La Fine di Fini
A seguito della notizia apparsa in questi ultimi giorni sui media in merito al rinvio a giudizio di Gianfranco Fini, per i ben noti episodi collegati alla “Famiglia Tulliani” e al famoso appartamento di Montecarlo, su questa Testata viene riportato un intervento dell’ Avv. Augusto Sinagra, apparso su FB martedì 17 luglio
…quasi una coincidenza con la prossima ricorrenza del 25 Luglio, data che certamente dovrebbe essere molto cara allo stesso Gianfranco Fini e ai suoi sostenitori
LA FINE di Gianfranco FINI
Il titolo di questo mio scritto è improprio. Fini è finito già da molto tempo vittima della sua ambizione, della sua inadeguata intelligenza e della sua intrinseca stoltezza.
Fini non è finito con il rinvio a giudizio dinanzi al Tribunale di Roma con la infamante accusa di riciclaggio di denaro di provenienza illecita per circa 7 milioni di euro elargito dal coimputato Francesco Corallo in oggettiva connessione temporale con il D.L. n. 78 del 2009 che lo agevolava nella gestione delle slot machine, quando Fini occupava lo scranno di Presidente della Camera che mai avrebbe lasciato neanche a cannonate.
Fini è già finito da molto tempo e con questo mio scritto non voglio “sparare sulla Croce Rossa” o “uccidere un uomo morto”. Ho “sparato” pubblicamente quando Fini era all’apice del suo potere politico.
Non voglio ripercorrere le vicende che hanno condotto al rinvio a giudizio di un pur piccolo personaggio che nel tentativo di salvarsi non solo ha cercato di prendere le distanze dalla madre delle sue figlie, ma si è anche autodefinito un “coglione”. Forse ha ragione ma questo non lo esonera dalle sue responsabilità.
E le responsabilità di Fini non sono solamente di tipo penale a cominciare dal furto perpetrato nei confronti di una defunta (la Contessa Anna Maria Colleoni) a proposito dell’ignobile vendita della casa di Montecarlo a beneficio del cognatino ora fuggiasco a Dubai. La responsabilità di Fini è di altra natura ed è quella di avere corrotto moralmente, prima ancora che politicamente, un’intera Comunità spirituale prima ancora che politica e partitica. La cosiddetta svolta di Fiuggi ne è conferma. Solo pochi rimasero in piedi in un deserto di macerie morali.
Fini è stato un corruttore morale come sa essere uno come lui che non conosce il metro della “moralità”, essendo lui un amorale.
Ho il dovere anche di difendere Fini sotto due aspetti. Il primo è che non è certamente lui l’unico responsabile del processo di corruzione morale di una intera comunità di popolo. Fini ha avuto i suoi complici, i cosiddetti “colonnelli” che, pur sapendo, non solo non hanno fatto nulla per impedire la deriva morale e politica, ma hanno direttamente partecipato al volgare banchetto del potere e dell’approfittamento. Il secondo motivo è che Fini non è un “traditore” in senso proprio. Chi non ha idee non può tradirle. D’altra parte, che dire di tale soggetto che spiegò di avere aderito al MSI perché una sera a Bologna manifestanti antifascisti impedivano l’ingresso nel cinema dove si proiettava il film “Berretti verdi”!
Fini e i suoi “colonnelli” nulla sapevano e nulla sanno di Fascismo. La cosa non gli interessa. Il suo, il loro, interesse era altro.
Lo voglio ancora difendere perché egli è stato vittima del mix esplosivo della sua inadeguata intelligenza e della sua smisurata ambizione. Egli è stato vittima di sé stesso come anche di quel singolare contesto familiare chiamato “famiglia Tulliani”. La decenza suggerisce di evitare ulteriori commenti.
Gianfranco Fini sarà condannato come merita e molto probabilmente finirà in carcere, come merita.
Ma egli è già stato condannato dal giudizio popolare e dal giudizio della Storia (“si licet parva componere magnis”).
Auguro a Fini Gianfranco che su di lui scenda la coltre di un irrevocabile oblio.
Augusto SINAGRA
Breve Nota a Margine… tanto per ricordare la “Grande Abiura” di questo personaggio meschino & piccino, si riporta un articolo pubblicato a seguito di un suo intervento effettuato a conclusione del raduno di AYTREJU, il 13 settembre del 2008, allorché da costui venne coniata – per il Fascismo – la definizione dei “MALE ASSOLUTO”