Martedì 25 Marzo presso la PONTIFICIA ACADEMIA MARIANA INTERNATIONALIS
a Roma in via Merulana 124/b, con inizio ore 15,30, avrà luogo una
Giornata di Studi sulla REGINA ELENA di SAVOIA – Seconda Sovrana d’ITALIA
JELENA Petrovic Njegos, nata l’8 gennaio 1873 – Cristiana Ortodossa della Famiglia Reale del Montenegro – aveva abbracciato la Fede Cattolica unendosi in matrimonio con l’allora Principe Ereditario d’Italia il 24.10.1896 in Roma nella Basilica di S. Maria degli Angeli, divenendo poi la Regina Elena di Savoia, Seconda Sovrana d’Italia moglie di Vittorio Emanuele III, salito al Trono dopo il 29 luglio 1900 (data del regicidio del Padre Umberto I), regnando sino al 9.5.1946 – data della sua abdicazione.
Una moglie devota che ha vissuto sempre intensamente la propria religiosità durante la sua esistenza terrena, condotta sempre con riservatezza e massima attenzione verso i disagiati, i malati ed i sofferenti; una esistenza conclusasi – dopo la morte del Re ad Alessandria d’Egitto il 28.12.1947 – nel 1952 in esilio in Francia a Montpellier, ove la ex Regina Elena aveva scoperto di essere malata di cancro.
Nel 2001, proprio a Montpellier, dall’allora Arcivescovo Jean-Pierre Ricard (poi Cardinale), la Regina Elena è stata riconosciuta “Serva di Dio” – passaggio iniziale per la sua beatificazione – grazie ai propri meriti e proprie virtù.
Già nel 1937, la Regina Elena venne insignita dal Pontefice Pio XI con la “Rosa d’Oro per la Cristianità”, meritandosi altresì il conferimento di una Laurea honoris causa nel 1941 per il suo impegno a favore dei malati, in particolare quelli oncologici, dopo aver fortemente contribuito per la realizzazione dell’Istituto per lo Studio e Cura dei Tumori, inaugurato in Roma nel 1933 nelle adiacenze del Policlinico Umberto I e trasferito circa 70 anni dopo in una moderna struttura a Mostacciano che, ancora oggi, esalta il suo Nome.
Sempre in ambito medico ed ospedaliero, alla Regina Elena va riconosciuta la realizzazione della prima Scuola Specialistica per Infermiere, le iniziative per la cura dell’encefalite letargica utilizzando anche la propria esperienza sulle proprietà terapeutiche della veratropa (alias belladonna), il suo grande sostegno alla ricerca medica ed all’approccio umano degli operatori sanitari verso i pazienti, nonché la sua opera di assistenza ai feriti e di vicinanza alle vittime dei due conflitti mondiali che coinvolsero l’Italia nel secolo scorso.
Riteniamo sia doveroso evidenziare come, durante la Prima Guerra Mondiale, la Regina Elena divenne una infermiera a tempo pieno trasformando, con l’aiuto della Regina Madre, sia il Quirinale sia Villa Margherita in Ospedali per la cura dei soldati e dei civili feriti; così come nel 1935 – quando l’Italia venne colpita dalle “inique sanzioni”, durante la Guerra d’Etiopia – aderì nella domenica del 18 dicembre all’offerta delle fedi nuziali per la Patria.
Così come manifestò una grande indignazione per l’arresto del Duce avvenuto nella Residenza Reale definendolo un atto indegno per un Sovrano, che suo padre Nicola non avrebbe mai consentito in ossequio alla “sacralità dell’Ospite” secondo la tradizione montenegrina (… ed anche della “Tradizione dell’Antica Roma” – n.d.r.).
Notevole è il rinnovato impegno del “Comitato Promotore“ per la causa di beatificazione e, al riguardo, la nostra Redazione desidera rammentare alcune precisazioni dello stesso Presidente Luciano Regolo, noto giornalista e scrittore, riguardanti proprio la Regina, che “Nel 1939, ispirandosi al precedente dinastico della Pace delle Dame (1529) con protagoniste Maria Luisa di Savoia e Margherita d’Asburgo, compose un appello da rivolgere alle Regine dei Paesi neutrali, per scongiurarne l’ingresso nel secondo conflitto mondiale, con parole che risuonano di grande attualità nello scenario internazionale odierno“.
…”L’esempio di Jelena è fulgido soprattutto nell’intimità, in ciò che meno si conosce di lei, come quando poco prima della sua morte volle visitare la Grotta di Lourdes, e chiese al suo seguito di non pregare la Madonna per la sua guarigione ma per tutte le anime sofferenti e in modo particolare per le madri che avevano perso dei figli durante la guerra, dolore atroce che lei aveva vissuto in prima persona perdendo nel 1944 Mafalda, la secondogenita, nel campo di concentramento di Buchenwald. O come quando dissuase la domestica a rivelare la sua identità mentre attendeva di essere visitata in un ospedale francese poiché non voleva “sorpassare” chi aspettava prima di lei”.
NOTE A MARGINE
In ambito di “Beatificazioni”, si desidera evidenziare che la Consul-Press già più volte ha dedicato una dovuta attenzione a tale argomento, trattando anche recentemente alcuni casi che meritano particolare rilievo e precisamente:
18.03.2025 – La Beatificazione del V.Brigadiere dei Carabinieri Salvo D’Acquisto
31.10.2024 – La Beatificazione del Generale dei Granatieri Gianfranco M. Chiti
17.05.2020 – Nel I° Centenario della nascita del Papa Santo con la Croce e la Spada