La 500 Blu, un racconto di Lia Viola Catalano
Perché si deve credere
Ciò che veramente distingue un medico da un ricercatore o da uno scienziato è la qualità umana, l’arte di approcciare, ascoltare, comprendere il paziente.
Arte raffinata perchè non ammette scatti, indifferenze, grossolanità: una sorta di lieve penetrazione psicologica che non perde mai lo scopo della sua dedizione: la guarigione, l’equilibrio ritrovato. E’, a ben guardare, tutt’altro che facile e, come il tocco musicale, bisogna averlo nella genetica. Il risultato dell’opera è appagante, e garantisce l’affetto e la stima dell’essere che ha ritrovato la sua armonia.
Questo è il messaggio di un racconto che ha ottenuto un premio letterario, proprio il primo posto assoluto, al Rotary Club di Roma, la vincitrice del quale è una scrittrice di romanzi che sembrano gialli, ma che sono in effetti percorsi e vicissitudini umane e per questo coinvolgenti: non c’è un eroe, nè nelle Forze dell’Ordine, nè fra i malavitosi, ma ci sono uomini, caduti spesso, o indeboliti dalle difficoltà e dalle cattiverie dell’esistenza. Come dicevamo, l‘autrice è un medico ed un magistrato nel contempo: psicologa e psicoterapeuta al carcere di Rebibbia, a contatto con ladruncoli e mafiosi, esperta nel campo penale, Lia Viola Catalano, che rielabora casi vissuti o crea personaggi e storie dal dialogo con questo tipo di uomini.
Il racconto ha titolo “La 500 blu” e narra di un omicida per caso e suo malgrado, che ha atteso pazientemente il termine della pena per ritornare a lavorare come tutti. In carcere non si è dato per vinto, ha studiato, si è laureato, in grazia anche della sua volontaria preparazione culturale extra corso di studio, ed è uscito dalla quotidianità di incontri con Lia, per tornare a sorpresa ed involontariamente ad incrociarla in un pub, una sera di pioggia.
Medico ed ex paziente si sono ritrovati con amicizia e calorosamente e, alla legittima richiesta nata da questa, l’uomo ha raccontato a Lia qual’è stata la via di risalita, ardua, ma fiduciosa.
Un amore, causa del guaio sofferto e del debito pagato, grande così tanto da essere attualmente incomprensibile, che ha creato lontananza, scelte diverse, ma costanza ardente di memoria e “come altrui volle” esito pieno e giusto. Un breve-lungo romanzo, vissuto di cuore da parte del protagonista, scritto con una penna gioiosa, misurata, sincera. Si nasce medici, si nasce scrittori, non c’è colore o censo o chissà cosa che tengano: è un racconto giustissimamente premiato, che premia chi lo legge perchè accarezza quel fondo di umanità che a tutti la vita angosciosa attuale cela, ma non riesce a cancellare.
Un grazie e tanta ammirazione al protagonista che ci ha insegnato il bello dell’uomo , ed un ringraziamento pieno di stima a Lia Viola Catalano che non cessa di regalarci le sue perle, talvolta amare, talvolta dolci, ma sempre, onestamente reali.
Marilù Giannone
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Lia Viola Catalano, Psicologa e Psicoterapeuta nel carcere romano di Rebibbia, magistrato ad honorem, scrittrice per onore suo ed italiano, autrice di:
Elettroshock, un romanzo contro il femminicidio e l’apparente disagio psichico.
Malanascenza, un doloroso reportage sulla mafia e la sua genesi
La lunga tregua, un romanzo a favore della pace fra Israele e Palestina e la sua possibilità di attuazione.
Una Principessa al Circeo, favola per bambini ed adulti.