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“IL SEMAFORO” ….. punto e basta !

Il Semaforo “DISINCANTATO” (*)

ALESSANDRO RICCI 

Premesso che erroneamente era stato scritto  come il semaforo si fosse “INCANTATO”, è giusto precisare invece che era l’auto (l’Italia) ferma al semaforo in attesa di ripartire.  Con tale scritto, non si ipotizzava alcuna soluzione, ma si provava a fotografare una situazione (temporaneamente statica) collegandola ai tre colori di un semaforo, simili a quelli di tre forze politiche, ed alla posizione in un incrocio ove un’auto era ferma, e si apriva una strada a destra ed una a sinistra che, volendo, potevano indicare la posizione delle tre forze politiche con quei colori.

Per un paese che vuole ripartire, indipendentemente da ogni forma di governo e di tipo di repubblica, parlamentare o presidenziale, ritengo che sia più valida l’ipotesi di un Semaforo che quella di un Concerto di musica. Il Semaforo è in luogo aperto e regola l’inizio o la fine di una corsa, una sosta od una ripartenza, il Concerto generalmente è in un luogo chiuso, gli orchestrali sono spesso in un alveo protetto ed i movimenti sono quelli del Direttore.

Le due ipotesi solo una cosa hanno in comune: il numero dei soggetti. Al Semaforo c’è l’auto, le strade, il guidatore;  al Concerto c’è il Direttore, gli orchestrali o gli strumentisti, l’ auditorio con gli spettatori. Mentre nell’ipotesi del semaforo l’azione è in mano al guidatore, in quella del concerto l’azione è in mano al Direttore ed il povero spettatore può solo applaudire o non applaudire. 
Allo scattare del giallo, o ci si ferma o velocemente si attraversa l’incrocio, ma se ci si ferma, bisogna pensare a quale strada prendere una volta che arriva il verde e questa scelta è in mano al guidatore, questa potrebbe configurare forse la Repubblica Parlamentare, quella che attualmente è sovrana in Italia.

Nel concerto, alla prima “bacchettata” del direttore inizia la musica, lo spettatore ascolta più o meno interessato, è il direttore che da il via ai vari strumentisti, mostra continuamente le spalle allo spettatore, e solo quando ha completato la sua azione si gira verso di lui per avere un applauso, forse in questo si potrebbe configurare la Repubblica Presidenziale, quella di cui si è tanto parlato e scritto se non erro negli anni ’80/ ’90 prima dell’arrivo di Berlusconi e di Forza Italia.

Tanti filosofi, fin dai tempi dell’antica Grecia, hanno scritto di democrazia e di dittatura, non entro nel merito, il discorso sarebbe lungo e molto difficile e comunque, non si arriverebbe ad una soluzione, ma se parliamo di repubblica credo che quella parlamentare sia migliore di quella presidenziale. 
La repubblica parlamentare è legata ad un Primo Ministro che può governare con un monocolore o eventualmente deve allearsi con uno o più partiti per poter esercitare la sua azione di governo, nella situazione attuale si è gridato allo scandalo perché, in forza di sondaggi, di elezioni locali, di elezioni europee, alcuni partiti forti di quei risultati hanno chiesto di andare immediatamente a nuove elezioni senza concedere al primo ministro la possibilità di formare un nuovo governo.

A parte i sondaggi, che lasciano il tempo che trovano, vale la pena di ricordare la frase molto usata da Giulio Andreotti «Il potere logora chi non ce l’ha». Un recente sondaggio Ipsos, pubblicato dal Corriere della Sera per misurare gli effetti della crisi sui leader, ha indicato il gradimento verso il Ministro degli Interni in calo, passato dal 51% del mese di luglio al 36% con -15 punti in poco più di un mese, le elezioni locali e le elezioni europee molto spesso hanno premiato più i partiti all’opposizione che non quelli al governo.

Allo scritto era stata unita l’immagine di questo francobollo, che presenta uno dei colori del semaforo al posto sbagliato, con lo scopo di evidenziare che spesso c’è una notevole confusione nei colori, così come tra destra e sinistra, non è questione di poltrone, facciamoli lavorare, vediamo cosa sono capaci di fare, se fanno danni mandiamoli a casa.

Per quanto riguarda poi la repubblica presidenziale…. non scherziamo: vediamo il Sud America, gli Stati Uniti, la Russia, nonché le repliche del Medio Oriente che sono ereditarie; teniamoci la repubblica parlamentare, anche lì si può fare di tutto: a Londra pare che il Parlamento sarà chiuso fino a metà ottobre per evitare un voto contro la brexit.

(*) Replica di Alessandro Ricci
versus Giuliano Marchetti 

 

 

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