Il Parlamento europeo sotto lo scandalo Qatargate
Il Parlamento europeo è stato colpito da uno scandalo di corruzione, Qatargate, e a Bruxelles sono stati sequestrati migliaia di euro in contanti. Sono state arrestate 4 persone, tra cui degli italiani: la vicepresidente greca dell’Eurocamera, Eva Kaili, l’ex europarlamentare del Pd e fondatore della Ong Fight Impunity, Pier Antonio Panzeri, il suo ex assistente (nonché compagno di Kaili) Francesco Giorgi e il segretario generale di un’altra Ong, No Peace Without Justice, Niccolò Figà Talamanca.
Fermati ma poi rilasciati il padre di Kaili e un quarto italiano, Luca Visentini, segretario generale della Confederazione internazionale dei sindacati (Ituc, International Trade Union Confederation). Inoltre sono stati messi sotto sequestro anche gli uffici degli assistenti di due eurodeputati belgi di origine italiana, i socialisti Marie Arena (presidente della commissione per i Diritti umani) e Marc Tarabella (famoso in Italia per aver dato del “fannullone” a Matteo Salvini). Entrambi si sono autosospesi dalle cariche, insieme agli altri deputati S&D Pietro Bartolo (relatore ombra per il fascicolo della commissione Libertà civili sulla liberalizzazione dei visti) e Andrea Cozzolino (europarlamentare con cui lavorava il compagno della Kaili Francesco Giorgi).
Le accuse sono di reati per associazione a delinquere, riciclaggio di denaro e corruzione da parte di uno Stato del Golfo che, secondo il quotidiano belga Le Soir, sarebbe il Qatar dove si stanno attualmente svolgendo i Mondiali di calcio. I vertici di Doha si sono però difesi. “Respingiamo categoricamente qualsiasi tentativo di associarci all’inchiesta”, ha dichiarato il ministero degli Esteri dell’emirato spiegando che i rapporti internazionali qatarini coinvolgono le istituzioni, non le singole persone, e sono improntati al rispetto delle leggi internazionali. L’operazione, guidata dal procuratore belga Michel Claise, getta un’ombra sulla reputazione dell’Ue e del Parlamento europeo, in particolare sul gruppo dei Socialisti & Democratici, di cui fa parte Kaili e faceva parte Panzeri.
La presidente del Parlamento Ue, Roberta Metsola costretta a tornare in Belgio da Malta per assistere alla perquisizione a casa di Tarabella. Questo perché la Costituzione belga prevede che un deputato possa essere perquisito solo alla presenza del presidente della Camera d’appartenenza. «Il Parlamento sta collaborando attivamente e pienamente con le autorità di giudiziarie», ha sottolineato Metsola, «per favorire il corso della giustizia». La presidente ha inoltre ritirato tutte le deleghe affidate a Kaili in quanto vicepresidente, facendo seguito alla sospensione già attuata dal gruppo S&D e dal suo partito greco Pasok. La rimozione di Eva Kaili come vicepresidente del Parlamento europeo è stata approvata oggi con 625 voti favorevoli, 1 contrario e 2 astensioni. La stessa presidente Metsola ha ieri aperto l’assemblea plenaria dosando con cura parole molto pesanti: «Il Parlamento europeo, cari colleghi, è sotto attacco. La democrazia europea è sotto attacco. E il nostro modo di essere società aperte, libere e democratiche è sotto attacco».
Raphael Glucksmann, eurodeputato socialista francese, potrebbe chiedere che la Commissione sulle interferenze straniere da lui presieduta affronti il caso nelle prossime ore. «È giunto il momento di dimostrare che la democrazia non è in vendita», ha scritto il parlamentare su Twitter. E non si esclude che uno o più gruppi politici chiedano di inserire il tema nell’ordine dei lavori della sessione plenaria dell’Eurocamera, riunita a Strasburgo. Infine, il voto previsto questa settimana sulla liberalizzazione dei visti del Qatar verso l’Ue rischia di saltare.
«È un danno di reputazione molto serio. Il Parlamento europeo è sempre stato la punta di diamante per dei diritti. È una vicenda vergognosa e intollerabile» e «se sarà confermata potrebbe essere una delle più drammatiche storie di corruzione di questi anni», è stato il commento del commissario Ue agli Affari economici, Paolo Gentiloni. Ospite alla trasmissione tv “Mezz’ora in più” in onda su Rai3 aveva aggiunto che per Bruxelles è un «danno di reputazione molto serio perché il Parlamento europeo è l’unica istituzione europea eletta direttamente, è sempre stata una punta di diamante, un punto di riferimento sui principi e oltretutto lo è stata anche sulla risoluzione che riguardava il Qatar». Quanto ai riflessi sulla sinistra italiana, secondo il commissario Gentiloni «da tempo ha riconosciuto il fatto che i comportamenti di corruzione non sono appannaggio di destra o sinistra. Il punto drammatico è che, se saranno confermate le accuse, queste vicende riguardano le condizioni di lavoratori che operano in condizioni estreme e hanno bisogno di tutela e questo per la sinistra è un valore irrinunciabile. Ma i corrotti ci sono sempre stati, a destra e a sinistra», aveva concluso Gentiloni.
«Se ci sono dei parlamentari o assistenti che hanno commesso dei reati c’è una questione che riguarda le singole persone, non l’Italia e il Parlamento. Non dobbiamo permettere che la supposta colpevolezza di alcuni danneggi il ruolo del Parlamento e dell’Unione europea». Lo ha dichiarato il ministro degli Esteri Antonio Tajani, a Bruxelles in occasione per una riunione del Consiglio Ue con gli omologhi europei. «La presidente Metsola ha tutto il nostro appoggio a difendere il ruolo del Parlamento e a insistere sulla trasparenza, condividiamo tutte le iniziative da lei annunciate per aumentare la trasparenza», ha concluso Tajani.
Giorgia Iacuele