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I miti della Creazione nel mondo greco

Tutto nasce, cresce e muore. Quello che provo per te è nato, crescerà, ma non morirà mai. Anonimo

Nel mondo greco ci sono stati diversi miti sulla creazione dell’universo che si sono stratificati in quello che conosciamo oggi con il termine mito della creazione greco o ellenico. Cominceremo riferendoci al mito pelasgico, ovvero a ciò che si pensava al riguardo in fasi preistoriche o arcaiche nell’ambito della cultura greca, sull’origine del creato.

MITO PELASGICO DELLA CREAZIONE

Il popolo dei pelasgi poteva dirsi all’inizio il cosiddetto popolo delle ” Terracotte dipinte” (popolo che migrò dalla Palestina alla Grecia) ma che poi venne assunto come termine per tutti i greci pre-ellenici. Per loro Eurinome, la Dea di tutte le cose,  emerse nuda dal Caos e non trovò nulla sotto i piedi per posarsi , divise così il mare dal cielo e cominciò a danzare solitaria. Mentre era intenta nella sua danza verso sud si voltò verso nord  e vide che qualcosa di nuovo si era creato e lo toccò con le sue mani, creò così il serpente Ofione che gli girava intorno mentre danzava. Eurinome danzava per scaldarsi perché non c’era nulla a parte loro due, Quando prese a danzare velocemente il serpente Ofione, acceso di desiderio, avvolse nelle sue spire le membra della dea e  a lei si accoppiò. Questo ci viene giustificato da Plinio nella Storia Naturale(IV) e da Omero nel ventesimo canto dell’Iliade del motivo per cui il vento del nord, detto anche Borea, nella loro concezione fosse un vento fecondatore. La Dea depose un uovo, l’uovo universale e obbligò Ofione a scaldarlo tra le sue spire, da qui nacquero tutte le cose: il sole, la luna, i pianeti, le stelle, la terra con i suoi monti, i fiumi e tutti gli esseri viventi. A questo punto i due si stabirono sul monte Olimpo ma Ofione irritò la dea vantandosi di essere lui il creatore dell’universo e lei lo colpì sulla bocca rompendogli i denti, questo ci spiegano i pochi frammenti dalle argonautiche di Apollo Rodio ma questo mito ci viene mostrato anche nei misteri orfici. A questo punto la dea creò le sette potenze planetarie e affidò a ciascuna di esse un titano e una titanessa come custodi. In questo periodo non vi erano sacerdoti e la donna dominava sull’uomo. Eurinome significa “Vagante in ampli spazi” ed era la dea nella sua epifania lunare. Il nome sumerico per questa divinità era Iahu “divina colomba”(nome poi usato per il Geova biblico) e fu, come colomba divina, simbolicamente tagliata in due da Marduk per inaugurare il nuovo ordine del mondo sumerico.  Ofione o Borea è poi il serpente demiurgo ebraico ed egiziano.

                  MITO OMERICO E ORFICO DELLA CREAZIONE

Il mito omerico è una versione modificata del mito Pelasgico in quanto Teti regnava sui mari (come Eurinome) e Oceano la avvolgeva (come Ofione). Il mito orfico della creazione invece parla di una dea Notte, che desta timore anche in Zeus; questa dea fu amata dal vento e depose, come Eurinome, un uovo cosmico, Eros detto anche Fanete (comunque personificazione dell’amore) nacque da quell’uovo e mise in moto l’universo, Eros aveva quattro teste e talvolta ruggiva come un leone, muggiva come un toro, sibilava come un serpente o belava come un ariete. Eros veniva anche considerato come il trascendente dio Iao: l’oracolo di Colofone identificò in Fanete e nelle sue manifestazioni animali le stagioni e nello specifico Zeus-ariete era la primavera, Elio-leone era l’estate, Ade-serpente era l’inverno e Dionisio-toro era l’anno nuovo. Con l’avvento del patriarcato il trono della notte venne dato a Urano.

                     MITO OLIMPICO DELLA CREAZIONE

Secondo il mito olimpico, forse quello che sarà sempre conosciuto come il più divulgato della tradizione ellenica, la Madre Terra emerse dal Caos e generò nel sogno suo figlio Urano. Questi guardò con amore sua madre dalle cime delle montagne e versò piogge feconde nelle sue pieghe generando erba alberi e fiori, e con questi belve e uccelli. quelle piogge poi formarono i fiumi che a loro volta formarono laghi e mari. I primi figli con aspetto quasi umano furono i giganti dalle cento braccia: Briareo, Gige e Cotto; poi generò i ciclopi monocoli, Bronte Sterope e Arge, che furono costruttori di mura e fabbri ferrai, costoro inseguito furono uccisi da Apollo per vendicare la morte di Asclepio. Molto probabilmente i primi tre erano chiamati così per il fatto che le sacerdotesse avevano collegi di cinquanta individui (come Danaidi e Nereidi). I ciclopi erano invece probabilmente una civiltà elladica primitiva che avevano tatuati dei cerchi concentrici sulla fronte e che si occupavano della lavorazione del ferro e degli altri metalli; i tatuaggi erano molto probabilmente in onore del sole e i cerchi erano delle unità di misura su cui i ciclopi come fabbri lavoravano.

