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corte di cassazione

Immigrazione e Saluto Romano, Giorgia Meloni e Corte di Cassazione

Scritto da Franco D'Emilio il . Pubblicato in , .

Solo “UN PESO e UNA MISURA” da pare di GIORGIA MELONI
per le sentenze della Corte di Cassazione a Sezioni Unite

Poco tempo fa, su un social il Presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha espresso il suo disappunto per la sentenza della Corte di Cassazione a Sezioni Unite che ha condannato l’esecutivo a risarcire un gruppo di immigrati illegali, trasportati dalla nave Diciotti.

Dunque, amaro dirlo, un risarcimento con i soldi dei cittadini italiani onesti, chiaramente colpiti, vessati dall’immigrazione fuorilegge. Per carità, niente da obiettare, giusta e condivisa la delusione della Meloni che, fra l’altro, fedele al protocollo istituzionale, non ha messo in discussione né criticato la sentenza della Suprema Corte, proprio per il rispetto dovuto all’autonomia dei giudici.
Peccato, però, che sempre Giorgia Meloni non abbia, invece, espresso alcuna contrarietà alla evidente, mancata applicazione o alla riluttanza applicativa di un’altra sentenza, sempre a Sezioni Unite, della Corte di Cassazione: quella del 19 gennaio 2024 che ha riconosciuto la legittimità di certa ritualità fascista, quali il saluto romano o l’appello del “Presente!” nell’ambito di momenti di esclusivo intento celebrativo, commemorativo.
Il Presidente del Consiglio ha ignorato tale sentenza, sorvolandola, quasi facendo spallucce ad essa e al suo valore, finalmente liberatorio di tanta commemorazione fascista, ora non più perseguibile. Ma come si fa a commemorare appieno il giovane Sergio Ramelli o i caduti di via Acca Larentia se, poi, si tacita, si mette la sordina ad una sentenza che riconosce pienamente il diritto commemorativo secondo la gestualità e lo spirito acclamatorio fascista? Gli Ermellini a Sezioni Unite hanno sentenziato che la celebrazione della memoria fascista, saluto romano e grido del Presente! compresi, non costituisce affatto motivo né di una pericolosa apologia né di una rischiosa ricostituzione del disciolto Partito Nazionale Fascista.

                                 

Invece, niente. Polizia e Carabinieri continuano a presenziare, controllare e filmare tranquille commemorazioni fasciste: ironia della sorte, i fascisti della memoria sono “attenzionati”, segnalati, tenuti d’occhio, ancora per la possibilità di una loro denuncia per apologia o ricostituzione del PNF. Né Meloni né il ministro della giustizia Nordio hanno manifestato il minimo disappunto, anche di solo giudizio politico, circa lo scarso, quasi nullo rispetto della sentenza di Cassazione, relativa all’impunibilità del saluto romano od altra ritualità fascista in un frangente solo commemorativo. Al contrario, adesso, pieno rispetto della sentenza sugli immigrati illegali della Diciotti.
Quanta palese contraddizione! Dispiace dirlo, eppure la cosa è spiccatamente evidente ovvero rispetto a due sentenze Giorgia Meloni non manifesta neanche due pesi e due misure, ma soltanto un peso e una misura, entrambi a favore degli immigrati fuorilegge.
Senza alcuna considerazione il diritto commemorativo fascista, riconosciuto tale dagli Alti Giudici!
Che strano, per una politica, oggi Presidente del Consiglio, che pur proviene dall’esperienza della destra radicale, in parte anche di retaggio storico e ideale fascista! Proprio la destra radicale, tanto attiva nella sua proposta sociale, non apprezza affatto questa distanza di Meloni dalla sentenza della Cassazione che, inequivocabilmente, sul Fascismo ha fatto chiarezza tra apologia e commemorazione. Forse, questo atteggiamento rispecchia l’attuale trasformismo di Fratelli d’Italia secondo lo spirito di una risorgente “democristianeria”?

  Immagino la delusione dell’Avvocato forlivese Francesco Minutillo, da sempre uomo della cosiddetta destra sociale e da anni strenuo, combattivo difensore di cittadini, trascinati in tribunale per la partecipazione ad un momento commemorativo con inevitabili saluti romani e appello del Presente!: comunque, la sua battaglia, anche rappresentata nel fortunato saggio, foto a destra, “Anche i Fascisti hanno Diritti. Settant’anni di processi al Saluto Romano”, certo non demorderà, ancora di più alla luce di un significativo pronunciamento della Cassazione, seppur ignorato, accantonato e spudoratamente inapplicato.

 

 


Foto autore articolo

Franco D’Emilio

Storico, narratore, una lunga carriera da funzionario tecnico scientifico nell’Amministrazione del Ministero per i beni e le atiività culturali
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