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Il pericolo del prossimo “Governo dei Magliari”

A VOLTE, LA POLITICA E’ COME UN FILM  ?

un’ analisi di FRANCO D’EMILIO 

“I magliari” è il titolo di un celebre film, diretto nel 1959 da Francesco Rosi e interpretato da Renato Salvatori, Alberto Sordi e Belinda Lee. La storia è ambientata nell’allora Germania Ovest e racconta gli imbrogli di un gruppo, appunto, di magliari italiani per vendere merce di dubbia qualità e provenienza.

Alberto Sordi in una scena de "I Magliari"
Alberto Sordi in una scena de “I Magliari”

Nell’immediato secondo dopoguerra i magliari erano venditori ambulanti di indumenti, soprattutto maglie, da qui il termine magliaro, che davano a intendere di vendere abbigliamento di buona fattura a basso costo, solo perché, diciamo, “fuori dalle regole del mercato”. Venditori, quindi, disonesti, inclini all’inganno, per questo, in senso estensivo, il termine “magliaro” è usato, da tempo, per indicare chiunque imbrogli il prossimo, magari incautamente credulone. Oggi, quest’ultimo significato pare, fra l’altro, di grande attualità, se riferito agli intenti di un governo Lega-M5S che pare prossimo, possibile, anche se, sicuramente, con parto serotino. Proprio così, il ruspista Salvini e lo scugnizzo Di Maio hanno concluso un contratto per vendere a tanti incauti italiani un mediocre governo dell’Italia, spacciato, però, di pregevole composizione ministeriale, come non mai, e, altrettanto inusualmente, fatto credere capace di conseguire tanti obiettivi, da tempo negli auspici di tutti noi cittadini: fra i più strombazzati il reddito di cittadinanza, la riduzione delle tasse con la “flat tax”, il blocco delle opere pubbliche inutili come la TAV, il superamento della legge Fornero sulle pensioni e naturalmente, ancora, l’immarcescibile lotta ai vitalizi, ai costi della politica, tanto efficace sul piano propagandistico.

E con gli operai dell’ILVA? ….. E con l’Europa: un piede dentro, uno fuori e le mani, però, entrambe libere?  Alcuni, scettici, increduli, hanno fatto un po’ di conti, per carità nulla di trascendentale, tra l’avere e il dare, rilevando un deficit nelle coperture.

Dunque, un governo Lega-M5S con la vocazione debitoria delle mani bucate, lontano da ogni politica d’investimento nell’impresa e l’occupazione, con un contratto governativo che parla al futuro senza un’analisi razionale e riflessiva del presente, infine con la faccia tosta di spacciare competenze mai viste dei suoi prossimi ministri, alcuni dei quali oscuri carneadi,  forse pure bugiardi, funamboli nella stesura dei loro curricula vitae!  Ohibò, con il possibile, prossimo governo di magliari rischiamo davvero, come si dice a Roma, che ci rifilino una volgare “sola”, insomma una bella truffa!

Intanto, Lega e M5S hanno dimostrato, non conoscendola, di non rispettare la Costituzione: hanno ignorato le prerogative del presidente della repubblica; hanno ridotto la figura del presidente del consiglio ad una sorta di segretario passacarte, burattino leghista e automa della piattaforma rousseau (…. scrivo minuscolo per rispetto al sommo autore del “Contratto Sociale” e dell’ “Emile”); hanno incluso nel contratto di governo pericolose insidie contro lo stato di diritto e la magistratura; hanno platealmente invocato il consenso dei gazebo e quello on line contro la democrazia rappresentativa del parlamento, quindi dei loro stessi deputati e senatori, agenti per delega degli elettori.

Salvini / Di Maio
Salvini / Di Maio

Alla fine, poi, la proposta di un tecnico come presidente del consiglio. Ma come, tanto casino su Monti, eppoi ci viene rifilato un professore, forse pure con qualche neo? Ah, dimenticavo Di Maio ha dichiarato che il prof. Conte, capo di governo in pectore gialloverde, è da tempo prossimo al M5S, non si sa per vicinanza o militanza, e questo basta a farne un soggetto politico e non tecnico, a differenza del povero Monti! Intanto, leghisti e pentastellati continuano a ripetere ossessivamente il mantra del “governo del cambiamento”, forse convinti dalla presunzione di Di Maio, dopo autoipnosi allo specchio, di scrivere davvero la storia.

Chissà perché tutta questa vicenda del governo Lega-M5S mi sollecita un’altra citazione cinematografica, quella del film “Amici miei” del 1975, regista Mario Monicelli, in particolare con un richiamo ad una battuta del conte Mascetti, interpretato da Ugo Tognazzi: speriamo davvero che tutto alla fine non si riveli amaramente solo una “supercazzola prematurata con doppio scappellamento a destra!”

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Franco D'Emilio

Storico, narratore, una lunga carriera da funzionario tecnico scientifico nell'Amministrazione del Ministero per i beni e le atiività culturali