La fiaba del Fonclea nel racconto di uno dei suoi: la Consul Press intervista Francesco Ghidoli,
COME QUATTRO AMICI AL BAR,
CONVERSANDO CON FRANCESCO
_______Intervista a cura di MATTEO PLATANIA
Il Fonclea è uno storico locale di Roma che rispecchia in pieno la filosofia del pub come luogo-casa, ove il pubblico non ha un età definita ed è un luogo d’incontro di giovani e meno giovani che si conoscono (…o non) per ascoltare insieme la buona musica (…anche di genere diversi).
Abbiamo avuto il piacere di intervistare Francesco Ghidoli, uno degli “storici fondatori” ed oggi sempre socio del Fonclea, che ci ha accolto con una eccezionale cordialità.
Di seguito la nostra intervista.
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1.) D // Come nasce il nome Fonclea?
R) Fonclea è l’anagramma del nome “Falcone”, un localino che aprimmo con entusiasmo quando eravamo ragazzini in centro, come un punto di incontro per tanti nostri amici, vicini di casa…si giocava e si stava insieme. In seguito, alla fine degli anni 70, trovammo questo scantinato e, quando si trattò di dare un nome al nuovo locale, anagrammando il nome falcone, venne fuori Fonclea.
2.) D // Dove si trovava il “Falcone”?
R) “Falcone” era in centro, in una stradina dietro Piazza di Spagna.
3.) D// Come è iniziata la vostra avventura al Fonclea?
R) Chiudendo il Falcone, siamo rimasti un gruppetto di amici intenzionati a proseguire l’attività iniziata al Falcone. Trovammo questo posto in Prati, sufficientemente grande, con spazi adeguati. Aprimmo il locale con l’idea di fare spettacolini musicali e cineclub nel pomeriggio, avviando anche la domenica pomeriggio una sala da thè.
La nostra data di inizio è il 29 settembre del 77 che, nel giorno della ricorrenza, festeggiamo sempre con una piccola riunione. Abbiamo iniziato con i concertini e manifestazioni musicali…. nel nostro locale hanno suonato un sacco di persone. Il cineclub è andato sparendo, mentre la musica è rimasta l’asse portante di questo locale che oramai da 42 anni propone musica live tutte le sere. Abbiamo proposto musica live anche in situazioni esterne; un esempio è il Cineporto, una manifestazione bellissima con un palco musicale sotto la Farnesina, ove veniva proiettato un film.
Il Fonclea resta ancora oggi un punto di incontro dove si possono esprimere tanti musicisti, alcuni dei quali sono diventati molto famosi.
4.) D // Del gruppo iniziale c’è ancora chi prosegue l’attività?
R) Siamo sempre noi. Sono più di 40 anni che stiamo insieme. Purtroppo, qualche anno fa, è venuto a mancare il quarto amico, che è stato con noi fondatore di questo posto. È immutato nella gestione.
5.) D // A chi è venuta l’idea di fare questo tipo di pub?
R) Le cose a volte nascono in modo casuale. In quegli anni la musica era un qualcosa di importante, aveva un’altra valenza rispetto a quella che ha oggi. Oggi i ragazzi la musica non la acquistano, la scaricano, sentono dieci secondi di una canzone e passano a quella successiva. Non c’è un’attenzione e un desiderio di ascoltare musica come ci poteva essere allora. La musica è stata una situazione spontanea di quelle che potevano essere le esigenze dei giovani in quegli anni. Desiderio di stare insieme, di ascoltare musica, insomma, desideri di qualità. Non solo sostare davanti a un bar con un bicchiere in mano. Non essendoci, a Roma, altri locali che fornivano tutto ciò, il Fonclea ben presto è diventato un punto di incontro per tanti musicisti, attori e personaggi illustri.
6.) D // Avete fatto anche cabaret?
R) Abbiamo fatto qualcosa con Massimo Russi, Antonello Liegi. Quando hanno suonato anche Lillo e Greg si trattava di uno spettacolo fortemente influenzato dall’ intrattenimento, dagli sketch e dalle barzellette . …. Cabaret in modo specifico poco.
