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Il Dr. Mabuse e gli apprendisti stregoni. Formazione, Informazione e Previsione chi vince chi perde in Europa

Ha scritto Arnold Toynbee: “L’informazione minuta non è sufficiente per abilitare chi la possiede a predire risultati con esattezza e sicurezza, giacché essa non è affatto un’informazione completa. C’è una cosa che deve restare quantità ignota per l’astante meglio informato, giacché essa va oltre quanto sanno gli stessi combattenti o giocatori; ed è questo il termine più importante dell’equazione che il preteso calcolatore vorrebbe risolvere. Questa quantità ignota è la reazione degli attori quando verrà la prova. Questi impulsi psicologici, che è essenzialmente impossibile pesare e misurare e quindi valutare in modo scientifico in anticipo, sono le vere forze che in realtà decideranno dall’esito quando l’incontro avrà luogo. È per questo che i più grandi geni militari hanno sempre ammesso un elemento incalcolabile nei loro successi”.

Il film del 1922, “Il Dr. Mabuse”, di Fritz Lang 1922 – Germania è una pellicola che annuncia l’avvento del III Reich, dal fallimento della repubblica di Weimar, una lettura riproposta di monito per l’attualità.  

       Raffaele Panico 

Una prima scena del film; il Dr. Mabuse ha in mano una serie di foto ritratto, sono i suoi travestimenti che assume in varie tipologie di personalità; tra le mani le foto sono disposte a ventaglio, sta scegliendo quale ruolo rivestire per la prossima giocata e non è finita, alcune fotografie sono tratte da un mazzo posto su un tavolo da toeletta. Mabuse ne sceglie alcune le mischia come carte da gioco, infine ne sceglie una e la consegna al suo truccatore Spherri: è il suo servo-dipendente è anche cocainomane, ed è Spherri che lo acconcia ed esegue il travestimento prescelto quotidiano.  
Tanto basta per alludere a quanti oggi vivono giorno per giorno. Una seconda edizione del film è del 1933, è in sonoro, ed infine una altra edizione è realizzata dopo il secondo conflitto mondiale e gli inizi guerra fredda. Ma è la metafora del male assoluto preconizzata che interessa rivisitare con una manciata di immagini.

             

L’ISOLA DEI MORTI (in titolo di copertina) qui in particolare, i cinque dipinti del pittore svizzero Arnold Böcklin, realizzati tra il 1880 e il 1886; Von Ribbentrop e Molotov alla firma per il patto di non aggressione 1939. In una famosa foto storica, si nota il quadro  L’ISOLA DEI MORTI dopo la firma si vede in foto i due ministri e Adolf Hitler. 

I due regimi totalitari del XX secolo stanno per scontrarsi, avevano firmato il Patto Molotov-Ribbentrop nel 1939, solo un anno dopo il Patto a Quattro siglato a Monaco tra le potenze “centro-occidentali” (come scrive Il Popolo d’Italia venerdì 30 settembre 1938) di Regno Unito, Italia, Francia e Germania per la sistemazione dei Sudeti. Mussolini all’occasione si celebra l’uomo della pace ma, sono il nazionalsocialismo e il bolscevismo che fanno sul serio, e finirono per la follia di Hitler per la conquista di “spazio vitale” a sollevare sull’Europa lo spettro già enunciato circa cento anni prima da Karl Marx. Il filosofo che disse “uno spettro si aggira per l’Europa: il comunismo”. Il manifesto del partito comunista incomincia proprio con l’attesa di un’apparizione spettrale. La società borghese in fondo era già sull’orlo del tracollo, come l’Amleto di Shakespeare, il principe di uno Stato in decomposizione… Oswald Spengler osservava “Il tramonto dell’Occidente” e Arnold Toynbee avverte che quando apprese dello scoppio della guerra in Europa nell’agosto del 1914 ebbe in mente la guerra del Peloponneso e il tramonto dell’età dei greci antichi.

