Skip to main content

La base missilistica di Kourou Guyana francese un modello sostenibile

Guyana francese, a 15 km dalla città di Kourou, che si affaccia sull’Oceano Atlantico, partono le barche che assicurano i collegamenti con le prospicienti isole del Diavolo, tristemente famose per essere state i bagni penali francesi dove venivano rinchiusi e, spesso morivano di malaria, i peggiori delinquenti francesi nei due secoli passati. Tutto questo territorio è sotto il controllo militare del Terzo battaglione della Legione straniera. Tutta la Guyana è un Territorio francese d’Oltremare molto legato alla Madrepatria tanto che la moneta di pagamento è l’euro e i gendarmi sono gli stessi che si incontrano in un angolo di Parigi.

Raffaele Panico

La base missilistica di Kourou si estende per 650 kmq, ed è abitata da indios, pantere, leopardi, tigri, anaconde, coccodrilli e centinaia di specie d’uccelli. È un singolare spazio off limits per gli umani, se si escludono gli autoctoni che, paradossalmente, vivono in un ambiente naturale preservato, di cui una piccola parte è riservata ai frequenti lanci spaziali, inviati dai missili Ariane 5, di fabbricazione francese, ma con componenti nella struttura e nei carburanti provenienti da ogni parte d’Europa. Sotto l’egida dell’Esa, l’Agenzia spaziale europea, questi lanci vengono effettuati per mandare in orbita differenti tipo di satellite, per le telecomunicazioni, per la sicurezza dei territori, ma anche per lo studio della consistenza della crosta terrestre che, evidenziando dei particolari stati di flessibilità della stessa, dovrebbero, fra l’altro, evidenziare possibili giacimenti petroliferi e di altri gas preziosi.

Un altro lancio imminente è quello del satellite che ci porterà, nel prossimo futuro, dati concreti sull’annosa questione dell’origine dell’universo. Questo satellite avrà sensori ottici e audio rivolti non verso il sistema solare, bensì verso l’infinito che si estende al di fuori del nostro sistema. Un delicato e complesso sistema di segnali sonori consentirà al fine di avere una sorta di feed back dagli anfratti più reconditi dell’universo, che una volta decodificati, possono darci dei dati concreti su quando e come l’universo si è formato. Abbiamo avuto occasione di incontrare presso la base i tecnici, gli ingegneri, di ogni nazionalità, olandesi, francesi, inglesi ma anche tanti giovani italiani. La Guyana è stata scelta in quanto, dopo i primi incerti lanci l’Ariane non ha mai fallito un colpo e, la Guyana, ha un’altra caratteristica che la rende particolarmente interessante. Trovandosi vicino all’equatore è già predisposta ad avere un rapido avvicinamento alle sfere celesti in quanto è fisicamente più vicina al cielo e, quindi, si deve ricorrere all’utilizzo delle batterie solari, delicate e fragili, solo per un tempo più limitato”. Un tempo gli italiani con i progetti dell’ingegnere Luigi Broglio furono i primi ad installare una base di lancio equatoriale, la base San Marco, e la Santa Lucia, piattaforme al largo delle coste del Kenia per il lancio di satelliti spaziali italiani; dopo URSS e USA l’Italia è stata la terza potenza a conquistare il cosmo. La base equatoriale consentiva – intuiva l’ingegnere italiano – di raggiungere in tempi brevi l’orbita intorno alla Terra geostazionaria. 

In Italia pochi sanno che il satellite Vega è finanziato dall’80% dal governo italiano e che sono tanti i giovani ingegneri che brillantemente collaborano nella programmazione e al lancio di tanti missili. Grande è l’importanza del contributo italiano nella organizzazione dei missili a partire dal carburante solido che assicura la potenza per vincere la forza di gravità della Terra.. La sicurezza e l’impatto ambientale della base spaziale sul territorio è uno degli scrupoli principali del governo francese nell’allestimento di questo servizio, non solo europeo, che fra l’altro ha portato un grosso sviluppo economico in questa area geografica fino a qualche anno fa depressa e poco conosciuta. Il centro di lancio di Kourou infatti è una delle prime risorse economiche del paese e la città stessa che oggi contra qualche decina di migliaia di abitanti era praticamente inesistente fino a venti anni fa, quando fu deciso di installare il complesso di alta tecnologia. Erano quattro capanne in una pianura paludosa, affetta da malaria e febbre gialla. Ancora oggi è necessario un vaccino obbligatorio per la febbre gialla mentre malaria paludismo e quant’altro è curato preventivamente a discrezione del viaggiatore. Nonostante che il sito ufficiale del ministero degli Affari Esteri italiano si limiti soltanto a consigliare una serie di vaccini al momento di prendere l’aereo per la Cayenne se non si è vaccinati per la febbre gialla non si parte. In effetti sulla costa ci sono meno zanzare che a Roma o a Milano, il problema si avverte, ed è concreto, soltanto se ci si addentra verso il sud del paese, fra l’altro, solo in parte, il sud della Guyana è accessibile ai comuni mortali. In quanto, secondo voci ufficiali, l’uomo bianco porta bacilli che potrebbero essere mortali per gli indios che vivono nelle giungle sperdute della Amazzonia; in realtà, quelle sono zone di grande interesse economico e strategico: sono presenti oro, uranio, e giacimenti di gas. Un riferimento di come la raffinata tecnologia si coniuga in perfetta armonia con la natura intonsa e selvaggia.  

Lascia un commento