7.) D // Essendo io molto più giovane, mi è stato raccontato da alcuni “molto più Anziani Redattori” della Consul Press di un altro “locale” da loro frequentato in vicolo della Campanella ove, verso fine anni ’60, aveva debuttato un piccolo cabaret politicamente molto impegnato, con una satira decisamente controcorrente, in dissenso con la sinistra, allora al top. So che ivi era stata sul palco anche Gabriella Ferri, una storica e famosa voce di Roma.
R) Anche noi abbiamo avuto Gabriella Ferri, bravissima e simpaticissima, che una volta mi ha rubato un quadro per scherzo! Il Fonclea era un locale diverso, ha da subito abbinato anche la cucina. Tante birre e tante sfiziosità. Noi stessi eravamo distributori di circa 50 tipi birra inglese, tra cui la famosa Royal Celebration, che fu prodotta in pochissimi esemplari in occasione delle nozze di Carlo e Lady Diana Spencer. A noi, in quanto distributori, ci inviarono una decina di casse, di cui una ancora la conservo.
Qui ha cominciato, prima dei suoi successivi successi, anche Giorgia. Poi ha iniziato qui anche Luca Laurenti, era un ragazzo che lavorava per noi, nonché il fratello di una nostra carissima amica. Abbiamo avuto l’onore di ascoltare Bruno Lauzi con le sue canzoni, di ospitare Irene Pivetti, Michelangelo Antonioni, Gigi Proietti, Renato Zero.
8.) D // Il Fonclea è stato una sorta di trampolino di lancio di lancio per artisti come Giorgia, Lillo & Greg e Sergio Caputo e tanti altri. Sarebbe possibile una cosa del genere oggi, nel senso che oggi un pub possa diventare un trampolino di lancio per futuri artisti?
R) Tutto è possibile. Bisogna vedere se ci sono le condizioni. Innanzitutto se si volesse aprire questo tipo di locale e se si volesse creare una cosa come si è realizzata qui sarebbe difficile. Allora c’era voglia di consumare, ascoltare musica, di esprimersi e stare insieme attraverso la musica. Oggi si consuma e si socializza in modo differente. Io portavo il mangiacassette “Geloso” sotto al sedile della macchina ed avevo 100 cassette di importazione. Era musica particolare, c’era una ricerca.
Oggi non c’è questo desiderio di ricerca, si ascoltano programmi televisivi musicale, talk show. Ci sono molti suoni artificiali realizzati con il computer. Ho avuto musicisti sconosciuti ai più, che, una volta terminato di suonare, le persone rimanevano a bocca aperta. Mi ricordo tre chitarristi albanesi, Eduardo Niebla e Paolo Forcione, due chitarristi spagnoli. Qui ha fatto scuola di musica Patrizia Scascitelli, Cole Porter e Sonny Costanzo.
Oggi come oggi questo non sarebbe possibile, è un periodo finito e il Fonclea ne è testimone. I nostri clienti sono persone adulte, che venivano qui quando avevano 20 anni come me e che continuano a tornare ancora qui. La nostra clientela è una clientela affezionata che ci segue in ogni nostra iniziativa. La clientela è molto variegata. Chi viene qua, non viene a caso. Ci vengono persone che vogliono sentire la musica, il cibo è parte integrante.
9.) D // C’è un modo per avvicinare i giovanissimi al Fonclea?
R) I giovani devono cominciare a guardarsi intorno. Questa società li porta a essere abbastanza chiusi in se stessi rispetto a tutto ciò che è nuovo. L’intelligenza molto spesso va all’estero.
10.) D// Infatti in questi anni si è parlato di “fuga di cervelli”.
R) Ci dovrebbero essere delle politiche culturali differenti. La cultura, in questo modo, potrebbe diventare un punto d’incontro. La gente non viene solo qui per la musica, ma anche per l’atmosfera.
….. QUI TERMINA LA NOSTRA INTERVISTA E – PROPRIO PER UNA CERTA “ATMOSFERA” CHE CI HA CONQUISTATO – ABBIAMO DECISO DI RITORNARE AMICHEVOLMENTE AL FONCLEA, COME OSPITI A CENA O COME SPETTATORI PER ASCOLTARE BUONA MUSICA.