DELLE COSE NASCOTE IL BENE E IL MALE olio su tela anni ’80

Dopo la tragedia del 1914-18 nasce l’esigenza dell’uomo nuovo, in Italia con la presa del potere del fascismo – l’uomo nuovo fascista, in Russia con il bolscevismo e infine in Germania col nazismo, tentativi di cacciare dalla mente degli europei lo spettro evocato e quel tramonto che aleggiava in quelle società che dai fasti delle magnifiche sorti e progressive dell’Ottocento, e ogni altro spettro. Come la “terra di nessuno” tra le trincee del fronte, paesaggio spettrale di morte e morti che marcivano, i corpi di oltre 10 milioni di giovani caduti e lì, tra l’acre decomposizione e il filo spinato, e fusti di legni logori dalle esplosioni e schegge e proiettili là dove era un verde bosco, e il forte pungente acre odore di polveri di bombe; la morte dopo il trionfo della civiltà europea dell’800 si intendeva eliminare non accorgendosi, gli europei, nel loro insieme, che si andava verso ben più tragico esito: l’uomo raro. E cosa è, l’uomo raro se non l’Europa che decimata come dalla peste nera vide l’ecatombe delle sue popolazioni. Di quel tempo in Europa sappiamo che passato il Nadir della tragedia, il nostro continente si rialzò con l’Umanesimo e poi il secolo dopo col Rinascimento. Il ricorso al Primato degli italiani. E in quei decenni dell’Uomo raro emerse in Europa un nuovo stile artistico detto il “gotico internazionale, o gotico fiorito, stilema diffuso in tutte le Europe, ossia in tutti gli Stati d’allora che andarono verso formazioni statuali maggiori, escluse Italia e Germania. Oggi, lo spettro del tramonto contemporaneo non è ancora passato, ma una brezza dello spirito si leverà sull’Europa. Il genio degli italiani ha necessità che questa disastrata repubblica l’Italia venga sferzata come il cavallo di razza, farsi nazione reattiva, pronta a fare la parte che gli compete come la figura del Discobolo di Mirone che si appresta al lancio del disco, dobbiamo Rinascere assolutamente!

Capita che gli apprendisti stregoni paradossalmente creano l’effetto contrario. Non successe forse a Marx che predisse che la fase estrema del capitalismo avrebbe portato alla rivoluzione, prevista in Europa, nella Germania la più industrializzata. Ma, durante la prima guerra intrighi, intrecci lunghe mani, le cose nascoste hanno dato luogo al successo del comunismo dove? Dove Marx meno se lo sarebbe aspettato in Russia nel 1917 ! 
Come finisce il film di Fritz Lang “Il Dr. Mabuse” del 1922?

Dopo scene di danze e di delitti, di passione per il gioco e per la cocaina, di jazz e di retate poliziesche, sintomi del primo dopoguerra, speculazioni e manovre in borsa, avventurieri, fascino dell’occulto, prostituzione femminile e maschile stravizi, contrabbando, ipnosi e falsificazione, espressione della violenza e del delitto, immagini della depravazione tedesca al tempo dell’inflazione… alla fine il Procuratore Generale della città individua il male assoluto e gli assedia la casa: è lui Mabuse, schiera la polizia e Mabuse risponde al fuoco, arriva l’esercito, si sparano a volontà ma Lui fugge nelle fogne, la perfetta organizzazione della banda criminale non c’è la fa, preferisce il suicidio che la galera, come poi Hitler. Mabuse dalle fogne finisce in un bunker dove aveva la stamperia di banconote false. È la fine di Hitler a Berlino. Anni or sono in Occidente si è scritto e realizzato docu-film della presunta fuga di Hitler in Sudamerica…. I Russi invece molto più, diciamo, seri e ortodossi ed estranei alla sceneggiata del processo di Norimberga, sussurrano che hanno seppellito e poi rimosso tre volte il cadavere, di Hitler non c’è più nulla. Altro che mausoleo di Albert Speer per il corpo del costruttore del Reich dei mille anni.

“Lui luciferino” ha de-costruito l’Europa ed è ben riuscito, se decomposizione c’è essa ora è in teste vacue che si assillano tra loro, perché esse sono élites e con i  loro fantasmi oscillano tra i Palazzi del potere e falliscono ogni previsione e sembra non sanno che il film di Fritz Lang è finito e nelle sale è tornata la luce, gli spettatori sono liberi di andare alle proprie case. Mabuse nella repubblica di Weimar sguazza nell’ambiente della malavita, in cui opera in entità oscura e onnipotente, è uno psicoanalista e fa studio e ha pazienti anche di altissimo livello sociale e istituzionale, e tra le pieghe della società de-composta inserisce le sue carte-foto dei suoi giochi e si rende autore delle azioni più malvagie, ed eliminando ogni nemico o anche presunto tale.

 

 

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