Intervista all’ambasciatore del Kuwait a Roma: rapporti tra i due Paesi, Qatar, Iran e Medioriente
L’incontro con l’ambasciatore del Kuwait in Italia, Sheikh Azzam Mubarak Sabah al Sabah, presso la sua residenza a Roma, ha rappresentato l’occasione per uno scambio di vedute a 360 gradi sui rapporti bilaterali tra Kuwait e Italia e altri importanti temi di politica internazionale.
Occasione importante di questo incontro è il 30° anniversario della Guerra del Golfo (17 gennaio 1991): il conflitto (terminato poi il 28 febbraio successivo) in cui una coalizione di 35 Stati, Italia compresa, formatasi per mandato e sotto l’egida ONU e guidata dagli USA, intervenne contro l’Iraq per restaurare la sovranità del Kuwait, che ad agosto precedente era stato invaso e annesso da Baghdad. L’incontro è stato organizzato da Nizar Ramadan, editore della testata specializzata in politica internazionale “kmetro0.it”.
1.) D/ – Ambasciatore, parliamo prima di tutto del ruolo importante svolto dal Kuwait nel processo di riconciliazione tra Arabia Saudita, Bahrein, Emirati Arabi Uniti e Qatar. 2.) R/ – Premesso che il mio Paese è da sempre favorevole al mantenimento della pace e del dialogo e della stabilità e sicurezza reciproca di tutti i Paesi del Golfo, il Kuwait in questa vicenda ha svolto un importante ruolo di mediazione nella regione.
Non siamo stati i soli, ovviamente, tanti Paesi si sono impegnati in questo, anche gli Stati Uniti: abbiamo notato che la dirigenza saudita, in particolare, ha ammorbidito le sue posizioni, capendo che ci sono tanti punti – e interessi vitali – in comune tra loro, noi e gli altri Paesi del Golfo, che ci spingono a cercare sempre di raggiungere un accordo. In questo processo, tuttavia, non si è trattato tanto di dare e avere in cambio; la relazione tra il Qatar, l’Arabia Saudita e gli altri Stati del Golfo è tornata alla normalità.
2.) D/ – Ma il Kuwait non è preoccupato, invece, per la ripresa del programma nucleare iraniano, dopo l’empasse dell’accordo internazionale del 2015 che lo limitava fortemente?
R/ – Il Kuwait non era affatto contrario all’accordo sul nucleare iraniano del 2015 e ha sempre giocato un ruolo attivo di mediatore tra Occidente, Unione Europea, USA e Iran, già quando anni fa ero ambasciatore in Bahrein, personalmente mi adoperai per questo.
In una situazione che presenta analogie con quella che, in Estremo Oriente, vede contrapporsi Corea del Nord, altra aspirante potenza nucleare, USA e Paesi limitrofi: tra i quali il Giappone che da anni cerca di mediare coi nordcoreani, proprio come fa il Kuwait nella regione con gli iraniani. Ora speriamo che anche altri Paesi arabi partecipino a questo sforzo di mediazione.
(nella foto: L’ambasciatore del Kuwait in Italia, Sheikh Azzam Mubarak Sabah al Sabah)
3.) D/ – Nel complesso gioco mediorientale, inoltre, è stato molto importante l’avvio nell’estate scorsa, di ufficiali relazioni diplomatiche tra Emirati Arabi Uniti, Bahrein (primi 2 Paesi della Penisola arabica a fare questo storico passo) ed Israele. Come vede il Kuwait questa svolta, che però, preoccupa l’ANP, timorosa che questi accordi possano in qualche modo danneggiare la causa nazionale palestinese?
R/ – Il Kuwait non ha rapporti diplomatici con Israele. Però non può che guardare con favore a tutte quelle iniziative che possono realmente stemperare la tensione sia nella Penisola arabica che in tutto il Medioriente, anche creando un clima diverso con Tel Aviv. Al tempo stesso voglio ricordare che il Kuwait ha sempre partecipato fortemente ai programmi di aiuto ai palestinesi dell’ONU, anche quando altri Paesi arabi avevano smesso di farlo e continua tuttora a partecipare.
4.) D/ – Kuwait-Cina: che relazioni avete con questo gigante asiatico, che da decenni ha avviato progetti di cooperazione tecnologica ed anche penetrazione economica in vari Paesi del Golfo?
R/ – Rapporti senz’altro costruttivi: ricordo che, nel 2018, l’allora emiro del Kuwait, S. A. Sabāḥ al-Aḥmad al-Jāber Āl Ṣabāḥ (scomparso poi a settembre 2020, N.d.R.), si recò in Cina con una delegazione di alto livello, per concludere ufficialmente accordi bilaterali di cooperazione economica, riguardanti soprattutto lo sviluppo della nuova “Via della seta”: che sia noi che la Cina abbiamo interesse a far transitare anche nella Penisola arabica (come, del resto, fu già nell’antichità).
5.) D/ – In ultimo Ambasciatore veniamo ai rapporti Kuwait – Italia. Come li definirebbe oggi e che prospettive ci sono per nuovi possibili accordi bilaterali?
R/ – I rapporti tra i due Paesi sono ottimi e io desidero anzitutto ringraziare l’Italia per le posizioni assunte durante l’invasione irachena del 1990 del nostro Paese, e per aver partecipato attivamente nel 1991 alla sua liberazione. La cooperazione con l’Italia è proseguita anche in campo sanitario, con un nostro importante contributo finanziario alla vostra lotta contro il Covid-19 (a proposito di Covid da noi la popolazione si sta vaccinando e la situazione è sotto controllo).
Nel 2005 i nostri Paesi hanno firmato un accordo di cooperazione in campo tecnologico, scientifico, informatico e culturale, entrato in vigore nel 2012. Attualmente, c’è anche un accordo privato tra imprenditoria kuwaitiana e italiana (da qui, tra l’altro, la partecipazione italiana all’importante expo tenutasi in Kuwait a febbraio scorso).
Poi, è prevista, agli inizi di febbraio circa, una visita nella regione del ministro degli Esteri italiano (chiunque sarà, data la crisi di governo in corso nel Belpaese, N.d.R.).
Mentre auspichiamo che l’Italia voglia partecipare attivamente (ad esempio nello sviluppo di commercio ed energie rinnovabili) al programma “Kuwait Vision 2035”: un grande progetto di crescita e soprattutto diversificazione dell’economia nazionale, anzitutto nei settori di servizi pubblici, infrastrutture, “green economy” ed assistenza sanitaria.
Abbiamo infine, attraverso appunto l’italiana Leonardo (l’ex Finmeccanica S.p.A, azionista principale il MEF, N.d.R.) importanti rapporti di cooperazione nella formazione professionale nel settore aeronautico.
Non dimentichiamo, poi, lo sviluppo della cooperazione culturale tra i nostri Paesi: vorrei incoraggiare gli studenti kuwaitiani (che spesso sono molto interessati alla vostra cultura) a venire a studiare in Italia e gli studenti italiani a fare altrettanto nel nostro Paese.