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Il galateo come disciplina di studio e ricerca

Al giorno d’oggi il registro comunicativo relazionale sembra essere basato su una maggiore aggressività, ed è dilagante un “saper vivere male”. In questo contesto c’è da chiedersi se il galateo abbia ancora un senso o se lo si considera ormai solo un inutile complesso di rigide regole estetiche. Le sue origini sono antichissime: intorno al 200 a.C. Clemente Alessandrino, teologo e filosofo, compose l’opera Il pedagogo nella quale indicava regole di comportamento dallo stare a tavola, al modo di vestirsi più opportuno, al mangiare, a come utilizzare i profumi…

Nel tempo la morale virtuosa e il comportamento decoroso che erano prerogativa di un gruppo ristretto della società si collettivizzarono. Durante l’Umanesimo Erasmo da Rotterdam scrisse un trattato sull’educazione dei bambini rivolto a ogni classe sociale. Fu poi nel XVIII secolo che Baldassarre da Castiglione compose Il Cortigiano, opera che divenne testo fondamentale per chi voleva essere considerato un uomo civile. Era questi un uomo che sapeva farsi valere nella società e sapeva relazionarsi utilizzando unicamente le buone maniere e la cortesia ed era mosso da un ideale di armonia e bellezza, caratteristica fondamentale di un animo elevato.

Ma vero pilastro delle buone maniere fu senza dubbio il trattato di monsignor Giovanni Della Casa, Galateo, overo de’ costumi, che metteva per iscritto una serie di precetti di vita comune, elencando le regole di una buona educazione. La stessa parola galateo deriva proprio dal nome del vescovo a cui Della Casa dedicò la sua opera, Galeazzo Florimonte, Galatheus in lingua latina. Il testo si rivolge ad un giovane allievo per insegnargli i buoni costumi ossia come comportarsi nella società. Se è vero che Della Casa si interessò più alla forma che alla sostanza, fondando tutti i suoi precetti sulle apparenze, il galateo ebbe però l’effetto positivo di uniformare i costumi civili.

I buoni costumi sono indice del grado di civilizzazione di una società e le società cortesi sono quelle più civili: sono un ingentilimento dell’anima e rientrano in un processo di civilizzazione in cui l’essere umano perde il suo aspetto animale per portarsi ad uno stadio superiore di affinamento delle sue arti comunicative e relazionali. Sarebbe dunque necessario considerarlo una disciplina, un percorso di crescita. Il galateo e le buone maniere sono infatti importanti da riscoprire per migliorare le relazioni; sono il complemento necessario all’attitudine spirituale nei confronti delle persone che stanno intorno ed è interessante avere consapevolezza di quello che è rispettoso fare nelle altre culture.

Il galateo, le buone maniere sono connesse con la società, la sua cultura e le sue tradizioni; il cambiamento sociale dovrebbe comportare anche l’evoluzione del primo. La valutazione dei comportamenti quotidiani dovrebbe rapportarsi ai comportamenti migliori secondo la tradizione, non arroccandosi su posizioni vetuste ma dando seguito al cambiamento sociale. Per esempio oggi i social network, l’uso del telefono in mezzo alla gente e una diversa concezione di genere uomo-donna e quindi la stessa concezione di galanteria, dovrebbero essere valutati alla luce del cambiamento che portano in sé. Si può notare infatti che le società producono galatei quando c’è mobilità sociale e oggi è evidente che il processo di socializzazione non è riuscito a tenere il passo del processo tecnologico che è andato più velocemente.

Una delle critiche più frequenti che si solleva contro il galateo è  che sopprimerebbe la spontaneità e l’autenticità delle persone, vincolate ad un determinato comportamento; essere autentici vuol dire però essere rispettosi verso se stessi e le buone maniere aiutano a far uscire la propria autenticità nel rispetto delle altre persone. Il saper esprimere un concetto in maniera cosciente e rispettosa relativamente al contesto è ben diverso dall’esprimersi istintivamente. Si può dire quello che si pensa senza intaccare il messaggio e nel rispetto dell’interlocutore; le buone maniere sono una lingua che si apprende e con essa è possibile dire di tutto.

Si potrebbe definire il galateo come cultura interna viva in un mondo globalizzato: esiste infatti il galateo italiano, il galateo internazionale, quello dei paesi musulmani e anche in Italia, da regione a regione, le usanze e le tradizioni cambiano. Nel mondo degli affari per esempio spesso contano più le parole non dette che si evidenziano nei gesti, negli sguardi, nelle posture e in altri dettagli apparentemente insignificanti; ecco perché sempre più aziende organizzano per il proprio management scuole di galateo. Si tratta di vere e proprie docenze di galateo aziendale che aiutano a valorizzare il lavoro anche attraverso il cerimoniale delle relazioni pubbliche che sono il biglietto da visita di un’impresa. In queste situazioni il galateo crea un clima di fiducia e di rispetto che consente di aiutare gli imprenditori a capire come comportarsi per evitare fraintendimenti e semplificare trattative.

In particolar modo quando si ha a che fare con interlocutori stranieri bisogna conoscere alcune caratteristiche culturali dell’imprenditoria straniera e bisogna conoscere dinamiche comportamentali per non essere fraintesi o tacciati di maleducazione oppure non essere a propria volta offesi da comportamenti che nella nostra cultura avvertiamo come tali. È importante conoscere gli usi e costumi dei paesi con cui si devono stabilire relazioni commerciali: la scelta di luoghi, di colori, di posture, di argomenti potrebbero far naufragare accordi per i quali ci si è impegnati in complesse trattative.

Sarebbe auspicabile che anche nelle scuole venissero svolte lezioni di galateo perché le buone maniere sono un bagaglio culturale propedeutico per affacciarsi al mondo del lavoro e dell’università. Sarebbe opportuno stendere un piano che offre le basi necessarie del vivere comune ,centrandosi sulla comprensione dell’importanza della personalità, mettendo in discussione pratiche sociali giovanili come il bullismo, l’emarginazione, il potere del branco, le pratiche imitative. L’educazione oggi si è molto complicata se si pensa che oltre all’importanza del linguaggio nei rapporti interpersonali, dei gesti , delle azioni e dell’abbigliamento adeguato alle circostanze, c’è da gestire il preponderante impatto quotidiano della tecnologia, oggi alla portata di tutti, con social come Instagram, Facebook, Twitter, Linkedin…

Anche questa è la ragione per cui un po’ ovunque nei paesi occidentali, non in ultimo in Italia, sono molti i corsi e i workshop di galateo. A Roma per esempio, presso il Dipartimento di Storia Antropologia Religioni Arte è stato creato un percorso di specializzazione per la qualificazione di cerimonialisti professionisti. Si tratta di un Master di primo livello in “cerimoniale, galateo istituzionale” volto a creare professionisti di cerimoniale, protocollo sia nazionale che internazionale. Infatti i rapporti all’interno delle Istituzioni sono disciplinati da norme e prassi che ne garantiscono il rispetto. L’attuale approccio mediatico ha reso più democratica la partecipazione agli eventi istituzionali senza mantenerne la valenza simbolica. La disciplina del cerimoniale, unitamente al galateo e alle norme di protocollo, si pone a salvaguardia e garanzia di questo, per mantenerne la coerenza storica attraverso una mediazione di senso tra realtà istituzionali, nazionali ed internazionali, realtà private e cittadini.

Veronica Tulli

Foto © Lu.C Magazine

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