Italo Balbo. Le Trasvolate Oceaniche
LA STORIA AL VOLO III°
LE INNOVAZIONI DEL GENIO NAZIONALE
AL PADIGLIONE ITALIA A CHICAGO
Il 1° Luglio 1933 Italo Balbo si sollevava in volo al comando dei suoi idrovolanti, per dar vita alla celebre Crociera Aerea del Decennale, occasionata dalla fondazione della Regia Aeronautica Militare. La tappa centrale della Trasvolata Oceanica, Orbetello-Chicago-New York-Roma, era rappresentata dall’Esposizione Universale di Chicago, occasionata dal centenario della fondazione della città, La Century of Progress. L’Aerocrociera del Nord Atlantico veniva considerata l’evento centrale dell’Esposizione, a coronamento di un’epoca eroica, che aveva visto il Genio Italico artefice di molte innovazioni e primati scientifici e tecnologici. Questo percorso della Storia della Scienza e della Tecnica era al centro del Padiglione Italia.
Lo Spirito Innovativo del Regno d’Italia
La Giovane Italia, che aveva da poco realizzato la sua Unificazione, cominciava a gareggiare a testa alta con le grandi Potenze Europee. Un progresso scientifico, industriale e culturale, messosi in movimento già alla fine dell’Ottocento, portò al raggiungimento di molti record e primati.
L’arditismo, l’entusiasmo, la vitalità, la frenesia di questi giovani intellettuali militanti, uomini di pensiero e d’azione, che in sprezzo al pericolo, erano riusciti a sopravvivere a molte battaglie e a realizzare il compimento del Risorgimento, è irrefrenabile e inarrestabile. Vogliono e pretendono, dopo tanti sacrifici compiuti, un’Italia all’altezza della Sua Storica Grandezza. Il periodo di tempo che va da Alessandro Volta a Enrico Fermi è molto fecondo per la Scienza Italiana.
Grazie a questo nesso molto stretto tra scienza e industria, la conoscenza fu messa al servizio dello sviluppo industriale.
Questo consentì al giovane Regno d’Italia di mettere in movimento, in tempi rapidi, il processo di modernizzazione della penisola, al fine di uscire dallo stato di arretratezza, entrando così in competizione con le potenze europee. Nell’arco di pochi anni l’Italia non solo si metteva in linea, ma addirittura era all’avanguardia.
Queste invenzioni e innovazioni scientifiche sono sostenute da movimenti di idee, considerati all’Avanguardia. Il Futurismo, la Metafisica e il Ritorno all’Ordine, alimentarono il mito della Velocità, dell’andare Oltre i limiti umani, il tutto coniugando Tradizione e Modernità.
I Record del Volo e le Trasvolate Oceaniche
I piloti della Grande Guerra alimentarono con la loro genialità e abilità quest’epoca audace. Questo mondo nuovo per un uomo nuovo, è incentrato sui primati, sui voli straordinari, ai limiti del possibile. Basti solo ricordare grandi nomi come Mario De Bernardi, che conquistava nel 1926 il primo record mondiale di velocità per idrovolanti.
Arturo Ferrarin nel 1928 otteneva il primato mondiale di durata di volo in circuito chiuso e il primato di distanza senza scalo, Italia-Brasile. Inoltre quest’anno ricorre il Centenario del raid Roma-Tokyo, compiuto da Ferrarin, con il suo motorista Gino Cappannini nel 1920, volo ideato da Gabriele d’Annunzio. De Pinedo e Campanelli realizzarono, rischiando spesso la vita, un viaggio formidabile nel 1925. Un raid aereo con idrovolanti, da Roma a Tokio, passando per l’Australia, e il trionfale ritorno a Roma.
La spedizione al Polo Nord con il dirigibile Norge nel 1926, e poi con il dirigibile Italia nel 1928, comandati da Umberto Nobile, quest’ultima conclusasi tragicamente. Spedizione al Polo Nord evocativa di quella del Duca degli Abruzzi Luigi Amedeo di Savoia, che con la nave Stella Polare, riuscì a raggiungere il 25 Aprile del 1900, il punto di latitudine più alto mai toccato all’epoca. Non solo, ma tra il 1902 e il 1904, affrontava per la terza volta la circumnavigazione del globo a bordo dell’incrociatore Regia Nave Liguria.
Queste imprese eroiche e solitarie, o con pochi velivoli, si trasformeranno con Italo Balbo in imprese colossali e spettacolari, che vedranno la partecipazione di molte entità. E inoltre, caratterizzate da un’attenta preparazione e da un’accurata scelta dell’equipaggio. A tale fine fondò ad Orbetello la Scuola di Navigazione Aerea d’Alto Mare.
Realizzò due importanti trasvolate: l’aerocrociera, con 60 idrovolanti militari, nel Mediterraneo Occidentale a sud della Francia e della Spagna nel 1928, e l’altra aerocrociera nel Mediterraneo Orientale con 41 aerei, di cui 37 Idrovolanti, da Orbetello a Odessa, in Russia e ritorno nel 1929. Balbo il 12 Settembre 1929 sarà nominato Ministro della Regia Aeronautica, e si concentrerà su due importanti Trasvolate Oceaniche.
