Il film Matrix e l’idea di una realtà apparente.
Di recente è stato riproposto nel circuito multimediale il film di fantascienza Matrix uscito nel 1999 con la regia di Andy e Larry Wachowski, cui sono seguiti, nel 2003, Matrix Reloaded e Matrix Revolutions, due ulteriori film molto inferiori all’originale. Nella trama il protagonista Neo (Keanu Reeves), un pirata informatico, viene contattato da un gruppo di hackers accusati di terrorismo. La misteriosa Trinity (Carrie Ann Moss) lo conduce da Morpheus (Laurence Fishburne), capo del gruppo di hackers ribelli. Neo apprende così che la sua vita, come quella di tutta l’umanità, è un’illusione prodotta dalle macchine, che imprigionano gli esseri umani per ricavarne energia. Essi sono chiusi in capsule che contengono una sorta di liquido amniotico e dormono un sonno artificiale, mentre i loro recettori sensoriali sono collegati a un gigantesco computer. Tutte le sensazioni che provano (vista, udito, gusto, olfatto e tatto) risultano simulate da un complesso programma, la Matrice (Matrix) che proietta nel cervello dei prigionieri l’illusione di vivere nell’anno 1999 in un mondo reale, mentre essi sono corpi dormienti nelle vasche. Scoperta la verità, sarà proprio Neo, l’eletto destinato a liberare l’umanità, a dare battaglia alle macchine e ristabilire l’ordine naturale delle cose.
La realtà è proprio quella che vediamo?
Il film tratta la distinzione fra apparenza e realtà e il problema del rapporto mente-corpo, temi che da sempre hanno interrogato scienziati e filosofi. La storia narrata fa vedere che la realtà è diversa da come ci appare, e che c’è qualcuno che appositamente crea un mondo illusorio allo scopo di ingannarci e di tenerci sottomessi. Matrix potrebbe quindi essere letto come un rifacimento contemporaneo del mito della caverna, contenuto nel VII libro della Repubblica di Platone e riguardante, appunto, il rapporto realtà-finzione. Nel racconto mitico, Platone immagina che alcuni schiavi siano incatenati, sino dall’infanzia, in una caverna sotterranea e che siano costretti a vedere solo il fondo della grotta. Su questo fondo vengono proiettate le ombre di piccole statue situate alle spalle dei prigionieri i quali, non avendo mai visto altro, pensano che queste siano la realtà. Platone immagina, poi, che un prigioniero possa salire su per la via che porta all’apertura della caverna ed esca fuori conoscendo, finalmente, il mondo veramente reale. Chi scopre tutto questo ha poi il dovere di comunicare questa verità agli altri uomini. Costui, però, corre il rischio di essere scambiato per pazzo da chi è condizionato dai pregiudizi. Ci sono infatti molti individui che preferiscono rimanere ignoranti e schiavi delle apparenze, piuttosto che riacquistare la propria libertà.
La mente trasferita ad altri corpi
In Matrix gli esseri umani vivono incapsulati in vasche e i loro cervelli sono stimolati attraverso il sistema nervoso. I loro cervelli ricevono lo stimolo nervoso ma è chiaro che è la mente che viene interessata nell’operazione e non solo il cervello come organo. La mente non è il cervello e mente e corpo sono due sostanze diverse capaci di esistenza autonoma e di interazione reciproca. È come se si trattasse di un diverso tipo di trapianto di organo. Mentre nei comuni trapianti, per esempio di cuore, è il donatore che muore, nei trapianti di cervello sarebbe invece il donatore a sopravvivere. Dunque, alla seduzione della sopravvivenza dopo la morte si aggiunge quella di vivere una vita diversa, in un altro corpo, in un’altra situazione, con altre chances. È chiaro che non si può dire che la mente sia identica al corpo, sarebbe come sostenere che il movimento è identico ad avere un paio di gambe. Ma può esistere il movimento senza un paio di gambe? Molti, ad esempio da Cartesio, sostengono di sì e che la mente è appunto in grado di esistere anche senza un apparato fisico. Il fatto che la mente sia incarnata in un corpo è accidentale e mente e corpo sono assolutamente distinti e quindi una mente potrebbe trasferirsi in un altro corpo se fosse tecnicamente possibile, come descritto in Matrix.
Matrix potrà mai realizzarsi veramente?
Andare oltre il concetto di umano è una tentazione che è sempre stata presente nel corso della storia. Oggi però le tecniche di cibernetica e di intelligenza artificiale ci offrono delle possibilità che prima non avevamo. Alcuni “transumanisti” parlano di era dell’essere post-umano. Si cominciano a concepire uomini con capacità e desideri tanto superiori a quelli dell’uomo attuale da risultare irriconoscibili. Questo uomo nuovo avrebbe una vita sana e lunghissima, in grado di controllare desideri e stati d’animo per non sentirsi stanco o irritabile, ma anche provare i sentimenti di piacere, di amore e di apprezzare l’arte in modo molto. Questo mondo potrebbe essere popolato da intelligenze artificiali basate sui pensieri e sui ricordi di uomini che sono stati caricati in un computer o in reti informatiche superveloci. La forma potrebbe essere quella di un uomo potenziato e geneticamente modificato o mediante farmaci che contrastano l’invecchiamento e il deterioramento mentale. Potrebbe possedere interfacce neurali, protesi atte ad aumentare la memoria o essere in parte un cyborg, e quindi più forte e in forma. Tutti questi scenari possono sembrare inverosimili, ma tecnicamente non sono impossibili. La velocità sempre maggiore del progresso tecnologico ci porterà ben presto in territori inesplorati, e dato che il mondo moderno si è in gran parte sviluppato solo negli ultimi decenni, chi lo sa dove saremo tra duecento anni? Già ora si stanno sperimentando interfacce cerebrali nei soggetti con gravi handicap, ai ciechi vengono impiantati elettrodi nelle retine in modo che possano vedere per la prima volta dopo tanti anni. Prima o poi potrebbe essere creata un’intelligenza artificiale che consentirà a computer e robot di pensare come l’uomo. Films come Matrix o le sempre più numerose storie di fantascienza sulla Intelligenza Artificiale stanno ormai sviluppando un contesto culturale anche nel largo pubblico che favoriranno sempre più la diffusione delle macchine nella nostra vita quotidiana e nel mondo del lavoro portandosi dietro problematiche e contraddizioni.
Nicola Sparvieri
Foto © Mimesis Edizioni