Le popolazioni libiche sostengono che Garamante, un loro antenato mitico, nacque come gigante prima dei giganti dalle cento braccia, vi è infatti una popolazione libica, chiamata per l’appunto dei Garamanti, che venne conquistata da Roma nel 19 a.C. Garamante poi presenta la stessa radice di Gara, altro nome della dea Ker, patrona dell’apicultura e delle ghiande dolci che allora erano un nutrimento importante prima che si cominciasse a coltivare il grano

MITI FILOSOFICI SULLA CREAZIONE DEL MONDO NELLA CULTURA ELLENICA

Secondo alcune filosofie elleniche la creazione è avvenuta diversamente:Secondo la tradizione seguita da Ovidio, ricalcando il mito di Gilgamesh, da un unione tra Mare e Fiumi nacquero le Nereidi, in questi mito gli uomini vennero creati da Prometeo, coni il consenso di Atena, a immagine e somiglianza degli dei e poi infusi alla vita dalla dea stessa con un suo soffio, questo creò non pochi problemi nella cultura ellenica tarda quando già si assumeva che Zeus, uomo, fosse il padre di ogni cosa mentre questo mito dava questo potere a Atena, che era una donna. Il Mito di Gilgamesh segue invece l’ordine del mondo come stava andando allora, parlando della ribellione degli dei maschili contro le divinità femminili in auge fino ad allora. Secondo altri il Dio di tutte le cose (chiamato anche Natura) apparve dal Caos. Separò gli elementi del mondo e popolò ogni elemento con gli animali che gli competevano. Questi creò poi gli uomini che erano gli unici che potessero elevare la testa a guardare sole luna e stelle. Anche questo mito lascia aperta la possibilità che si trattasse di una creatrice al posto di un creatore e lo stesso problema si pone anche nella visione biblica degli ebrei. Per esempio nella Genesi “Uno spirito del signore” di sesso femminile si preparava a covare l’uovo del mondo anche se poi non viene detto se è lei che lo ha deposto; Eva d’altro canto prende invece il ruolo di Eurinome, schiacciando la testa del serpente, visto come male assoluto, anche se può scendere nell’abisso solo alla fine del mondo. Un’altra teoria filosofica, enunciata nella Teogonia di Esiodo, vede invece le Tenebre come punto iniziale e da queste tenebre nacque il Caos, poi dalla tenebra e dal Caos nacquero la Notte, il Giorno, Erebo e l’Aria. In seguito dall’unione di queste cose nacquero tutti i concetti del mondo e le altre cose tra cui i Giganti, i Titani, il Tartaro e le Furie. Le tre Moire e le tre Esperidi sono da considerarsi come la triplice dea del mito pre-ellenico e prendono il significato di sovrane della morte.

                             LE CINQUE ETA’ DELL’UOMO

C’era poi chi negava che l’uomo fosse stato creato da Prometeo o da qualsiasi divinità ma che ci sono state cinque diverse razze di uomo ognuna legata a un metallo a seconda del periodo in cui nacquero. Dicono costoro che la Terra li generò spontaneamente soprattutto nella zona dell’Attica, Alalcomeo il primo uomo veniva ascoltato da Zeus quando aveva dissensi con Era e fu tutore di una giovane Atena(Ippolito, confutazione delle eresie V ). Furono questi uomini la stirpe dell’età dell’oro e furono sudditi di Crono, non invecchiavano mai e la morte per loro era come un sonno. Poi venne l’età dell’argento i cui uomini erano soggetti alle leggi delle madri e non combattevano mai gli uni contro gli altri, Zeus li distrusse tutti molto probabilmente perché legati al matriarcato preesistente all’arrivo degli dei Olimpici.  Vi fu l’età del bronzo in cui gli uomini cadevano dai frassini come frutti maturi, godevano nel fare la guerra e furono uccisi dalla Morte Nera che si impadronì di loro. Poi vi fu un’altra generazione sempre nell’epoca del bronzo e questi furono gli uomini dell’epoca di Tebe degli argonauti e della guerra con Troia. Godevano costoro nel fare la guerra e furono gli eroi che dopo vennero incensati nei campi Elisi. La quinta generazione di uomini, considerata quella degli uomini di quel tempo, era quella del ferro che andava considerata come indegna della quarta (Esiodo, Le opere e i Giorni).

©foto studenti.it                                      ©Francesco Spuntarelli

©fonte i miti greci Robert Graves

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