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Il Diario del Mondo, la “Lega dei senza Dio militanti” nella Russia bolscevica 1920-1990

Interviste e incontri particolari. La ricerca del sacro e del profano nella storia del XX secolo.

Raffaele Panico

 

Ucraina, esattamente cento anni fa, è una terra contesa ed arretrata. Nella primavera del 1920 venne girato un filmato sulla storia della “Setta dei Castrati di Kiev”. Setta che venne smantellata nel 1920 grazie alle nuove leve salite al potere i Bolscevichi. Il film è stato ritrovato nel 1990 a Mosca dal documentarista e storico delle religioni Marco Dolcetta(nella foto copertina). Venne girato grazie allo zelo della Sezione antireligiosa del ministero dell’Interno del regime sovietico a far data dal 1920.

Avrebbe dato lustro ed operatività alla Lega dei Senza Dio militanti, un’istituzione apparentemente autonoma la cui missione era sradicare il fanatismo religioso nelle popolazioni.

                         

Il film venne girato in Ucraina, ed è il resoconto documentario sebbene infarcito di finzione, sulle attività di una comunità agricola-religiosa cristiana ortodossa. Le scene del filmato evidenziano le mutilazioni auto-inflittesi sul corpo dai credenti per mortificare la carne e non dare spazio ai desideri, agli appetiti fisici carnali. Il problema e il dilemma sessuofobico delle religioni. La propaganda bolscevica mette a nudo il genere di vita che si svolgeva nelle chiese. Nel filmato si vedono ballare gli adepti della “Setta dei Castrati di Kiev”: degli invasati, posseduti come nella tradizione del Voodoo e nelle estasi dei dervisci del sud della Turchia. Allo stesso modo ballavano i Klisty la setta religiosa cui faceva parte anche Rasputin. Altre stranezze: i bambini messi nel forno… i religiosi che cercano di volare e riti di ogni genere per propiziare la pioggia contro la siccità incombente. Mentre i fanatici religiosi attendono la pioggia e i messaggi del divino, con riti propiziatori, la propaganda bolscevica si basa e intende insegnare la modernizzazione dell’Uomo nuovo sovietico. Nel film, mentre si biasimano i religiosi, si vedono le attività sovietiche che utilizzano macchine e le tecnologie e l’intelligenza del lavoro, ossia l’estrazione dell’acqua dai pozzi, il suo convogliamento in canali per l’irrigazione: è la logica del materialismo socialista.

In Ucraina, in quella primavera del 1920, nonostante tutti i riti e gli esorcismi della comunità religiosa, non pioverà, quindi per gli autori del film Dio non esiste. Al documentario sulla comunità, subentra il resoconto del processo cui vengono sottoposti i membri della comunità dei fanatici religiosi, accusati, e quindi condannati, anche di sovversione armata e di resistenza filo zarista al regime sovietico. Il processo si esaurisce così con una condanna a morte di tutti gli imputati. Dagli atti del processo emerge questa ideologia: la religione viene intesa come schiavitù spirituale che grava sulle masse e le costringe all’indigenza le abbandona alla superstizione e a un lavoro servile e per il perenne vantaggio di pochi padroni. In perfetta corrispondenza con queste affermazioni, l’articolo 13 del programma del Partito Comunista russo che afferma il completo e progressivo annientamento di ogni pregiudizio religioso per la realizzazione del nuovo Ordine economico sistematicamente e consapevolmente realizzato. Il processo termina e i partecipanti saranno tutti giustiziati. Furono considerati dei perversi, sadici ed autolesionisti, dei maniaci, per cui l’atto di accusa terminava così: “La morte di costoro è simbolo della giusta e sistematica lotta del proletariato contro ogni e qualsiasi religione.” Il film finisce con la pratica considerata esecranda del battesimo nel fiume, che era l’iniziazione religiosa di quella comunità cancellata dalla rivoluzione d’Ottobre.

La “Lega dei senza Dio militanti” divenne poi un apparato autonomo del ministero dell’Interno e della Propaganda sovietica. Nel 1925 contava 80.000 membri poi, nel 1932, era forte di ben 5 milioni di militanti. La parola d’ordine era: vogliamo bruciare le chiese del mondo intero in un incendio universale. Subito dopo la presa del potere, i comunisti iniziano l’assoggettamento progressivo della Chiesa ortodossa pretendendo atti di fedeltà e sottomissione al nuovo Stato sovietico da parte del patriarca Sergio. La forza d’urto principale però in questa battaglia contro il sacro è stata “La lega dei senza Dio militanti”, creata dal compagno bolscevico Jaroslavski, membro dell’Accademia delle Scienze dell’Unione Sovietica. In omaggio alla dottrina comunista si additava la religione come oppio dei popoli, i Senza Dio militanti radunano soprattutto i giovani e i giovanissimi reclutandoli in prevalenza tra le masse disperse e abbandonate dopo la tragedia della guerra civile. Durante la collettivizzazione forzata delle campagne, alla fine degli anni Venti, il Partito e lo Stato abbandonano ogni residua tolleranza, e i Senza Dio militanti sono in prima linea per eliminare dalle scuole gli insegnamenti religiosi, denunciare preti e contadini devoti, individuati come nemici di classe da liquidare. Jaroslavski nel 1928 afferma che lo scopo della Lega sarà quello di rendere il Vaticano, fra cento anni, il museo antireligioso più grande del mondo.

