La realtà profonda del Battesimo
La festa liturgica del Battesimo del Signore è un’occasione per considerare la differenza tra il battesimo da lui ricevuto sulle rive del fiume Giordano da San Giovanni Battista che era un battesimo di purificazione, rispetto al sacramento del battesimo, che è un sacramento dell’iniziazione alla fede.
Benedetto XVI ne spiega con parole illuminate la realtà profonda. E comincia riportando le ultime parole di Gesù ai suoi discepoli «Andate dunque e fate discepoli tutti i popoli, battezzandoli nel nome del Padre e del Figlio dello Spirito Santo» (Mt 28,16-20).
Innanzitutto il Papa sottolinea come Gesù dica di battezzare “nel” nome e non “in” nome della Trinità ad indicare una immersione dell’essere dell’uomo nell’essere di Dio. Come Egli dice nel Vangelo, Dio è un Dio non dei morti ma dei vivi: il suo essere diviene l’essere dell’uomo, il suo nome diventa il nome dell’uomo che da quel momento ne è testimone.
La prima conseguenza dell’essere battezzati è dunque essere immersi in Dio stesso, uniti a lui in un’unica nuova esistenza: Dio diviene centrale nella vita dell’uomo, non è una stella lontana.
La seconda conseguenza è che divenire cristiani è un’azione di Dio nei confronti dell’uomo, Dio è il soggetto attivo che prende l’uomo per mano; alla iniziativa divina segue poi l’adesione umana. Facendo un parallelismo con il venire all’esistenza per cui nessuno si dà la vita da sé ma questa gli viene donata, così anche l’essere cristiano, la vita divina, viene offerta da Dio all’uomo.
Una terza conseguenza è che l’essere immersi in Dio unisce l’uomo a tutti coloro che sono in Dio: il battezzato non è isolato ma vive nella comunione, nell’unità e solidarietà di tutti coloro che partecipano della vita divina, del corpo mistico di Cristo.
Una ulteriore considerazione è che l’uomo immerso in Dio, è immerso anche nella sua immortalità: il battesimo è il primo passo per entrare nella resurrezione, nella vita immortale.
Per far capire ancora più profondamente cosa sia il battesimo, Benedetto XVI analizza il rito sacramentale. Gli elementi che lo compongono sono due: la materia ossia l’acqua e la parola.
La materia è importante in tutti i sacramenti della Chiesa perché è il segno che il cristianesimo non è una realtà solamente spirituale ma anche in qualche modo cosmica: Dio è creatore di tutta la materia, Dio inserisce l’uomo in tutta la realtà del cosmo perchè la fede non è realtà solamente spirituale.
Il secondo elemento che compone il sacramento del battesimo è la parola che si presenta in tre elementi: rinunce, promesse, e invocazioni, che devono durare per tutta la vita, devono essere realizzate nell’arco della vita e non solo nel momento in cui dichiarate durante l’atto battesimale.
Per quanto riguarda la parola, iniziamo dalle rinunce che sono tre. La prima rinuncia è quella al peccato per vivere nella libertà dei figli di Dio. Oggi il termine peccato appare ridicolo hai più come si la grandezza di Dio lo prendessi in qualche modo disinteressato a ciò che l’uomo compie.
Libertà e vita cristiana sono posti in antitesi come se essere cristiano comporta una schiavitù e per essere liberi bisogna emanciparsi da Dio. In realtà però Dio ha dimostrato la sua vulnerabilità, il suo interesse per l’uomo; agire contro il suo amore comporta alla fine un agire contro se stessi. Emancipandosi da Dio, la libertà è solo apparente perché diviene schiavitù delle tante dittature del tempo.
La seconda rinuncia riguarda le seduzioni del male cioè non lasciarsi dominare dall’apparente bellezza di una cultura della menzogna che cerca solo il benessere materiale, vive di calunnia, di distruzione, non cerca il bene, è una cultura che utilizza la morale come moralismo cioè come una maschera per confondere e nella confusione si impone. La seconda rinuncia è quindi un’opposizione da realizzare ogni giorno della vita anche con sacrificio alla cultura del dominio.
La terza è la rinuncia a Satana: è dunque un sì a Dio, al bene, all’amore, alla verità.
Anche le affermazioni sono tre: credere nel Dio che è Padre Onnipotente Creatore, credere in Gesù Cristo che è salvatore e nello Spirito Santo che santifica; vuol dire affermare di credere a tutta l’azione di Dio nella storia.
La formula positiva del battesimo è un dialogo tra Dio e l’uomo, non semplicemente una formula da recitare, è la confessione della fede. È solo una verità capita, accettata può essere vissuta in pienezza.
Per quanto riguarda la materia, l’acqua, essa ha due significati: da una parte fa pensare al Mar Rosso e quindi in qualche modo alla morte. Si ripresenta qui la forza della morte ossia la necessità di morire per giungere a una nuova vita. Il battesimo è sì lavaggio ma anche morte, morte di una certa esistenza e risurrezione a nuova vita.
Questa è la profondità dell’essere cristiano, non qualcosa che si aggiunge ma una nuova nascita dopo aver attraversato il Mar Rosso. Il mare dell’Antico Testamento è divenuto la Croce nel Nuovo Testamento sulla quale si muore a un certo tipo di vita.
Dall’altra parte l’acqua fa pensare alla fonte, all’origine della vita. Oltre al simbolismo della morte c’è nel battesimo anche il simbolismo della nuova vita perché ogni nuova vita viene dall’acqua.
L’ultima considerazione di Benedetto XVI relativa al battesimo è se sia giusto battezzare i bambini o se invece non sarebbe meglio un cammino catecumenale personale per arrivare ad un battesimo veramente realizzato; se non sia in qualche modo una imposizione.
Il Papa fa un parallelismo tra la vita che viene donata all’uomo senza che sia lui a sceglierlo e il battesimo che fa nascere ad una nuova vita, e che dà senso ad un venire al mondo con una garanzia di bontà dell’esistenza e con la garanzia di una protezione di Dio. Il vero dono insieme alla vita è anche l’anticipazione del suo senso; il battesimo come garanzia del bene di Dio, come anticipazione del senso del di Dio che protegge questa vita giustifica anche l’anticipazione del battesimo dei bambini.
Veronica Tulli
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Battesimo, fede, iniziazione, morte, peccato, resurrezione, sacramento, Trinità