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I musei reali di Torino

Una bella notizia per i turisti che visitano la capitale sabauda ogni prima domenica del mese é la possibilità di visitare gratis. su prenotazione.

Il palazzo Reale della città, che ospita e comprende gli appartamenti reali; Armeria Reale e la Galleria Sabauda.
Le sale del palazzo del Re di Sardegna sono il risultato di circa tre secoli di decorazioni e di allestimento di interni e di arredi che coprono un periodo iniziato nel 1563, quando Torino divenne capitale del Ducato ed Emanuele Filiberto di Savoia stabili la propria residenza nel palazzo del Vescovo fino al tempo di Carlo Alberto (1831=1849): in particolare, tra le altre, spiccano la sala da ballo e la sala da pranzo, senza tralasciare la visita finale alla Cappella della Sacra Sindone di Guarino Guarini, magnificamente riportata allo splendore iniziale dopo il lungo e difficile intervento di restauro terminato nel 2018, dopo il tragico incendio della primavera del 1997.
L’ Armeria Reale. ospitata in precedenza in altra sede, entra a far parte nel 2005 del percorso museale dopo una serie di lavori di riallestimento e restauro: possiede attualmente più di 5000 oggetti che spaziano dalla Preistoria al Novecento, tra i quali uno dei più importanti nuclei é costituito dalle armi e armature cinquecentesche; collegato all’Armeria é anche il Medagliere
Reale, destinato a raccogliere nei padiglioni la collezione di monete una selezione di antichità classiche e oggetti preziosi di Carlo Alberto.
Istituita nel 1832 per volontà del Sovrano. a torto poco conosciuta e meno visitata quando divi deva il palazzo di Via Accademia delle Scienze con il Museo Egizio. la Galleria Sabauda ha certamente guadagnato dal trasferimento dalla sua ex sede storica perché inserita in un percorso che consente al turista (italiano manche straniero) di conoscere un nucleo importante di opere che coprono il periodo dal Medioevo al Novecento: tra i quadri dei maestri italiani dal Trecento al Cinquecento si possono ammirare dipinti del Pollaiolo, Filippino Lippi e Paolo Veronese.
Il Museo ospita inoltre una ricca raccolta di dipinti di scuola fiamminga e olandese dal Quattrocento al Seicento, come Jan Van Eyck, Roger Van der Weyden, Hans Memling (stupenda la sua tavola di dimensioni ridotte con le storie della Passione di Cristo), Rembrandt e Rubens.
Momentaneamente chiusa da almeno un anno, forse per mancanza di personale o per altri motivi, la sezione dei pittori piemontesi che da sola vale la visita, dai primitivi al Sei-Settecento, che presenta opere. tra gli altri, di Martino Spanzotti. Defendente Ferrari, Macrino L’Alba e Guadenzio Ferrari.

Francesca Marti

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