L’attività della Lega era ben pianificata, qui un passo dal testo ufficiale: Uno dei compiti più importanti, specialmente nella campagna, è la lotta contro i giorni di festa religiosi. In contrapposizione ai giorni di festa, la cellula locale dei Senza Dio deve promuovere passeggiate in comune per i campi con spiegazioni sull’adozione di macchine agricole, sull’impiego delle campane delle chiese per i bisogni dell’industria etc., il lavoro pratico della cellula antireligiosa deve manifestarsi anche nel far mutare le denominazioni religiose nelle città, nei villaggi, nelle vie e nel far sparire dagli edifici le immagini religiose. Bisogna fare un vasto lavoro di illuminazione nella lotta contro gli usi della chiesa, contro il battesimo, la benedizione nuziale etc. E poi bisogna passare ad un lavoro pratico di introduzione di battesimi rossi, di matrimoni e di funerali laici. Le denunce delle nascite, i matrimoni rossi, i funerali laici si devono fare con gran pompa, in modo da attirare l’attenzione del popolo. Il testo arrivava a scrivere anche una sorta di breviario ad uso dei Militanti: Primo – ogni Senza Dio militante deve essere a conoscenza delle deliberazioni rese nelle adunanze del partito riguardo all’azione antireligiosa, come anche delle deliberazioni plenarie del comitato centrale della Lega dei Senza Dio militanti. Secondo – la lotta contro la religione è una parte della lotta generale di classe degli operai contro il capitale, perciò, è assolutamente necessario che il Senza Dio militante abbia conoscenza esatta della situazione economica internazionale. Terzo – il Senza Dio militante deve mostrare che la religione in tutti i paesi e fra tutti i popoli è ugualmente un’arma della controrivoluzione e un mezzo di oppressione e sfruttamento dei lavoratori”.  Avevano i loro giornali, organi ufficiali e bollettini. Il giornale ufficiale della Lega dei Senza Dio militanti venne pubblicato settimanalmente e fino al dicembre del 1990. Poi tutto è cambiato in realtà senza che si cambiasse nulla. Infatti ha continuato le pubblicazioni con lo stesso direttore, con la stessa redazione e lo stesso formato, cambiando solo il titolo in Scienza e Religione. Il credo ufficiale dei Senza Dio militanti era esposto in un manuale, una sorta di contro Vangelo di circa 800 pagine, ad esempio, leggiamo:  “Oggi Dio non esiste più, Lenin è sceso sulla terra e tutti hanno cominciato a vivere felici – ed anche – L’uomo oggi può conoscere la verità: non è un atto irrazionale di fede, di presagio o una visione, non ha nulla di mistico, è una verità composta di certezze umane, uno specchio fedele del mondo reale...”

Una delle più curiose manifestazioni di propaganda era la cosiddetta Venturina, proposta ripetutamente dai capi della Lega, ai ragazzi militanti della Lega. Viaggi nel mondo rurale, dove c’era un contatto particolare, quasi pagano, con la natura, simile per certi aspetti al movimento naturalista fine Ottocento in Germania. I giovani militanti russi facevano una sorta di gioco a quiz, con in palio dei premi sull’erudizione in chiave di smitizzazione religiosa, rendendo così piacevole l’indottrinamento dei più piccoli. Uno dei riti suggeriti, in questa occasione, era la sostituzione nelle case e nelle famiglie delle immagini e delle simbologie sacre con le effigi e i ritratti di Marx e Lenin.

Erano linee guida tipiche degli Stati totalitari della metà del ventesimo secolo, approccio che intendeva modernizzare il popolo, per indottrinarlo secondo le maggiori prospettive dello Stato etico. Da questa visione sovietica esce anche il movimento Cosmista russo celebrato poi dal primo uomo nel cosmo, Juri Gagarin, pochi lustri dopo la vittoria contro la Germania nazista nel 1945.   

intervista, ed elaborati da testi e soggetti redatti e prodotti per “Il Diario del Mondo” 

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