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La mostra “Ipotesi Metaverso”: i grandi artisti del passato in dialogo con l’intelligenza artificiale

Dal 5 aprile al 23 luglio Palazzo Cipolla a Roma ospita la mostra Ipotesi Metaverso, un percorso in 15 ambienti multimediali e multisensoriali dal Barocco fino ai nostri giorni.

Si tratta di una immersione in nuove dimensioni spaziali e nei mondi immaginari di 32 artisti, 16 storici e 16 contemporanei, da tutto il mondo che dialogano sul terreno dell’immaginazione: il visitatore grazie al metaverso si immerge in una nuova dimensione spaziotemporale.

La mostra è stata fortemente voluta dal professor Emmanuele Emanuele, presidente della Fondazione Terzo Pilastro Internazionale che da più di vent’anni intercetta nuove tendenze e nuovi linguaggi e promuove ogni sfumatura dell’arte contemporanea. La Fondazione opera nei campi della Sanità, della Ricerca scientifica, dell’Assistenza alle categorie sociali deboli, dell’Istruzione e Formazione e anche dell’Arte e Cultura con la funzione di connessione tra le culture dei Paesi che si affacciano sul Mediterraneo.

Secondo quanto ha dichiarato, la mostra si configura come la sintesi del suo pensiero ossia che il mondo si evolve e l’arte coesiste anzi precede in maniera meravigliosa con il mondo che cambia. Ecco perchè al giorno d’oggi considera necessario coniugare la tradizione con il nuovo, con il mondo digitale, con l’apporto delle nuove tecnologie che costituiscono una vera rivoluzione anche nel modo di manifestare il sentimento che è alla base dell’opera d’arte.

L’evento è un esempio di convivenza tra la tecnologia e la specificità dell’essere umano: l’innovazione tecnologica, il metaverso, la realtà aumentata collegano passato, presente e futuro.

Le potenzialità del metaverso rendono possibile al visitatore incarnarsi nel proprio Avatar grazie agli spazi con realtà virtuale e realtà aumentata costruiti su tecnologia blockchain.

Dall’opera visionaria “Carceri d’invenzione” di Giambattista Piranesi si entra dentro le sue architetture illusionistiche grazie al film d’animazione 3D di Grègoire Dupond e Teho Teardo. Particolarmente affascinante e anche il moto pendolare fra fisico e digitale nell’altalena immersiva, dove ci si può fisicamente dondolare, di Fabio Giampietro e Paolo di Giacomo.

Non può mancare Maurits Cornelis Escher che nella mostra dialoga con Andrea Pozzo: è esposto il bozzetto per la finta cupola della Chiesa di Sant’Ignazio che è un capolavoro di architettura simulata e virtuale. Interessante anche l’opera di Giacomo Balla che ibrida razionalismo ed esoterismo in dialogo fra fisico e digitale.

Si può indossare il visore e volare tra i grattacieli nel Bronx o ammirare DePistoris in cui il futurismo dialoga con l’uomo che diventa cyborg e si fonde nello spazio.

Un rinnovato dialogo fra esseri umani e natura è possibile attraverso la technonatura espressa da Primavera De Filippi dove il Plantoid si nutre di cripto valute. L’artista turca Pinar Yoldas e i modelli 3D consentono poi al visitatore di tramutarsi in divinità ibride: le sculpture phygital.

La dimensione phygital è il nuovo termine dato dall’unione tra fisico e digitale e deve il nome al contesto in cui opera il metaverso; infatti come dichiara il Gabriele Simongini, curatore della mostra insieme a Serena Tabacchi, direttrice del Museo di Arte Digitale di Londra, la mostra è una sorta di “laboratorio per il futuro” per offrire al visitatore un’esperienza simile a quella che sarà negli anni a venire.

Tra contemplazione ed immersione, percezione del materiale e dell’immateriale, fra stabilità e fluttuazione il visitatore può diventare attore della mostra in un rapporto fra fisico e digitale.

Simongini sostiene inoltre come la mostra sia uno stimolo per riempire di pensiero e di contenuto, di profondità e di etica l’accelerazione tecnologica attuale. Essa infatti sembra fuori controllo come se la tecnologia oggi fosse diventata un fine e non un mezzo; tecnologia e vita dovrebbero coesistere senza sopravanzarsi: il metaverso non deve sostituire la realtà fisica ma deve vivere simultaneamente ad essa.

Le opere esposte rappresentano un possibile dialogo sul terreno dell’immaginazione e della creazione di nuove dimensioni spaziali ed esistenziali tra artisti contemporanei come Alex Braga, Joshua Chaplin, Primavera De Filippi, Krista Kim, Damjanski e alcuni grandi artisti del passato, come  Carlo Maratta, Piranesi, Balla, Boccioni, De Chirico che avevano immaginato altre realtà. in un dialogo da realtà fisica a digitale e viceversa fino alla creazione di nuovi mondi con la realtà virtuale.

È un viaggio tra linguaggi e visione, tra reale e virtuale, un incrocio con l’arte del passato, trattando i temi dell’intelligenza artificiale, del metaverso, dei mondi immersivi. Il progetto è una straordinaria ipotesi di coesistenza tra fisico e digitale.

È sicuramente una delle prime mostre internazionali in cui il fisico, il materiale, l’idea della storia e della memoria convive e coesiste con il digitale, l’immersiva, l’iper tecnologico a dimostrazione che anche le ultime novità tecnologiche hanno delle radici storiche.

Veronica Tulli

Foto © FSNews

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