La Prima si svolse dal 17 Dicembre 1930 al 15 Gennaio 1931, con 12 Idrovolanti al comando di Italo Balbo, partiti da Orbetello e diretti a Rio de Janeiro, in Brasile. Con l’appoggio di cinque cacciatorpediniere, non senza difficoltà e lutti, 11 Idrovolanti riuscirono a raggiungere la meta prefissata. Era la prima volta che una formazione aerea, e non un velivolo isolato, attraversava l’Atlantico.
La Seconda si svolse dal 1° Luglio al 12 Agosto 1933, con 25 Idrovolanti al comando di Italo Balbo, partiti da Orbetello e giunti a Chicago, e ritorno, occasionata dal Decennale della Regia Aeronautica. Fondamentale ai fini dell’epica riuscita, si dimostrò il supporto della Regia Marina. Dei 25 idrovolanti che presero parte all’eroica missione ne ritornarono in Italia 24, uno ebbe un tragico incidente alle Azzorre.
Impresa che ebbe un’eco clamorosa in tutto il mondo, alimentando ovunque il mito del Maresciallo dell’Aria Italo Balbo. La genialità e l’industria italiana con i suoi idrovolanti Savoia-Marchetti S.55X, muniti di due motori Isotta Fraschini, dimostrarono al mondo, in quella circostanza, d’essere una vera eccellenza.
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L’Esposizione Universale di Chicago e il Padiglione Italia
A Chicago in quei giorni si svolgeva l’Esposizione Universale, e in questa occasione venne inaugurato un monumento a Cristoforo Colombo. L’Italia partecipava all’Esposizione, dando un contributo notevole, grazie all’intervento decisivo di Guglielmo Marconi, in quegli anni Presidente del CNR, il Consiglio Nazionale delle Ricerche.
Il Padiglione Italiano fu progettato dall’architetto Adalberto Libera, e in omaggio alla Trasvolata Atlantica di Balbo, venne concepito in una forma avveniristica, simile a un enorme aeroplano.
Venne allestito un percorso espositivo dedicato alla storia della scienza e alle scoperte scientifiche italiane, incentrato sui concetti di Primato e di Genio Italiano. L’obiettivo della mostra era di mettere in evidenza il contributo che l’Italia aveva dato alla Rivoluzione Industriale.
Contributo fondamentale e poco conosciuto, rispetto al ruolo di primo piano, e ben noto al mondo intero dell’Italia, nel campo della Musica, dell’Arte e della Letteratura. A tal fine fu allestito un percorso cronologico, dalle innovazioni dell’Antica Roma, attraverso la Rivoluzione Scientifica, verificatasi in Italia tra Quattrocento e Seicento, e in questa sezione un posto d’onore fu riservato a Leonardo da Vinci, fino ad arrivare alle invenzioni dell’Ottocento e del Novecento. In questa ultima sezione, come fiore all’occhiello, era esposto un motore della Casa Isotta-Fraschini, un motore di aviazione Fiat e un campione di cavo Pirelli ad alto voltaggio.
Questa Esposizione fu colta al volo dall’Italia. Era l’occasione per far conoscere grandi scienziati italiani, poco noti, che spesso erano addirittura morti in miseria, nonostante le loro importanti invenzioni.
La documentazione e la ricostruzione di relativi oggetti e modelli, costituiranno il nucleo dell’attuale Museo della Scienza e della Tecnologia “Leonardo da Vinci” di Milano.
Quest’epoca di grande innovazione scientifica e tecnologica trova il suo rispecchiamento anche da un punto di vista urbanistico. Basti pensare al settore della città di Roma, dove nell’arco di pochi anni si concentrarono importanti strutture, come il Policlinico Umberto I, inaugurato nei primi anni del Novecento, l’Istituto di Sanità Pubblica del 1934, la Città Universitaria del 1935 e la sede dell’arma tecnologica per eccellenza, il Palazzo dell’Aeronautica del 1931. A tenere insieme queste strutture, la nuova sede del CNR del 1937, costruita a tempo di record, in meno di un anno, cuore pulsante di questo polo scientifico e innovativo.
Il Polo scientifico si fonda su una profonda Tradizione, dove l’innovazione è costitutiva di quel movimento a partire dal quale la Modernità, ha preso forza e determinazione. Dando luogo a quell’espressione estetica, così tipica dell’Universalità delle nostre Arti.
Sintesi ben rappresentata nella figura dello scienziato artista, che trova in Leonardo da Vinci la sua massima espressione. Il Mito del Volo teorizzato e sperimentato da Leonardo, trova nel Novecento il suo Compimento. Si avverava la profezia del Monte Ceceri a Fiesole, ricordata nel Codice sul Volo degli uccelli. Da questa altura si racconta che Leonardo, nel 1506, sperimentò una delle sue macchine volanti.
Piglierà il primo volo il grande uccello
sopra del dosso del suo magno Cecero,
empiendo l’universo di stupore, empiendo di sua fama
tutte le scritture e gloria eterna al nido dove nacque.
L’Innovazione s’invola sull’Ali Dorate
Massimo Fulvio Finucci e Clarissa Emilia Bafaro