbolo di una nazione che fonda la sua storia sull’arte e sulla cultura. Tra le tesi più accreditate, si fa largo la convinzione che in tarda antichità in quel luogo sorgesse la colonna delle citazioni, da cui venivano chiamati i cittadini romani per partecipare ai comizi e alle ricorrenze elettorali (da qui la provenienza del nome Mons Citatorius, poi diventato Montecitorio).  Il Palazzo nasceva in realtà come edilizia civile, in quanto rappresentò il dono di nozze di un pontefice alla nipote che si apprestava a sposare un principe romano. Fu poi trasformata nella sede ufficiale dei tribunali pontifici e della Curia romana e, contemporaneamente, divenne anche la sede del prelievo fiscale a favore delle opere assistenziali.

Nel 1650 fu Gian Lorenzo Bernini, con la sua costante tensione alla continuità con l’antico, ad iniziare i lavori per la costruzione di un palazzo destinato a diventare la dimora dei principi Ludovisi, per volontà di papa Innocenzo X. L’opera, caratterizzata da un percorso costruttivo lungo e tortuoso, sarà poi portata a compimento da uno degli allievi di Basile, Carlo Fontana.

Solo nel 1870, dopo il trasferimento della capitale del Regno d’Italia (appena riconosciuto con la legge 17 marzo 1861, n. 4671) da Torino a Firenze ed, infine, a Roma si decise di destinare il Palazzo ad una funzione pubblica molto importante: nel verbale della Presidenza del 5 giugno 1871 si legge che il Palazzo di Montecitorio fu deliberatamente selezionato come residenza della Camera dei deputati “e per via di esclusione e perché offre il numero e l’ampiezza dei locali necessari alla Camera, e perché i lavori possono essere compiuti entro i sei mesi deliberati dalla Camera dei Deputati”. È il 6 giugno del 1972 quando si sottoscrivono i verbali di consegna di Montecitorio alla Camera dei deputati, secondo il progetto dell’ingegner Comotto che restituì ai deputati un’Aula in ferro e legno, coperta di zinco, che rimarrà la sede del dibattito pubblico fino alla fine del Secolo.

Siamo nel 1902, quando l’allora ministro dei lavori pubblici, Nicola Balenzano, affidò ad Ernesto Basile, architetto palermitano e riconosciuto esponente del Liberty italiano, l’incarico di ampliare l’edificio già esistente. Quello conferito a Basile fu un incarico diretto, che venne preso in considerazione dopo l’apertura di diverse gare di appalto. Il progetto Basile ha rappresentato una fase diversa di costruzione, innovando radicalmente la struttura e la dimensione del Palazzo concepito da Bernini e poi messo a punto da Fontana. Basile curò personalmente la scelta dei pittori e degli scultori che avrebbero collaborato con lui alla realizzazione della Camera.

L’opera sarà completata in ben 16 anni, attraversando tutta la Grande Guerra. È un’epoca – l’Italia giolittiana – in cui il Paese è pervaso dalla necessità di costruire un’identità ed un’unità della nazione. Recitava Massimo D’Azeglio che una volta “fatta l’Italia, bisogna fare gli italiani” volendo indicare che l’unità geografica e politica raggiunta nel 1861 non corrispondeva nell’immediato all’unità della molteplicità di culture, di tradizioni e di lingue che da sempre avevano connotato il Bel Paese.

L’Aula è ricca di una simbologia che mira a costruire un’immaginario unitario per gli italiani. Il fregio che sovrasta le tribune è realizzato da Giulio Aristide Sartorio ed ospita le vicende epiche delle antiche popolazioni italiche e del Risorgimento, il Sole della libertà e le lotte contro barbari e furie; nell’emiciclo, l’Italia viene rappresentata come una giovane donna dall’espressione serena che si erge su una quadriga trainata dai dioscuri, con alle spalle un disco di luce che preannuncia un futuro luminoso per il Paese. Il piemontese Davide Calabra si occuperà invece di glorificare il ruolo di Casa Savoia nel processo di unificazione del Regno d’Italia, realizzando un altorilievo di bronzo che celebra in toni epici il contributo della stirpe reale. Nell’Aula realizzata da Ernesto Basile, l’Arte assume infatti straordinaria rilevanza in qualità di forma espressiva dell’unità e della politica stessa di una nazione giovane come l’Italia.

Palazzo Montecitorio è il luogo di espressione per eccellenza del dibattito e del confronto politico, il luogo in cui si esprime il principio fondamentale della sovranità del popolo italiano. La celebrazione dei cento anni dell’Aula è stata l’occasione per ricordare un luogo particolarmente significativo per la politica e per la storia del Paese ma anche per celebrare uno straordinario luogo d’arte, dal momento che l’espressione artistica rappresenta uno dei pilastri fondamentali della cultura italiana.

*** *** ***** *** ***

* Fabiana Luca  –  Laurea triennale in lettere moderne italiane e successivamente Laurea Magistrale in Editoria e Scrittura, entrambe presso la Sapienza con votazione 110/110.  Ha contemporaneamente maturato alcune espereinze presso Uffici Stampa di importanti Istituti ed un incarico come assistente di achivio e biblioteca.  E’ nata a Roma nel giugno 1992,  ove risiede; ha già al suo attivo uno stage presso un Quotidiano online, oltre ad altre collaborazioni su varie testate. Ha iniziato nello scorso mese di novembre a collaborare anche con la Consul Press …..