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“Il giorno delle sirene” di Wilma Avanzato:
un libro su uno spaccato d’Italia degli anni ’70

POST LA SERATA LETTERARIA DEL 28 SETTEMBRE ALL’HORA FELIX,
UNA RECENSIONE DEL LIBRO DI WILMA AVANZATO

___________a cura di LIDIA D’ANGELO

La lettura del romanzo “Il giorno delle sirene” di Wilma Avanzato ci riporta indietro ben oltre mezzo secolo nella storia d’Italia, all’epoca della grande contestazione non solo studentesca ma anche operaia, quando le università e le fabbriche del Nord venivano occupate dagli studenti e dai lavoratori che reclamavano, con manifestazioni molte delle quali violente, il riconoscimento dei diritti, allo studio per tutti gli studenti di varia estrazione sociale e per gli operai la riduzione del numero delle ore giornaliere in fabbrica e l’aumento dei salari.

Antonino, il personaggio principale del libro, è un giovane studente come tanti con uno spiccato senso della giustizia e dell’uguaglianza sociale; la famiglia di Antonino composta dai genitori e dai tre figli, era una famiglia tipo come tante altre dell’epoca, proveniente dal Sud del Paese, precisamente dalla Sicilia, catapultata in un contesto decisamente alieno per il loro modo di vedere la vita, le relazioni sociali e personali; la miseria e la povertà erano i motivi che spingevano migliaia di persone ad abbandonare  le loro case e anche gli affetti alla ricerca di una vita migliore ma non sempre questo sogno si realizzava.

Calogero, il padre di Antonino, si spezzava la schiena nei turni pesanti di lavoro nella fabbrica; per dimenticare il senso della sconfitta o almeno per attenuarlo un po’, si ubriacava, era diventato violento con i figli; la miseria, che non lo aveva abbandonato mentre lui aveva abbandonato la sua terra. lo aveva reso una specie di bruto che scaricava tutta la sua rabbia e le sue frustrazioni sulla famiglia, la moglie di salute cagionevole, faceva la sua parte lavorando duramente come domestica nelle case dei ricchi borghesi di Torino.

Antonino studiava, credeva che le capacità e che i talenti fossero fondamentali nella vita, il suo sogno era quello di diventare professore, purtroppo i suoi sogni si infrangono contro una realtà ingiusta e dura. Antonino abbraccia la causa dei lavoratori che lottavano, prepara i volantini che venivano distribuiti agli operai davanti ai cancelli delle fabbriche, insomma viene coinvolto nei tafferugli e nelle risse nel corso dei quali viene picchiato duramente da tre giovani.

Il protagonista racconta in prima persona tutto questo in un viaggio nella memoria e nel tempo che lo riporta indietro alle sue origini siciliane; ricorda le tensioni con il padre che voleva che lavorasse in fabbrica e lasciasse gli studi verso i quali era portato; ricorda i momenti drammatici delle “lotte operaie” nelle fabbriche fino al giorno per lui fatale quando casualmente incrocia sulla sua strada uno dei balordi che poco tempo prima lo avevano aggredito; l’incontro si conclude nel peggiore dei modi, dopo uno scontro verbale, Antonino scaglia una pietra contro il facinoroso che colpito alla nuca cade a terra, morto. (la foto qui pubblicata  è stata ripresa da “Strisciarossa”)

Tutte queste vicende si sviluppano in un arco di tempo di circa un decennio, esattamente gli anni Settanta; se il passato di Antonino era ricco di speranze e di illusioni, il suo presente, invece, è rappresentato dalle 4 mura anguste della cella del carcere in cui espiava la sua colpa; il rimorso per avere causato la morte di un essere umano lo rodeva dentro, Antonino ha eretto una barriera psicologica che lo separava da tutti, anche dalla dottoressa che doveva aiutarlo a uscire dallo stato di ipocondria nel quale era precipitato.

Dopo lunghi mesi finalmente Antonino è pronto a lavorare in una biblioteca tra i libri che ha sempre amato, un giorno incontra una professoressa molto stimata che accompagnava i suoi alunni nella biblioteca, la riconosce: era la ragazza della quale si era invaghito nel periodo delle lotte operaie, perfettamente integrata nella società che voleva distruggere con la rivoluzione. la donna non riconosce o finge di non riconoscere Antonino, dopo un saluto di cortesia si allontana.

La lettura del breve romanzo è facile e veloce, l’autrice utilizza un linguaggio efficace, servendosi anche del dialetto siciliano  per rendere i personaggi verosimili; le “sirene”  (come citate nel titolo del libro) che consigliano Antonino a fare o a non fare, che guidano le sue scelte, rappresentano la “voce della coscienza” del giovane che non si tira indietro in quel momento storico, desideroso di fare la sua parte nella costruzione di un futuro migliore per la società.

I lettori più maturi ricorderanno sicuramente i momenti di tragedia che hanno costellato i cosiddetti “anni di piombo”, quando la società italiana era ricca di fermenti di varia natura; i giovani non hanno vissuto in prima persona gli avvenimenti raccontati nel libro, ma la sua lettura li aiuta a conoscere e capire questa pagina buia della storia italiana  che ha cambiato lo stile di vita di un popolo intero, le cui conseguenze noi tutti viviamo.

_____________________LIDIA D’ANGELO 

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IL LIBRO “IL GIORNO DELLE SIRENE”, pubblicato dalle Edizioni Graus, è stato presentato il 28.09 all’HoraFelix  a cura dell’Associazione Iplac, nel corso di una pomeridiana con la presenza dell’autrice Wilma Avanzato e di Maria Rizzi – Presidente della stessa Associazione.
Una sintesi della presentazione, di cui qui in calce viene riprodotta la relativa locandina, è stata già pubblicata sulla “Consul-Press” martedì 2.10.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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