La bufala della ripresa economica
I DATI ISTAT al II° semestre 2017
Tali dati parlano chiaro…. se li consideriamo attentamente, possiamo evidenziare queste risultanza:
lavoratori dipendenti 17.726.000 +3% +513.000 unità sui dati del 2008
lavoratori indipendenti 5.363.000 -8,7% -514.000 unità sui dati del 2008
Il calo del lavoro autonomo annulla, dunque, la crescita di quello dipendente e coincide con la perdita di oltre mezzo milione di artigiani, piccoli imprenditori e commercianti: le famiglie, legate al reddito da lavoro autonomo, risultano le più esposte al rischio povertà; dal 2015 il 25,8% di tali nuclei familiari vive al limite della soglia di indigenza e, mediamente, sinora ha subito un taglio del proprio reddito annuo pari al 15,4%, attorno ai 6.500 euro.
Non deve, però, tralasciarsi una domanda, relativa alla crescita dei lavoratori dipendenti: perchè, pur in presenza di un maggior numero di questi occupati, sono diminuite del 5,8% le ore complessivamente lavorate? La risposta è duplice: sono cresciuti solo i contratti di lavoro a tempo determinato, mantenendosi, quindi, un alto indice di precarietà lavorativa; eppoi, la richiesta di prodotti e servizi è tuttora inferiore ai valori pre-crisi.
Infine, va sottolineato come la crescita del lavoro a contratto a tempo determinato lasci poco spazio alla prevenzione antinfortunistica, come sottolineato dall’ANMIL (Associazione Nazionale Mutilati ed Invalidi del Lavoro) nella propria manifestazione svoltasi a Cagliari, oggi domenica 8 ottobre, denunciando un incremento degli incidenti sui posti di lavoro.
Vi pare che questi siano dati di ripresa, di uscita dalla crisi economica devastante degli ultimi anni? Al massimo sono segni di una lieve, contraddittoria ripresina che potrebbe, se non adeguatamente supportata, innanzitutto con una fiscalità meno esosa, risolversi in un’illusoria “sveltina” pre-elettorale di questo governo con gli italiani.