I Gondolieri a Venezia, “Guardie d’Onore”
alla Laguna che deve nuovamente rinascere
I GONDOLIERI A VENEZIA, …..DA UN ANNO SENZA LAVORO |
“Mesi terribili, anche se la città è splendida nella sua solitudine”
…..così dichiara Maurizio Galli, coordinatore dei Gondolieri
____________a cura di Sandra Biasutti
Venezia come non si era mai vista nei tempi moderni: splendida nella sua solitudine, “in mano” solo ai residenti. Ma c’è il rovescio della medaglia e, tra le categorie più colpite dallo stop al turismo causato dalla pandemia da Covid-19, ci sono i gondolieri.
«Ormai è da più di un anno che il reddito è pari a zero», conferma Maurizio Galli, il coordinatore dei gondolieri della stazione gondole Santa Maria del Giglio.
I 28 gondolieri che qui, in altri tempi, rimanevano immortalati nelle fotografie di persone arrivate da tutto il mondo e facevano loro conoscere il fascino della città sull’acqua, oggi trasportano al più personale sanitario da una parte all’altra delle calli e lo fanno gratuitamente.
Condividono la sorte con questi lavoratori i ristoranti “Al Giglio” e “da Messner” (entrambi nelle foto), luoghi famosi proprio per ospitare i gondolieri e i loro ospiti. Il virus continua a mordere e in questa primavera alle porte è diventato ancora più aggressivo, forse addirittura più di un anno fa. A differenza di allora, però, ora la campagna vaccinale sta cercando di soffocarlo alla radice.
Nel frattempo, però, per tutti i 433 gondolieri e i 180 sostituti (gondolieri) di Venezia le condizioni di lavoro continuano a essere pessime. Tra di loro l’auspicio è che l’estate porti un deciso cambio di passo e, come si attende tutta l’economia, il secondo semestre 2021 sia l’inizio della rinascita.
«Venezia è straordinariamente bella in questi mesi, sorprende anche noi che pure ne conosciamo ogni dettaglio – ammette Galli -. Tuttavia, il nostro auspicio è che possa tornare al più presto a essere ammirata dai turisti di tutto il mondo, anche grazie al nostro servizio di trasporto».
A Venezia le gondole e i gondolieri datano addirittura attorno al Mille, mentre la prima rappresentanza visiva di una gondola risale al 1400. Per costruirne una ci vogliono circa due mesi e solo chi ha la tecnica necessaria e si attiene a un rigoroso codice di costruzione ha il permesso di esserne costruttore. Sono lunghe circa 11 metri e pesano 600 chilogrammi, per la sua realizzazione si usano otto diversi tipi di legno: olmo, mogano, betulla, quercia, tiglio, ciliegio, noce e larice.
Una “barca” unica, che può essere condotta da “capitani” altrettanto unici, come i gondolieri.
Un tempo essi acquistavano il diritto a esercitare questo mestiere come eredità, poiché il titolo di gondoliere veniva tramandato di padre in figlio per generazioni. Oggi, si diventa gondolieri dopo aver superato un test molto competitivo gestito dall’Ente Gondola. Bisogna aver frequentato la scuola di voga, conoscere le lingue straniere e la storia della città.
Dopo aver superato il test dell’Ente Gondola, è necessario svolgere uno stage e sostenere l’esame finale di pratica. Solo al termine di questo iter si ottiene la licenza di gondoliere e si ottengono i requisiti per poter esercitare il mestiere di Gondoliere. Chi passa l’esame finale è inizialmente “sostituto gondoliere” e cioè sostituisce il titolare di licenza per ferie o malattia.
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NOTE A MARGINE – Alla Consul Press è pervenuto questo articolo a firma di Sandra Blasutti, redattrice di “TiLANCIO”, Testata giornalistica diretta da Francesca Schenetti, con sede ad Udine.
Tale intervento è stato ripreso e corredato anche da altre foto, in quanto la nostra redazione ama Venezia, a cui sono stati dedicati numerosi articoli (anche su input del “Veneziano” Mattia Carlin, Vice Presidente dell’Ucoi), sia perché nutre una profonda ammirazione per il Veneto e per tutto il Nord-Est, sia perché inoltre ritiene che le eccellenze del Nostro Paese debbano sempre essere evidenziate, incoraggiate e sostenute.
Al riguardo, la Consul Press si è già da tempo schierata a fianco del Comparto Turistico/Alberghiero e Ristorazione (con tutte le Filiere collegate), “Comparto” forse tra i più penalizzati da questa drammatica pandemia, a cui si è concatenata una devastante crisi economica e finanziaria, purtroppo non doverosamente e sapientemente affrontata sino ad ora dai precedenti Governi e dalle varie Istituzioni.
Mentre, attualmente, si è in attesa di constatare un concreto ed effettivo “cambio di passo” e di più idonee strategie, personalmente desidero ribadire che questa nostra “Industria dell’Ospitalità” rappresenta il nostro biglietto da visita nel Mondo, costituendo un volano per la nostra economia, nonché un patrimonio imprenditoriale, professionale ed umano, con oltre un milione di “Addetti al Lavori” e delle loro Famiglie.
Un “Numero” che, per noi della Consul Press, non è una somma di codici fiscali e/o di partite iva, bensì un “Popolo di Persone” con una loro dignità, con una loro storia e con aspettative per un loro futuro.
__________ Giuliano Marchetti
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