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Italiani Combattiamo III°. CoronaVirtus VS CoronaVirus

Parte Terza. Una Nuova Forma di Guerra.
Il senso profondo dell’Ordine “RESTATE A CASA”

Italiani combattiamo, ma al tempo del Coronavirus si combatte una nuova forma di guerra e di conseguenza anche le armi sono cambiate. Stiamo combattendo una guerra paradossale, è una guerra che si combatte “al contrario”, si vince salvando vite umane.

Un tempo si combatteva l’un contro l’altro armati, vinceva chi sconfiggeva il nemico, l’altro uomo, il prossimo doveva perire. Era lo scontro all’arma bianca, il corpo a corpo, uomo contro uomo. Gli eserciti schierati in campo aperto dovevano rendersi riconoscibili e dunque anche i colori delle divise svolgevano la funzione di identificare subito l’avversario. Fondamentale era rendersi riconoscibili e visibili.

Poi, le armi sono diventate sempre più potenti e sofisticate, ricordiamo il passaggio storico dalle Guerre Risorgimentali alla Grande Guerra. I colori delle divise scomparivano, nasceva l’uniforme, tutti uguali, mobilitazione generale, guerra di masse, era necessario mimetizzarsi con il paesaggio, ma sempre si combatteva contro l’altro, anche se a una distanza maggiore tra gli eserciti, l’obiettivo rimaneva lo stesso colpire l’altro. Si doveva andare all’attacco, questa era la parola d’ordine e chi batteva in ritirata, chi evitava lo scontro era punito, considerato un disertore, pena la morte.

Le armi col tempo sono diventate sempre più armi intelligenti, sottili fino al punto di sparire. Oggi non si spara, si sparisce. Persino il termine guerra è stato sostituito con Missioni di pace. Oggi stiamo combattendo una guerra apparentemente senza l’uso di armi, una guerra che non vede schierati uomini contro uomini, pronti a colpirsi reciprocamente e intenzionalmente. Anzi, al contrario, la parola d’Ordine è “RESTATE A CASA”, evitare l’altro, stargli lontano, l’altro ti può colpire, ma suo malgrado, senza volerlo, senza alcuna intenzione.

E’ una guerra che potremmo definire “civile”, non nel significato storico e classico del termine, ma nel significato di “borghese”, si devono mettere in atto le regole della buona società. Si deve rispettare l’altro, mantenere la distanza, non si deve andare all’assalto dell’altro, ma al contrario bisogna usare maniere quasi “cavalleresche”, lasciando passare, rispettando la fila, muovendosi con garbo, starnutire con attenzione, rimanendo composti, non essere maneschi, per il saluto basta un cenno, non occorre gesticolare e meno che mai toccare, è sufficiente indicare con eleganza.

La parola d’Ordine è “RESTATE A CASA”. Ma questo è l’ordine per le retrovie, non dimentichiamolo mai. La Prima Fila c’è e lì si combatte senza sosta, “non per uccidere, ma per salvare vite umane”. Questo Esercito di valorosi cavalieri in camice bianco, con guanti e mascherine, sono i nostri salvatori, i nostri eroi, sostenuti da eroine e amazzoni instancabili, resistenti, forti e dolci, giovani donne e giovani uomini, provati dall’armatura, ne portano i segni e ce li mostrano con orgoglio e fierezza, senza lamento. Loro combattono per noi e ci chiedono una cosa semplice per il bene di tutti, ci invitano a “RESTARE A CASA”, a non ostacolare la loro lotta per la Vita.

Per noi il nemico è invisibile, sappiamo che non è l’altro, ma potrebbe essere nell’altro, e quando si rende visibile, può essere combattuto solo da questi pochi eletti guerrieri e arditi cavalieri, che oggi noi chiamiamo MEDICI, INFERMIERI E PERSONALE SANITARIO. Ai loro occhi il Virus è visibile, ma non sanno come colpirlo, possono neutralizzarlo, ma solo dandogli la morte, possono dare la vita. Infine accade il miracolo, l’organismo reagisce e lo respinge, il virus scompare, il medico assiste, il paziente esulta. Nessuno sa come sia accaduto, l’importante è che sia accaduto. L’anticorpo è dentro di noi, metterlo a fuoco significa colpirlo.

