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I DPCM del Premier & C. in era Covid-19 imperversano come le “Grida Manzoniane”

NOI, QUELLI CHE ERAVAMO …..
ovvero l’evoluzione di un modus vivendi
 

______________FABRIZIO BERTOT *

Prima erano quelli che facevano la spesa, poi quelli che portavano a spasso il cane, poi ancora i runner e adesso è il turno di baristi, ristoratori, titolari di palestre, musici e teatranti che si aggiungono ai commercianti fissi ed agli ambulanti per infittire la rete dei “maledetti untori”.  Dai DPCM del Conte Casalino sappiamo con chi prendercela ma almeno questa volta non ci crediamo più. L’accanimento contro categorie che rappresentano intere filiere produttive non è tollerabile moralmente ma lo è ancor meno economicamente.

La chiusura di una serie di attività specifiche si aggiunge alla catena degli errori del governo giallo-rosso ed è un errore che l’Italia non può permettersi. Ma cosa hanno in comune queste attività?
Leggendo i DPCM del Conte Casalino sembrerebbe che siano tutte potenziali focolai di Covid da chiudere e sigillare al più presto, come han fatti gli ucraini oltre 30 anni fa con il famigerato reattore nucleare di Chernobyl. 

Voglio invece sottoporre a chi di dovere un’altra analisi che purtroppo accomuna gran parte di queste attività.
Tutte le grandi città italiane hanno visto negli ultimi anni crescere di molto il numero di bar, piccoli ristorantini, forme variegate di ristorazione e micro-ristorazione più o meno originali. Si sono moltiplicate le palestre, spesso sotto forma di circoli sportivi, legate a nuove o rinnovate discipline sportive: dalle arti marziali, alla danza, dal fitness alla boxe.

L’intraprendenza di tanti giovani in questi settori non è stata però sempre il frutto di libere scelte. Molte attività sono infatti figlie della crisi del 2008, quella della generazione del “non trovo nulla, mi apro qualcosa”. Chi attraverso le banche, chi con l’aiuto della liquidazione dei genitori, chi più semplicemente con i risparmi dell’intera famiglia, in tanti hanno con entusiasmo affrontato con un pizzico di originalità il mondo della ristorazione o dello sport creandosi uno spazio che permettesse loro di vivere.
Quante giovani coppie, gruppi di amici, spesso con una laurea in tasca e qualche mese di Erasmus all’estero, hanno portato con fiducia la propria piccola conoscenza del mondo sul grande terreno del lavoro in proprio e nella pericolosa giungla delle partite IVA? A questa generazione di microimprenditori, che da anni sostengono affitti, tasse e burocrazia, il governo dapprima ha chiesto di adeguarsi a nuovi e costosi protocolli in nome della sicurezza per poi colpirli alle spalle con DPCM tanto discutibili quanto implacabili.

senza aiuti dal governo
dipendenti a rischio

Cosa ne sarà di questo microcosmo di lavoratori in proprio e dei loro dipendenti? Hanno chiuso, aspettano risibili ristori che non copriranno le spese fisse, perderanno incassi, licenzieranno qualcuno e poi? Poi seguiranno le vere tragedie: per più di qualcuno si paventa lo spettro del ricorso all’usura andando così a finanziare il malaffare e la criminalità.
Davanti a molti di questi imprenditori si spalancherà il tunnel dei debiti da pagare con gli strozzini che li condurrebbe alla rassegnazione e quindi a svendere il proprio investimento. Ma chi sarà pronto in quel momento a rilevare queste microattivita? Di chi sarà la mano tesa che porgerà loro quattro spiccioli defraudandoli del sogno della vita facile.
Saranno gli stessi che si sono arricchiti alle loro spalle con l’usura. Ci saranno affari d’oro per le mafie e il malaffare che avranno a prezzi di saldo decine o centinaia di attività in mano. Migliaia di attività che saranno funzionali alle loro attività illecite. Pensiamo a quante occasioni per chi spaccia, traffica e ricicla denaro ci saranno al termine di questa notte buia, oscurata da un governo scollegato dal mondo reale che vede i focolai dove non ci sono. Per la sicurezza non solo economica speriamo in un cambiamento di rotta e di governo.
I DPCM di Conte Casalino non sono in grado di potenziare i mezzi di trasporto, di isolare i reparti covid negli ospedali, di fermare i flussi di clandestini da ogni dove. Un governo capace solo di cercare colpevoli la dove non ce ne possono essere.

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Fabrizio Bertot
Fabrizio Bertot

*FABRIZIO BERTOT, classe 1967, nato a Torino, imprenditore con la passione per la politica, già Sindaco di Rivarolo Canavese dal 2003 al 2012, EuroParlamentare nella 7^Legislatura. Esperto in relazioni internazionali e diplomatiche, specificatamente con la Federazione Russa ed i Paesi dell’ Est, è inoltre impegnato nella tutela del “Made in Italy” e per la revoca delle sanzioni economiche a carico della Russia.
La Redazione della Consul Press è ben lieta di ospitare nuovamente suoi interventi.  

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