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La Chiesa con due Papi ai piedi di San Pietro e Predappio con due Sindaci ai piedi della ex Casa del Fascio

DALLO STATO CITTA’ DEL VATICANO 
AL COMUNE DI PREDAPPIO (ITALIA)

_________________FRANCO D’EMILIO 

In fondo, nulla di strano. Se la Chiesa è giunta ad avere contemporaneamente due Pontefici, Papa Francesco e Papa Benedetto XVI, pur se con ruoli e funzioni diversi, perché stupirsi che il Comune di Predappio, paese natale del Duce, abbia oggi due sindaci?

In effetti, adesso a Predappio governa, almeno così si dice e pare, un sindaco istituzionale ovvero in carica, eletto alle recenti amministrative, e si dà da fare l’altro, appena dismesso, perché non rieleggibile al momento, che cocciutamente insiste nel condizionare la vita amministrativa del paese con un ruolo municipale che più non gli appartiene. 
Eccoli, in foto, i due sindaci nella cerimonia molto “casual” del passaggio delle chiavi della città: a sinistra, largo e candido sorriso, Roberto Canali, nuovo primo cittadino, vessillifero del centrodestra, vittorioso a Predappio dopo 70 anni di impero della sinistra; a destra, sorrisino stretto in agrodolce, l’uscente prof. Giorgio Frassineti, risoluto a perseguire un suo personale “boia chi molla!”
Proprio così, quest’ultimo non poteva ammettere di farsi da parte, tanto meno dopo essere stato protagonista, anzi mattatore della cronaca, politica e non, quindi in prossimità della scadenza del suo mandato si è procurato abilmente una nuova poltrona, “cadrega” direbbero sprezzantemente i leghisti, addirittura presidenziale, che lo mantenesse in pista a Predappio, condizionandone ancora la vita pubblica, amministrativa. Insomma, uscito dalla porta, voleva rientrare ad ogni costo dalla finestra! Ce l’ha fatta, purtroppo, alla faccia degli stessi elettori!

Fisicamente tarchiato, il sindaco dismesso è stato abilmente agile, geniale, astuto sul piano dell’intelligenza, anche se sicuramente agevolato dagli stretti legami che il suo partito, il PD, pur agonizzante e spaccato, mantiene con le banche e le fondazioni locali: così a marzo scorso, pochi mesi prima delle ultime elezioni amministrative, il Comune di Predappio, ancora guidato dal prof. Frassineti, ha sottoscritto una convenzione con la SER.IN.AR Forlì-Cesena per la costituzione di un Centro Iniziative per la Gestione del Progetto di Recupero e di Destinazione d’Uso della ex Casa del Fascio predappiese, da decenni abbandonata, anche per colpa delle amministrazioni di sinistra, ad una vergognosa incuria, fra l’altro nel cuore stesso della città. 
Guarda caso, la SER.IN.AR è la società consortile a supporto dell’insediamento universitario nella provincia di Forlì-Cesena ed è partecipata dai Comuni di Forlì, Cesena e Predappio, dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Forlì, dalla Camera di Commercio di Forlì-Cesena, dalla Provincia di Forlì-Cesena, infine dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Cesena.
Tale Centro Iniziative per Predappio vede subito, tamburo battente, la definizione dei suoi organismi guida:  CONSIGLIO DIRETTIVO con Giorgio Frassineti, Presidente, e Alberto De Bernardi e Gabriele Zelli, consiglieri; DIREZIONE ORGANIZZATIVA affidata al solito Carlo Giunchi; DIREZIONE SCIENTIFICA nelle mani, nessuna sorpresa, del trito Marcello Flores. Insomma, solo protagonisti politicamente monocolori di sinistra per una gestione, altrettanto monocolore della cultura!

Il recupero della ex Casa del Fascio, 2144 mq calpestabili più 720 di copertura, anch’essa calpestabile, è sicuramente un progetto di grande valenza per la valorizzazione e lo sviluppo di Predappio, ma rappresenta anche un impegno di milioni di euro d’investimento tra il restauro, la nuova destinazione d’uso, un vertiginoso giro di consulenze e affidamenti. Per farne, poi, cosa? Un museo virtuale sul Fascismo quando tutti possiamo, già da casa, accedere a tanta esposizione virtuale sull’epoca fascista? Oppure un Centro Universitario di Studi sul Fascismo e sui Totalitarismi in un paese che a stento può contare su servizi di trasporto soddisfacenti su un’unica strada d’accesso neppure tanto agevole? Poveri studiosi in trasferta a Predappio!
Nessuno mai che, sinora, abbia sentito il dovere, direi quasi il pudore, di coinvolgere i Predappiesi nella scelta della destinazione finale della restauranda ex Casa del Fascio. La Predappio storica del Ventennio, come già è avvenuto per le Gallerie Caproni e la Rocca delle Caminate, rischia solo di essere colonizzata dall’Università di Bologna ed altri enti per attività che nulla insistono o insisteranno nello sviluppo sociale ed economico del paese.

Il progetto di recupero della ex Casa del Fascio è stato scelto e nel 2020 dovrebbero iniziare i lavori, eppure su tutto, soprattutto sulla testa del nuovo sindaco Canali, pende come spada di Damocle il ruolo del Presidente Frassineti a capo di quel Centro Iniziative per Predappio: tutto deve procedere sul solco, “tracciato con l’aratro e difeso con la spada” nella precedente legislatura comunale dal sindaco dismesso, chiaramente ispirato da un interessato, ideologico revisionismo di sinistra del Fascismo, come s’intende da molti dei suoi interventi.
In questo nuovo ruolo di Presidente il dismesso sindaco Frassineti sembra ripercorrere una versione aggiornata del Marchese del Grillo: – Nonostante abbiate fatto vincere il centrodestra, cari Predappiesi, si fa ancora come dico io “perchè io sono io e voi non siete un …….”! 

E il nuovo sindaco Roberto Canali, che nella sua autorevole veste deve garantire e seguire il progetto di recupero della ex Casa del Fascio? Per ora pare un manzoniano vaso di coccio tra vasi di ferro dei vecchi arnesi della sinistra. Resta un dubbio: che tra il vecchio e il nuovo ci sia di mezzo l’inciucio.

 


Franco D'Emilio

Storico, narratore, una lunga carriera da funzionario tecnico scientifico nell'Amministrazione del Ministero per i beni e le atiività culturali

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