La Nave Aquarius nel Mare Nostrum…
…L’Italia naviga in “brutte acque”?
La demagogia imperante nel pensiero unico €uropeo
L’Italia è al centro del Mediterraneo, da sempre crocevia di popoli, affari, commerci, culture. Così come Roma, ai suoi tempi, era un “Impero” che annetteva e comprendeva popoli, razze e religioni con la sua egemonia non solo militare, ma essenzialmente legislativa, culturale e spirituale… contemporaneamente mantenendo sempre saldo il proprio potere e la propria identità, pur consentendo ampi spazi di liberalità e di autonomia ai Popoli sottomessi, senza mai minare comunque la solidità delle proprie Istituzioni.
A Roma stessa o, comunque nei territori del suo Impero, coesistevano razze, etnie e popoli diversi (che oggi si potrebbero definire “extracomunitari”), certo alcune comunità – e non poche per la verità – forse in condizioni non eccellenti – ma tutte potevano aspirare al riconoscimento dello status di cittadini romani… “Civis Romanus Sum”.
Non sono esaustive queste brevi affermazioni per significare come l’Italia non sia un “paese razzista”. Ciò a prescindere da una tragica parentesi, erroneamente percorsa in un contingente periodo (storico e bellico) ma, dal 753 A.C. ad oggi, riteniamo poter vantare una millenaria storia di Civiltà che ben pochi Popoli d’ Europa e d’oltre Atlantico possono solo sognare. Oggi in Italia non vi sono leggi razziali, non è mai esistita l’apartheid, non si sono mai verificate assurde stragi nei Licei e nei Campus, come quelle molto frequenti negli USA (che si arrogano il diritto di esportare in tutto il mondo la “loro democrazia”), né “spedizioni punitive” contro alcuna etnia, fuorché da qualche mente squilibrata, per lo più isolata e a prescindere dal colore della pelle.
A Roma, nelle scuole della capitale coesistono classi miste ove, in alcuni casi, prevalgono etnie diverse dalla nostra, intendendo per diverso l’appartenenza e il riconoscimento di una specifica razza al fine di conservarne e rispettarne appunto la dignità, la provenienza, l’appartenenza e, quindi, in sintesi l’identità. Una “Identità” che assurge ad un valore irrinunciabile per coloro (noi compresi) che ricollegano spiritualmente la propria discendenza alla “Universalità e Sacralità di Roma”. Siamo ben consapevoli che tale terminologia possa risultare poco gradita sia ai vari vassalli & valvassori del nuovo mondialismo, sia ai vari sacerdoti predicatori di un distorto ecumenismo (a volte non ben comprensibile), sia alle neo sacerdotesse che storpiano al femminile sostantivi della lingua italiana per indicare il ruolo delle loro cariche istituzionali (vds. la “sindaca” di Roma Virginia Raggi, o la ex “presidentessa” di Montecitorio Laura Boldrini)… insomma a tutti gli ambienti del radical chic, del politically correct, del pensiero unico dominante.
L’Italia non è un paese che vieta alcun diritto a chiunque vi risieda, con o senza il dovuto rispetto delle leggi e dei regolamenti (salvo poi assistere a “fatti”, come quello di Macerata!) o relega gli stranieri in campi di concentramento. È pur vero che esistono i “centri di prima accoglienza”, contestati e contestabili per le condizioni umane di vita, nonché per la qualità della stessa al loro interno. Ciò, comunque, prescinde da una prigionia imposta in base ad un’ esclusione razziale, ma dipendente da risorse ed organizzazione che in diversi casi, nonostante il grande impegno di quanti prestano SOCCORSO, non sono probabilmente all’altezza di soddisfare l’enorme emergenza da affrontare sul campo.
Diciamolo a chiare lettere: tutta questa querelle su l’Italia razzista e su un Governo vomitevole sono le repliche non veritiere di una propaganda buonista e di una ignoranza profonda, molto diffusa tra certi ambienti francesi, oggi ben rappresentati da Emannuel Macron, mentalmente molto più simile a Nicolas Sarkozy, Asterix, Obelix e Soci, che non a CHARLES DE GAULLE o a JEANNE D’ARC. Vi sono molte persone, di colore o appartenenti ad altri ceppi etnici perfettamente integrate nella nostra società e d’altro canto vi sono molti nostri connazionali, a torto o ragione detenuti in custodia cautelare preventiva, si passi il paragone, che vivono in condizioni ignobili. Ora sarà che siamo razzisti nell’intimo anche contro noi stessi? Oppure siamo di fronte forse ad una quantità di casi umani (e drammatici), in situazioni similari o diversificate, per cui non si deve né si può fare di tutta un’erba un fascio.
Se fosse per questo, ebbene, l’Italia potrebbe essere considerata un paese razzista, ma di un’altra forma di razzismo, probabilmente contro i poveri, le classi sociali più deboli, gli anziani ed i vecchi… sì, proprio i vecchi, costretti fuori dalla società perché non più utili; l’Italia è un paese razzista contro i deboli, i disabili, le barriere architettoniche, contro coloro non meritevoli di considerazione alcuna, non essendo consumatori di quei prodotti od utilizzatori di quei servizi che le “Leggi di Mercato” e le Multinazionali, spesso gestite da una finanza apolide, impongono come uno stile di vita.
L’ITALIA È UN PAESE RAZZISTA, SI MA AL CONTRARIO! Ed allora, per una volta, finalmente tuoniamo contro lo scempio di carne umana spedita al macello, con l’avallo dei potenti di turno e pretendiamo l’intervento ed il sostegno dell’ EUROPA, un’assunzione di responsabilità di una Comunità fantoccio; se davvero dobbiamo proseguire ad essere “Buoni e Caritatevoli” con il prossimo, applichiamo un po’ di buon senso fuori dalle maschere del momento e dalle circostanze che ci fanno comodo.
L’ITALIA NON È UN PAESE RAZZISTA, non vigono leggi contro alcuno, la nostra costituzione prevede l’integrazione e la parità di razza, sesso e religione, ma ciò non significa che un omosessuale, cattolico o islamico che sia, bianco o negro, possa andare in giro armato di kalashnitov a commettere reati ed omicidi in nome di un qualsiasi Dio, Divinità od Ideologia.
L’Italia non è un paese che ha messo in moto un embargo contro nessuno; è solo un paese saturo, colmo e strapieno, che non può più fronteggiare e sostenere una situazione pesante, mentre gli altri paesi europei stanno solo in finestra, come appare agli occhi di chi vive la realtà quotidianamente fuori casa.
L’Italia è un paese ove i Media e la “Stampa blasonata”, sia quella indipendente, sia quella schierata, sono liberi – forse anche troppo, in qualche caso – di dire e contraddire tutto ed il contrario di tutto… come ad esempio poter definire George Soros un filantropo ! (TG3 serale, circa una settimana fa). L’ Italia è un paese di opinionisti, espertoni e professoroni, di trasmissioni radio-televisive e talk show, ove tutti esprimono le loro convinzioni, così come noi – sulla Consul Press – esprimiamo le nostre, che piacciano o meno: L’ITALIA NON È UN PAESE RAZZISTA, cari radical chic, tutti ammantati di umanitarismo… tipo Pier Paolo Cento, Fabio Fazio e Beppe Severgnini, o Emma Bonino, Laura Boldrini e Luciana Littizzetto! Purtroppo l’ Italia è un paese tremendamente radical chic !
Cristian Arni e Giuliano Marchetti