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La svastica sul sole

Philip Kindred Dick

L’autore di Ubik, il disco di fiamma le tre stimmate di Palmer Eldritch
e di altri libri che hanno fatto la storia della fantascienza.

 

Ritiratosi nel 1950 dall’ università di Berkeley, in contrasto con il ROTC, addestramento universitario obbligatorio come ufficiale di leva mentre era in corso la guerra in Corea, una scelta che lo portò ad avere problemi con il Maccartismo, vigente  in quegli anni. Matrimoni fallimentari lo portarono a sposarsi quattro volte. Vorace consumatore di anfetamine somministrate dallo psichiatra che gli diagnosticò una lieve forma di schizofrenia, fini a causa di una forte depressione e abuso di psicofarmaci in una clinica di disintossicazione per tossicodipendenti. Tentò più volte il suicidio, sopravvivendo ogni volta. Anche il 2 Marzo del 1974, quando ingerì 49 tavolette di digitalina, sonnifero, mezza bottiglia di vino, si tagliò i polsi e si mise in macchina chiuso in garage con il motore acceso. Era ossessionato dalla sorella gemella morta a pochi mesi dalla nascita, tanto che si fece seppellire vicino alla sua tomba. Probabili tentativi di spionaggio da parte dell’FBI e CIA, sue le dichiarazioni di sconosciuti che entravano nella sua casa. Disse di avere avuto episodi anamnesi, memorie di vite precedenti. Di essere attraversato da raggi rosa degli alieni che definiva angeli. Raggi che ogni volta lo evolvevano facendogli persino salvare il figlio da un male non diagnosticato.
Credeva che i sovietici controllassero tramite satelliti le coscienze dei cittadini statunitensi; tramite il sistema di divinazione cinese I Ching arrivò alla conclusione che la Germania nazista aveva vinto la guerra e che la realtà era solo illusoria. In vita fu etichettato come pazzo, drogato e visionario. Il periodo dell’uso delle anfetamine gli procurò l’energia necessaria per farlo scrivere tanto, una media di 7 libri all’anno, in modo da potersi mantenere al limite portando avanti la sua passione non redditizia di scrittore di fantascienza. Il successo arrivò soltanto pochi mesi prima della morte, nel 1982, quando il suo romanzo del 1968 “ Ma gli androidi sognano pecore elettriche ? “  ispirò il film Blade Runner.

Philip Kindred Dick dopo la morte venne considerato uno scrittore di culto, ebbe notevole successo in tutto il mondo, soprattutto in Francia e in Italia. Per la sua formazione di Berkeley e per il contenuto delle sue opere non fu nemmeno considerato uno scrittore di fantascienza, ma l’ultimo dei filosofi. I 42 romanzi e 112 racconti di Dick sono oggi elemento di studio per scienziati e filosofi, soprattutto il romanzo Ubik. Ricercatori del Memphis FedEx Insitute of Technology supportati dall’Hanson Robotics e dall’Automation and Robotics Research Institute (ARRI), realizzarono nel 2005 un robot con le sue fattezze.

Dopo Blade Runner dalle sue opere furono adattati cinematograficamente:
Atto di forza, Confessions d’un Barjo, Screamers-Urla dallo spazio, Impostor, Minority Report, Paycheck, A Scanner Darkly-Un oscuro scrutare, Next, Radio Free Albemuth, I guardiani del destino, Total Recall, il cortometraggio Strani ricordi morte, le serie tv The Man in the High Castle, Minority Report, Philip Dick’s Eletric Dreams
Ispirò alcune scene anche di film come Terminator, The Truman Show, eXistenZ, Waking Life, Matrix, Inception, The Island, Apri gli occhi e Dark City.

Nelle sue straordinarie opere ci sono elementi ricorrenti della sua vita e delle sue credenze: androidi più umani degli stessi umani, tradimenti matrimoniali da parte di uomini, protagonisti ritenuti folli o drogati, nazismo, guerra, stato di polizia, la ragazza dai capelli scuri, persone che portano ciondoli con il simbolo cristiano dei pesci, e soprattutto Dio e la religione, motivo di inspirazione negli ultimi lavori. Completò la Trilogia di Valis ( acronimo di Vast Active Living Intelligence System ). Un lavoro basato su scritti gnostici, vangeli apocrifi e opere di Platone per descrivere la matrix divina come sistema computerizzato universale. Quasi tutte le esegesi di Philip Dick sono da poco state pubblicate.

Ha anticipato la moda punk degli anni ’70 descrivendola negli anni ’50, per certi versi il suo racconto “Modello 2 “ (adattato cinematograficamente come Screamers- Urla dello spazio) anticipò gli scenari del sottogenere della fantascienza chiamato Cyber-punk.

Philip K. Dick era indubbiamente un’artista innovatore, sensibile come sono gli artisti con le loro debolezze ma era anche un filosofo e uno scrittore che ha riscattato in prossimità della morte il suo pensiero, giocando con una fantascienza ormai sempre più vicina alla realtà, chiedendosi continuamente cosa fosse reale e cosa invece irreale. 
Ogni giorno i suoi scritti prendono piede, inspirano qualcuno, sono vivi e reali più degli smartphone continuamente smanettati da milioni di persone in tutto il mondo.

Per certi aspetti Philip K. Dick è ancora vivo. Gli scritti di colui il quale è stato considerato un pazzo, un visionario, un drogato, sono elementi di studio. I film tratti dalle sue opere incassano milioni. L’ultimo dei filosofi ci ha lasciato una grande eredità, in un mondo in cui la scienza sembra essere soffocata dalla tecnologia.

                                                                                                                                                 om  Enrico Paniccia

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