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Il Vittoriano ad Horafelix

Martedì 13 novembre il nuovo centro di cultura Horafelix ha ospitato un Convegno particolare e piacevolissimo sulla genesi ed il significato del Vittoriano di Piazza Venezia di Roma. 

I referenti Massimo Finucci e Clarissa Bafaro, entrambi accademici riconosciuti e con ampio spettro di competenze, dopo un lavoro lungo e non facile di reperimenti fotografici, storici, di prove provate e fonti antiche e nuove, hanno spiegato il significato insolito e simbolico del Monumento ai Caduti di tutte le guerre: una continuità di valori dalla più profonda antichità (tracce villanoviane) alla storia recente (gli eroi di Nassirya). il Milite colà custodito è ignoto, vale a dire è l’emblema dell’italico valore nazionale e militare.

La statua di Minerva, al centro, è simbolo delle virtù italiche come, all’interno, a sua diretta corrispondenza, la figura di Cristo esalta le virtù dell’uomo e ne fa esempio. I gruppi marmorei sono la base della civiltà italiana, corrispondenti alle virtù riprese dalle scuole religiose, non solo quella cattolica, non si dimentichi che le religioni tutte sono metodi per il cammino verso Dio: la Forza, la Legge o Giustizia, la Prudenza, e le statue che ornano il culmine del monumento sono nate dalle ventuno mani delle ventuno Regioni d’Italia.

Unione, nel “parcere subiectis” e nella collaborazione di ognuno per ciò del quale è dotato, magnificamente scolpita e chiara nel messaggio. Forse le figure non colpiscono subito lo sguardo di chi passa, ma, una volta riconosciute nel simbolo, non vanno più via dalla mente, durature, come l’inconscio umano. Allo stesso modo le ali, a bassorilievo e dal moto avvolgente, simile alle Cantorie fiorentine, raffigurano l’ode in pietra del lavoro umano  e della Natura, sacro dualismo della buona esistenza, della fecondità e del progresso. Sotto una Minerva guerriera e maestosa, il sacro sepolcro del soldato italiano, protetto ed esposto insieme per dare dimensione della grandezza romana ed italiana della terra . 

La bellissima relazione è stata corredata da un filmato di significato profondo: la traslazione dell’Ignoto milite e della cerimonia relativa, che, nella penombra del locale, ha commosso più o meno un po’ tutti. Ma la commozione non basta: il sentimento di Patria è, soprattutto, presenza continua e memoria.

Marilù Giannone