I diversi tipi di tortura nel tempo
La tortura interroga, e il dolore risponde.
FRANÇOIS RAYNOUARD
La creatività umana non è stata creata solo per il bene dell’uomo ma è stata invece utilizzata molte volte per escogitare terribili metodi di torture ed esecuzione. Le prime tracce della tortura risalgono già agli antichi Egizi, che fin dal XX secolo a. C. usavano metodi crudeli (soprattutto bastonate e frustate) per intimorire, punire o far confessare i malfattori o i nemici. La tortura diventò uno strumento giudiziario perfettamente legale: la confessione era indispensabile, nel diritto romano, per formulare una condanna. La flagellazione, con la frusta formata da lunghe cinghie di pel di bue che tagliavano come un coltello, era la più utilizzata.
I metodi di tortura sono cambiati nel tempo ma vediamo quali sono stati i più sensazionali dai tempi antichi ai nostri giorni:
- Il toro di bronzo fu inventato da uno scultore greco di nome Perilao di Atene tra il 570 e il 554 A.C. Questo Toro era uno strumento di tortura durante il regno di Falaride, tiranno di Akragas in Sicilia, Perilao Progettò il toro cavo all’interno e con un falò al di sotto le vittime venivano bruciate vive e il fumo usciva dal muso del toro che veniva riempito di incenso per contrastare l’odore della carne bruciata; si suppone che all’interno della Statua ci fossero delle parti interne che distorcevano il suono delle urla delle vittime trasformandole in una sorta di ruggito rabbioso di un toro. Il toro di bronzo, non fu usato solo dai Greci anche i Romani lo adottarono e lo usarono per torturare molte persone si ipotizza che alcuni famosi cristiani come Sant’Eustachio siano stati uccisi dal Toro di bronzo.
- La crocifissione era una punizione comune nell’antichità utilizzata da molte culture diverse decine di migliaia di persone sono state Crocifisse da vari regimi e governanti per oltre 1000 anni La crocifissione fu ampiamente utilizzata da persiani romani cartaginesi e macedoni la pratica iniziò nel sesto secolo avanti Cristo, probabilmente presso gli Assiri e i Babilonesi e continuò fino al quarto secolo dopo Cristo: la vittima veniva denudata e frustata, come parte dell’umiliazione pubblica veniva trasportata per le strade della città nel luogo dell’esecuzione, la vittima veniva legata o inchiodata una trave trasversale di legno che veniva poi collegata a un palo verticale la persona veniva appesa finché non moriva per sfinimento e asfissia. Costantino primo (330 d.C.) imperatore Cristiano di Roma vietò La crocifissione nell’Impero per rispetto a Gesù Cristo.
- La bollitura. Liquidi o piombo fuso venivano rilasciati sopra la vittima: se lo shock del dolore non faceva perdere immediatamente distrutti dalle ustioni da immersione seguite dal cedimento totale degli organi che alla fine venivano cotti dal calore, un destino raccapricciante che si supponeva fosse riservato al peggiore degli assassini. Ma i documenti storici smentiscono questa idea si dice che l’imperatore Nerone abbia annientato migliaia di persone in questo modo ma ricordiamo che questo imperatore era stato soggetto a una damnatio memoriae (vedi il mio articolo); invece nel Medioevo i principali bersagli di questo tipo di tortura non erano gli assassini ma piuttosto i falsari di monete con riferimento soprattutto alla Germania del Sacro Romano Impero.
