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I falsi bisogni della società di massa: il pensiero di Herbert Marcuse

Herbert Marcuse, esponente della scuola di Francoforte, è il filosofo che ha più di tutti influenzato il movimento politico e sociale del ’68. Due delle sue opere, Eros e civiltà e L’uomo a una dimensione, sono state i manifesti di questa rivoluzione studentesca.

In particolare ne L’uomo ha una dimensione il filosofo descrive i meccanismi attraverso cui la società controlla i comportamenti degli uomini e in qualche modo li indottrina, per impedire lo sviluppo di un pensiero libero che possa avviare una rivoluzione verso un sistema sociale diverso rispetto a quello vigente.

Secondo Marcuse gli uomini non sono liberi anche se pensano di esserlo; e sentendosi liberi anche se non lo sono, non sentono il bisogno di liberarsi. Gli uomini che in realtà non si sentono liberi ma vivono in una condizione consapevole di sfruttamento non hanno la forza per avviare una rivoluzione dell’intero sistema. Quindi alla fine non si attua alcun cambiamento né a livello sociale e né  a livello politico.

Egli prospetta due diverse situazioni nelle quali gli uomini non sono liberi.

La prima è quella dell’uomo che vive in regimi totalitari: egli si vede privato della libertà con la forza; in questi sistemi chi non pensa secondo il regime o lo critica viene arrestato e anche ucciso. La libertà manca completamente ed è palese.

La seconda situazione è quella dei regimi democratici dove la libertà è solo apparente perché in realtà il controllo delle persone avviene utilizzando strumenti più raffinati: i mass media manipolano il pensiero non rendendo l’uomo libero ma poiché la manipolazione è invisibile e non viene percepita, l’uomo crede comunque di essere libero.

Il contesto confortevole in cui la società contemporanea fa vivere il popolo, non lo rende consapevole né di essere controllato e né di essere manipolato nei suoi bisogni, da parte di un sistema che ha interessi costituiti.

Marcuse distingue tra i bisogni veri che sono quelli fondamentali per la sopravvivenza e per realizzarsi come esseri umani quindi cibo, una casa ma anche un lavoro gratificante e l’amicizia vera… E poi ci sono i bisogni falsi quelli indotti dall’esterno che non nascono spontaneamente nell’uomo ma vengono in lui provocati per controllarlo.

E ed è proprio il filosofo a dare una definizione dei falsi bisogni ossia i bisogni oggi prevalenti di rilassarsi, di divertirsi, di comportarsi e di consumare secondo gli annunci pubblicitari, di amare e di odiare ciò che altri amano e odiano sono tutti questi falsi bisogni determinati da un potere esterno e sui quali l’uomo non ha alcun controllo. Spessissimo infatti gli uomini desiderano di consumare ciò di cui non hanno veramente bisogno: si pensi oggi al mercato dei cellulari per cui c’è sempre bisogno di un ultimo modello nonostante finché i cellulari non esistevano non ve ne era assolutamente bisogno. Questo del cellulare è senza dubbio un bisogno indotto. Si pensi anche ai talk show o ai meccanismi dei like nei social dove  la massa è portata ad amare o odiare senza essere veramente libera nel proprio pensiero.

In realtà quindi l’uomo è pilotato e controllato dall’esterno soprattutto per quanto riguarda l’acquisto di merci; proprio nel riconoscersi nell’acquisto di merci che Marcuse vede una nuova forma di alienazione, molto più pericolosa perché più subdola: l’alienazione nella merce. Secondo le sue stesse parole: i prodotti indottrinano e manipolano, promuovono una falsa coscienza.

L’effetto del consumismo è proprio questo: per l’uomo l’essere corrisponde all’avere, l’uomo si riconosce negli oggetti. L’uomo stesso diventa un oggetto e in ciò consiste la sua alienazione perché non è più ciò che è realmente ma diventa un oggetto.

Gli oggetti divengono attraenti perché viene manipolata la pulsione sessuale: le merci che debbono essere consumate vengono trasformate in oggetti di libido. La pubblicità trasforma la pulsione sessuale in attrazione verso le merci. Anche la massima libertà sessuale secondo il filosofo è un’altra forma di indottrinamento. La stessa sessualità viene dal sistema convertita in un prodotto da vendere.

Il modello di società nuova che Marcuse propone e che dovrebbe liberare l’uomo è quella in cui si recuperano le dimensioni umane ossia l’immaginazione e la fantasia. Quando egli parla di liberazione dell’eros per creare la società nuova e migliore, intende la liberazione delle facoltà creative che l’uomo ha dentro di sé. Quando parla di liberazione dell’eros intende il recupero delle facoltà che nella società industriale capitalista sono state messe da parte.

Egli vede nella società tecnologica il pericolo legato alla dimensione della società capitalistica cioè l’ossessione di consumo e di spreco. La società tecnologica fa apparire razionale ciò che è irrazionale per cui gli sprechi vengono fatti passare per bisogni necessari ossia obsolescenza degli oggetti. In questo tipo di società i valori culturali si appiattiscono sui valori sociali dominanti e la cultura di massa diffusa attraverso i mass media, determina l’appiattimento dei valori culturali  e il risultato del conformismo è ciò che lui chiama società unidimensionale.

L’uomo a una dimensione è l’uomo incapace di vedere un’alternativa a questa società che si adegua passivamente all’esistente, non riuscendo ad immaginare una società alternativa a quella presente. Il compito della filosofia è di opporre un rifiuto al sistema, di prospettare una speranza e far capire all’uomo che può esserci un mondo diverso da quello attuale. La filosofia deve far capire all’uomo che ci sono alternative diverse che lo possono liberare dalla dimensione costrittiva efficientissima e portarlo ad un godimento disinteressato, per renderlo pienamente libero.

Veronica Tulli

Foto © São João del-Rei Lixo Zero

bisogno, consumismo, Libertà, Manipolazione, mass media