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In Macedonia del Nord proteste contro l’adesione all’Unione europea

In Macedonia del Nord ci sono state nuove proteste contro la proposta di mediazione francese per favorire l’avvio del negoziato di adesione all’Ue. Le proteste sono avvenute in coincidenza con i colloqui che il presidente del Consiglio europeo Charles Michel ha avuto con la dirigenza locale. Un sit–in davanti alla sede del Governo con slogan quali “Dimissioni, dimissioni“, e “Macedonia, solo Macedonia, mai Macedonia del Nord“. Per le opposizioni, la proposta francese accettata dal Governo ma ancora in discussione in Parlamento e in vari consessi istituzionali, è contraria agli interessi macedoni e altro non è che una capitolazione dinanzi alle richieste identitarie bulgare. Si tratta, a loro avviso, di un ultimatum inaccettabile. Alcuni hanno sistemato delle piccole tende davanti al Governo, dove è stata annunciata una nuova manifestazione di protesta.

Per Kovacevski, premier macedone, la proposta pone le questioni storiche bilaterali con la Bulgaria al di fuori del quadro negoziale, ed esse saranno risolte fra le parti. La proposta europea consente l’avvio incondizionato dei negoziati di adesione con l’Ue.

«Siamo consapevoli delle preoccupazioni sulla vostra identità nazionale, potete contare sul mio sostegno sistematico ai vostri diritti legittimi», afferma Charles Michel a Skopje al termine dei colloqui con la dirigenza locale. Parlando in conferenza stampa con il premier macedone Dimitar Kovacevski, il presidente del Consiglio Ue ha lanciato un appello a dire sì alla proposta francese per superare lo stallo con la Bulgaria e consentire l’avvio del negoziato della Macedonia del Nord con Bruxelles. «Un’opportunità storica, troppo importante per lasciarsela sfuggire».

«Spetta al Parlamento prendere una decisione definitiva sulla proposta francese, che consenta l’avvio del negoziato con l’Ue», riferisce il premier macedone Dimitar Kovacevski. «Dopo che avrà ricevuto le conclusioni del Parlamento, il Governo presenterà ufficialmente la sua risposta all’Unione europea. La proposta in discussone in questi giorni in Macedonia del Nord include le nostre osservazioni e le opinioni da noi chiaramente espresse. Stiamo proteggendo l’interesse pubblico e l’identità nazionale macedone. Poi ha sottolineato come nella proposta in discussione la lingua macedone viene equiparata in tutto e per tutto alle altre lingue della Ue. «Noi macedoni siamo orgogliosi della nostra storia, lingua, identità con tutti i suoi aspetti».

L’allargamento è il processo che consente ai Paesi di aderire all’Unione europea, dopo che questi hanno soddisfatto una serie di condizioni politiche ed economiche.

Tutto parte dalla presentazione della domanda di adesione all’Ue e la sua accettazione. Conseguentemente i Paesi possono avviare un processo che comprende una serie di tappe atte a contribuire la preparazione del Paese a un’eventuale adesione.

L’allargamento dell’Unione europea incoraggia le riforme democratiche ed economiche nei Paesi che desiderano diventare membri e promuove una maggiore stabilità e prosperità in Europa.

Tutti i Paesi candidati devono soddisfare i criteri di Copenaghen (denominati dopo il Consiglio europeo di Copenaghen del 1993 che li ha definiti). Quindi per diventare Stati membri bisogna assolvere:

  • criteri politici: istituzioni stabili che garantiscano la democrazia, lo Stato di diritto, i diritti umani nonché il rispetto e la tutela delle minoranze;
  • criteri economici: un’economia di mercato funzionante e la capacità di far fronte alla concorrenza e alle forze di mercato;
  • capacità amministrativa e istituzionale di attuare efficacemente l’acquis dell’Ue (insieme di diritti comuni) e capacità di assumere gli obblighi risultanti dall’adesione.

Ad essere importante è anche la capacità dell’Unione europea di assorbire nuovi membri, pur mantenendo lo slancio dell’integrazione.

Benefici

  • maggiore prosperità per tutti gli Stati membri
  • maggiore stabilità in Europa
  • maggiore peso dell’Ue sulla scena mondiale

Dal 1957 il numero degli Stati membri dell’Unione europea è via via aumentato. Nel 2004 vi aderirono contemporaneamente dieci Paesi. In precedenza erano stati ammessi da uno a tre Stati alla volta.

Dopo molte adesioni, nel 2020 il Regno Unito è stato il primo Paese a uscire dall’Ue.

Nel 2004 si è compiuta la più grande fase di allargamento della storia, che ha visto l’adesione di Polonia, Ungheria, Slovenia, Repubblica Ceca, Slovacchia, Lettonia, Estonia, Lituania, Cipro e Malta. Nel 2007 sono entrati altri due Stati: la Bulgaria e la Romania. La Croazia è stata l’ultimo Paese ad aderire all’Ue il 1° luglio 2013.

Per rilanciare e accelerare il processo di adesione il Consiglio dell’Ue e il Consiglio europeo hanno approvato una nuova metodologia di allargamento nel marzo 2020.

La nuova metodologia offre ai Paesi candidati maggiori opportunità di rafforzare le misure di integrazione a condizione che i Paesi abbiano compiuto progressi sufficienti delle riforme.

  • Integrazione più stretta del Paese con l’Ue e un lavoro volto ad accelerare l’integrazione e l’inserimento progressivo nelle politiche, nel mercato e nei programmi dell’Ue, garantendo al tempo stesso condizioni di parità;
  • aumento delle opportunità di finanziamento e di investimento, anche attraverso uno strumento di sostegno preadesione basato sui risultati e orientato alle riforme e una cooperazione più stretta con le istituzioni finanziarie internazionali per mobilitare sostegno.

In caso di stallo o recesso delle riforme da parte di un Paese candidato, la metodologia prevede la possibilità di imporre sanzioni.

La nuova metodologia è stata inclusa nei quadri di negoziazione esistenti e sarà integrata in quelli futuri di negoziazione con i Paesi candidati.

Successivi allargamenti dell’Ue

  • 2013: Croazia
  • 2007: Bulgaria e Romania
  • 2004: Cipro, Estonia, Lettonia, Lituania, Malta, Polonia, Repubblica ceca, Slovacchia, Slovenia e Ungheria
  • 1995: Austria, Finlandia e Svezia
  • 1986: Portogallo e Spagna
  • 1981: Grecia
  • 1973: Danimarca, Irlanda e Regno Unito

Avvio dei negoziati di adesione

  • Serbia – gennaio 2014
  • Montenegro – giugno 2012
  • Turchia – ottobre 2005

Decisioni relative all’avvio dei negoziati di adesione

  • Ucraina e Moldavia – Paesi candidati da giugno 2022
  • Albania – da giugno 2014
  • Repubblica di Macedonia del Nord – da dicembre 2005.

Giorgia Iacuele

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