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Il cibo nel medioevo

“Il Medioevo è una combinazione tra ciò che è esotico e le nostre radici”. (Jacques Le Goff)

Nel medioevo molti erano vegani ma non per vocazione ma piuttosto per necessità in quanto erano poveri e non conoscevano ne la carne ne i formaggi. Chiaramente se non conoscevi per nulla un tipo di cibo non conoscevi nemmeno le buone maniere per mangiarlo e quindi era facile essere riconosciuti al di fuori del proprio ceto sociale.

La scuola medica di Salerno

Chi poteva permettersi di mangiare cibo variegato costantemente seguiva la Scuola Medica di Salerno che a quel tempo stabiliva un poco la dieta per chi ne aveva la possibilità. Nel medioevo era una scuola di alimentazione conosciuta non solo in Italia ma anche in tutta Europa e si basava su quattro principi: Sangue, Flemma, Bile Gialla e Bile Nera.

Come e quali cibi si consumavano e come venivano usati nel medioevo?

La pasta si usava per contorno e aveva un gusto tra il dolce e il piccante.

Il latte non veniva bevuto in quanto considerato cibo per bambini e barbari, inoltre non si conservava bene da cui la necessità di trasformarlo in formaggio. Furono i monasteri dell’epoca a creare parmigiano brie e la mozzarella. L’invenzione e la divulgazione del parmigiano, tanto caro e costoso qui in Italia, fu ad opera dei monaci benedettini e cistercensi che dovevano trovare un modo di rendere il formaggio conservabile per lunghi periodi. Il formaggio si mangiava a fine pasto.

Il grano e il farro erano riservati ai soli benestanti quindi apparivano poco nelle mense degli umili.

La verdura era poco presente sulle mense dei ricchi (in quanto cibo da poveri) ed erbe e frutta venivano usati per bilanciare gli umori (vedi appunto la Scuola medica di Salerno e similari), aglio e ravanelli venivano usati per togliere i veleni dai corpi.

Per ciò che riguarda le salse si continuava a usare il garum come nell’antica Roma Il garum era una salsa liquida di interiora di pesce e pesce salato che si aggiungeva a primi e secondi piatti.

Il castoro, le anatre (da cui il detto che “l’anatra non è ne carne ne pesce” dei nostri nonni) e tutti gli animali di fiume venivano considerati pesci e quindi potevano essere mangiati anche in periodi di astinenza religiosa in quanto non erano ritenuti carne; allo stesso modo era consumato il latte di mandorla al posto di quello normale, di origine animale.

I bovini non si mangiavano spesso in quanto bestie da lavoro e quindi costosi da rimpiazzare rispetto alle altre specie di animali commestibili.

Pomodoro e patate non erano conosciuti e arriveranno dall’America in seguito, nel 1600 e nel 1700 ma vennero all’inizio dati solo agli animali (come il mais ai tempi dei nostri bisnonni).

Si facevano due pasti al giorno senza intermezzi e chiaramente erano un’ostentazione della ricchezza delle famiglie più abbienti quindi le spezie e le bevande più costose ed esotiche potevano averle soltanto loro. Il cibo salato si mangiava insieme con il cibo dolce.

Bevande e liquori

Birra utilizzata anche per la diuresi (ahi ahi Enrico ottavo) e vino erano molto utili in quanto il consumo di bevande alcoliche consentiva di avere più energie per muoversi in un mondo senza mezzi a motore che oggi conosciamo. Si beveva da bicchieri comuni ma ci si puliva la bocca prima di farlo.

Regole del galateo nel medioevo (l’addestramento di un gentiluomo, dodicesimo secolo)

Bisognava stare composti senza slanciarsi per prendere il cibo

Non si doveva parlare di argomenti che frenavano l’appetito ovvero non si parlava ne di politica ne di malanni.

Il cibo veniva preso da dei piatti di portata comune con le mani usando pollice indice e e medio e immersi in delle salsiere sempre comuni quindi non c’era una grande attenzione per l’igiene per quanto le mani venissero lavate spesso dagli acquamanici, servi devoti a questo compito durante i pasti dei signori e che tenevano degli orci pieni d’acqua.

Per prendere il sale si usava la punta di un coltello usato per quello scopo soltanto, in quanto il sale era prezioso e non si doveva sporcare.

Per ciò che riguarda le sedie a seconda del rango si aveva una sedia a parte: lo scranno era riservato solo al re o al più alto dignitario presente, i suoi uomini più importanti e i dignitari minori avevano delle panche su cui sedersi e gli sgabelli erano riservati soltanto alle persone di minor conto

Anche i poveri ovviamente tenevano in gran rispetto il cibo in quanto pasto offerto da Dio e quindi sacro.

Commensali a un solo lato del tavolo mentre il centro era lasciato ai servitori per portare il cibo e ad eventuali menestrelli o danzatori per intrattenere la tavolata.

foto dissapore                                                                        ©Francesco Spuntarelli

 

 

 

 

 

 

 

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