Il prof. Vito Pansadoro racconta come la Clinica Pio XI a Roma ha affrontato l’emergenza Covid-19
Il peggio dell’emergenza sanitaria causata dall’epidemia del Covid-19 sembra passato, al momento i contagi stanno diminuendo un po’ in tutto il Paese.
Nella nostra intervista il professor Vito Pansadoro, Primario di Urologia della Clinica Pio XI di Roma e presidente della Fondazione Vincenzo Pansadoro per la ricerca Uro-Oncologica e Direttore del Centro di Urologia Laparoscopica e Robotica, ha affermato che non bisogna ancora abbassare la guardia perché il rischio di una seconda ondata di contagi è molto alto.
Nello specifico ci racconta come la clinica Pio XI ha gestito la pandemia nei mesi scorsi, ma anche quali saranno le misure da adottare in futuro.
In che modo la clinica Pio XI di Roma ha gestito l’emergenza sanitaria?
“Prima di tutto è importante dire che la clinica Pio XI è una struttura Covid-free, non ci sono stati casi di Coronavirus grazie a un’azione preventiva e tempestiva di controllo che ha permesso che il virus non entrasse nella struttura.
Noi abbiamo lavorato sempre con i pazienti affetti da patologie oncologiche e d’urgenza. Durante il periodo più grave della pandemia, la clinica, pur essendo una struttura privata, ha lavorato in stretta sinergia con il pubblico, soprattutto con le ASL del territorio.
Quando un paziente risultava positivo ai primi test veniva immediatamente segnalato alla Asl che lo prendeva in cura. Nei mesi scorsi, ma ancora oggi, a tutti pazienti che arrivano in clinica viene effettuato un “test rapido”, al quale ne seguono altri due.
In caso di dubbio si procede con una verifica più accurata tramite un test sierologico. A tutti viene misurata la temperatura all’ingresso della struttura sanitaria, ci sono due uscite divise per i pazienti e all’entrata sono presenti due box dotati anche di termo-scanner con videocamere”.
I dispositivi di protezione arrivano regolarmente all’interno della struttura sanitaria?
“Sin dallo scoppio dell’epidemia tutti i dispositivi sono arrivati regolarmente, utilizziamo come previsto dalle disposizione in materia di sicurezza e salute: maschere, gel, guanti, barriere in plexiglass e tutto quello che è necessario per prevenire e tenere lontano il virus.
Nella clinica inoltre, viene effettuata la sanificazione sia esterna che interna degli ambienti, viene utilizzato anche un robot all’ozono che permette di igienizzare in maniere approfondita ogni singola stanza o spazio”.
Che cosa pensa accadrà in futuro, il virus tornerà?
“Il virus non è stato ancora eliminato, non è scomparso dal nostro Paese. Non bisogna abbassare la guardia, ci stiamo preparando a far fronte a una seconda ondata di contagi nei prossimi mesi a causa anche di eventi di assembramento che si sono svolti in varie zone d’Italia nelle ultime settimane.
Al momento c’è una sorta di patologia psicologica, un senso di insicurezza che ci porta ad avere paura. Bisogna prepararsi a ogni tipo di evenienza per garantire e tutelare al meglio la salute di tutti i pazienti e cittadini”.