- La ruota era uno dei mezzi di tortura più crudeli della storia. Questa spietata tortura comunemente usata nel mondo antico, era riservata alle esecuzioni pubbliche esistevano diverse varianti, ma di solito il prigioniero veniva legato ad una grande ruota di legno con i raggi in tutto simile a quelle usate sui carri da trasporto: l’obiettivo, non era quello di uccidere rapidamente il condannato, ma di mutilarlo gravemente. Il boia iniziava rompendo le ossa delle gambe e delle braccia, la vittima veniva picchiata quasi fino alla morte, schiacciando tutte le ossa con una barra di ferro al termine del processo il condannato veniva riposizionato sulla ruota in modo che i talloni si unissero alla nuca, poi la ruota veniva sollevata su un palo e il criminale morente, veniva dissanguato o mangiato dagli uccelli
- L’impalatura fu un metodo di tortura molto usato nel medioevo. Il “criminale” veniva sollevato sopra dei pali acuminati tanto che poi la semplice la gravità lo tirava lentamente a terra fino a che l’asta di legno finiva per perforare il corpo della vittima uscendo dalla testa dalle spalle o dalla schiena, in modo che prima che il malcapitato morisse vi erano da ore di dolore lancinante e umiliante; questo metodo di esecuzione è stato utilizzato in tutto il mondo in un certo periodo della storia, ma è spesso associato all’Europa centrale e orientale le guerre tra i popoli europei e le forze ottomane erano bruciati; Vlad l’impalatore era un principe rumeno il cui pseudonimo è dovuto alla sua tendenza a punire i nemici attraverso l’impalamento.
- Lo scuoiamento ha una storia lunga e grottesca i documenti relativi a questa pratica risalgono addirittura l’impero neo assiro. Ma alla fine è entrata a far parte della maggior parte delle civiltà tra cui quelle dell’Europa medievale e i sacrifici umani degli Aztechi in Messico nelle diverse culture venivano utilizzate varie tecniche. Ma la base era sempre la stessa: tagliare lentamente e dolorosamente la pelle del corpo mantenendo la vittima in vita il più a lungo possibile. Il primo passo era quello di staccare la pelle dai piedi e dalle gambe, e la morte di solito era dovuta a una grave perdita di sangue e allo shock. Nei casi peggiori, ovvero quando c’erano degli scuoiatori esperti a praticare la tortura, si poteva tenere la vittima in agonia anche per diversi giorni.
- L’aquila di sangue non si sa se fosse realmente esistita se non nelle storie scaldiche: la la vittima veniva fatta a sdraiare a faccia in giù e tenuta in vita mentre le veniva tagliata la schiena le costole venivano separate dalla colonna vertebrale e i polmoni venivano fatti passare attraverso l’apertura per formare un paio di ali insanguinate; se le saghe vichinghe sono corrette questa tecnica di esecuzione, era uno dei modi più brutali dolorosi e terrificanti di morire.
- La condanna alle belve. Gli antichi romani erano noti per gli eventi pubblici con combattimenti di gladiatori nelle arene ma esisteva anche un metodo di esecuzione chiamato condanna alle belve che non era solo un modo per trattare I criminali, ma anche un intrattenimento per le masse romane, come tante altre torture dell’epoca: era una punizione per i peggiori criminali come gli assassini, gli schiavi fuggitivi o coloro che fomentavano le rivolte. Gli animali “addestrati” a uccidere le vittime erano molto rapidi nel passare da una vittima all’altra tanto che il numero più alto di vittime registrate uccise da un leone è stato di 200 in un evento nel Colosseo.
- Ingerire metallo fuso. Costringere un condannato a ingerire metallo fuso e incandescente era un metodo di esecuzione, piuttosto comune nell’antichità la vittima veniva imprigionata o legata e la sua bocca veniva aperta mentre il metallo riscaldato veniva versato nella sua gola questo provocava gravi danni agli organi interni. Si dice ad esempio che il generale e politico Romano Marco Licinio Crasso fu costretto a ingerire oro fuso quando i parti lo catturarono, allo stesso modo nell’antico Israele la legge mosaica prevedeva questa tortura per chi giaceva illecitamente con la figlia di un membro del sacerdozio.
- Tortura del ratto. Un ratto veniva posto dentro a un secchio rovesciato sullo stomaco della vittima, il secchio veniva poi scaldato per muovere il ratto a scavare nelle viscere della vittima. E’ associato all’Inghilterra elisabettiana ma anche ai regimi in America Latina.
foto quora altervista museo delle torture ©Francesco Spuntarelli