Una guerra mai vista. Una guerra che si può e si deve vincere, ma richiede collaborazione, coesione, senso civico, rispetto delle regole, dell’ordine, della disciplina, qualità fondamentali del vivere civile. Sembrerebbe un provvidenziale invito alle buone maniere.

CORONAVIRTUS VS CORONAVIRUS

Per sconfiggere il VIRUS occorre la VIRTUS, un’arma che tutti possediamo e che abbiamo affinato e plasmato in secoli di Civiltà. Purtroppo negli ultimi decenni la virtù è stata trascurata, poco esercitata, per nulla alimentata, fino a essere dimenticata. Sembra che ci sia stata l’intenzione di disarmarci e a quel punto siamo stati attaccati. Prova ne è il fatto, ormai sotto gli occhi di tutti, che ci troviamo di fronte a individui incapaci di eseguire gli ordini, di rispettare le regole, di esercitare la virtù e il buon senso. Ma per vedere il vero problema bisogna andare ancora più in profondità.

A pensarci bene, l’Ordine primario è “RESTATE A CASA”, in fondo dovrebbe essere semplice, facile da eseguire. La casa è la dimensione reale, è la nostra seconda pelle, è lo stare in noi stessi, è il luogo della riflessione, del silenzio, del ritrovarsi soli o con chi ti è familiare. Una condizione dunque quanto mai naturale e spirituale insieme. La casa non può essere scambiata per una gabbia, per un carcere da cui si vuole uscire, in cui non si vuol rimanere e permanere. Di fronte a una Pandemia, il lavoro non è un buon motivo per uscire di casa, figuriamoci se può esserlo la passeggiata, l’aperitivo, lo sport, il pic-nic o il gratta e vinci, in una parola la movida.

La formazione di intere generazioni in questi ultimi decenni, dai meravigliosi anni ‘60 ad oggi, si è basata su concetti quali il nomadismo, la mobilità, la precarietà, l’essere cittadini del mondo, il disorientamento, lo spaesamento, l’eterno presente, il soggettivismo.Questa nuova forma di guerra si può e si deve vincere solo riformando la nostra formazione materialista e relativista, riscoprendo la dimensione spirituale che è sempre stata a fondamento della nostra CIVILTA’ MILLENARIA.

Dietro l’Ordine “RESTATE A CASA” si nasconde un messaggio profondo, che si può semplicemente tradurre in “RITORNATE IN VOI STESSI”. Un’occasione unica che la nostra Civiltà non può perdere. Riscopriamo l’Ordine, riscopriamoci MONACI GUERRIERI, soggetti pensanti, capaci di agire nel vero senso del termine. AGERE SEGUITUR ESSE. Ritornare in noi stessi per andare veramente IN-CONTRO all’altro.

Ritorniamo a combattere a viso scoperto, corpo a corpo, in campo aperto. Aspiriamo all’antico Duello, avvolto in un’Aurea Sacra, di poesia, di pathos, di bellezza, di cui ci racconta il poeta tragico Omero. Riscopriamo la dimensione autentica dell’agire, la tragicità dei Greci, la rettitudine dei Romani, la sacralità medioevale, l’armonia rinascimentale, la teatralità barocca, il realismo risorgimentale, l’operatività razionale tutta italiana. Solo da questa prospettiva sostanziale e basilare il divenire si governa e non si patisce.

 

BELLUM EST
PAROLA D’ORDINE “RESTATE A CASA
“RITORNATE IN VOI STESSI”

NON C’E’ PIU’ TEMPO
O SALVIAMO LA NOSTRA CIVILTA’ SUBITO
O NON CI SARA’ DATA UN’ALTRA OCCASIONE

PAROLA D’ORDINE SEVERITA’

Massimo Fulvio Finucci e Clarissa Emilia Bafaro

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