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La trilogia “Gesù di Nazareth” di Joseph Ratzinger, personale cammino interiore di ricerca del volto di Cristo

Joseph Ratzinger nella sua vita è stato autore di un’immensa produzione letteraria. Ha scritto decine di volumi di teologia, saggi, un’autobiografia, diversi libri-intervista, articoli. Ma suo progetto ambizioso era la rilettura del Vangelo colmando la distanza tra il Gesù storico e il Gesù della Fede, insegnato dalla Chiesa. Ha dedicato 9 anni, tra i ritagli di tempo e i periodi di vacanza, per realizzare questo suo desiderio. La vita di Gesù in tre volumi, tutti sotto il titolo Gesù di Nazareth. Il primo, pubblicato nell’aprile del 2007, spazia dal battesimo alla trasfigurazione. Il secondo nel marzo del 2011, dall’ingresso in Gerusalemme fino alla risurrezione. Il terzo, l’infanzia di Gesù, nel novembre del 2012, tre mesi prima della sorprendente rinuncia.

La doppia firma: Joseph Ratzinger/Benedetto XVI

Il papa emerito é stato davvero tenace nello scriverli tutti e tre. Nella prefazione del primo volume, dopo aver avvisato il lettore della sua intenzione di completare l’opera, ironizzava sulla concreta possibilità, considerando la sua avanzata età. Con signorilità ha riportato la duplice firma dell’Autore. Infatti si è presentato come Joseph Ratzinger oltre che come Benedetto XVI. In tal modo ha sottolineato che quanto scritto non era un atto di magistero ma il punto di vista del “credente Joseph Ratzinger”.

Egli stesso ha definito la trilogia un suo cammino interiore, una sua personale ricerca del volto del Signore. Per questo lo stile e il linguaggio sono quelli del professore che argomenta le sue tesi, esponendosi alle critiche legittime.

Da sempre innamorato di Gesù, Ratzinger, chiaro e rigoroso è andato all’essenza del cristianesimo. E poiché di Gesù si sa poco, se non l’immagine plasmata dalla fede nell’insieme delle figure contraddittorie ricostruite dagli esegeti, l’Autore ha voluto presentare il Gesù dei Vangeli. Ha voluto scrivere una cristologia dal basso, come ha lui stesso definito questa sua sintesi tra il Gesù della storia e il Cristo della Fede.

Dal battesimo alla trasfigurazione

Il primo libro tratta della vita pubblica di Gesù, dal battesimo alla trasfigurazione, nel tentativo di presentare il Gesù dei Vangeli come il Gesù reale, il Gesù storico. Perché proprio questo Gesù dei Vangeli è una figura storicamente sensata e convincente. Se Gesù era così come lo presentano i Vangeli, egli è coerente e credibile come figura?

Secondo la testimonianza personale di Papa Benedetto, uno degli impulsi a scrivere questo libro è stato l’incontro con il libro dell’erudito ebreo Jacob Neusner Disputa immaginaria tra un rabbino e Gesù. Neusner si è inserito tra gli ascoltatori del Discorso della montagna e ha poi cercato di colloquiare con Gesù. Questa disputa è stata condotta con rispetto e franchezza fra un ebreo credente e Gesù, il figlio di Abramo. E ha aperto gli occhi di Ratzinger sulla grandezza della Parola di Gesù e sulla scelta di fronte alla quale ci pone il Vangelo.

Così anche lui è entrato da cristiano nella conversazione del rabbino con Gesù. Partendo da essa ha voluto comprendere meglio “ciò che è autenticamente ebraico e ciò che costituisce il mistero di Gesù“. In fondo tutto il libro di Benedetto XVI è un unico tentativo di comprovare la “coerenza” della figura di Gesù, come dell’Unico che sia in un assoluto rapporto immediato con Dio.

Dall’ingresso in Gerusalemme fino alla risurrezione

Il secondo volume comprende l’arco spirituale-cronologico delle narrazioni fondamentali della vita di Gesù e analizza questioni teologiche dai significati antropologici e metafisici decisivi. Esamina l’ingresso a Gerusalemme, il discorso nel Tempio, la Lavanda dei piedi, la Preghiera sacerdotale durante l’Ultima Cena, il Getsemani, il Processo, la Crocifissione e successiva Deposizione nel sepolcro e infine la Risurrezione.

L’Autore si chiede che cosa possiamo aspettarci dalla ricerca storica e che cosa invece dobbiamo lasciare alla fede nel momento in cui la certezza ha raggiunto i suoi limiti. Le convinzioni di fondo della fede sono storicamente possibili e credibili anche di fronte alla serietà delle attuali conoscenze esegetiche? Molti particolari possono rimanere aperti.

Ma il factum est del Prologo di Giovanni vale come categoria cristiana fondamentale non soltanto per l’Incarnazione come tale. Deve essere rivendicato anche per l’Ultima Cena, per la Croce e la Risurrezione. L’Incarnazione di Gesù è ordinata al sacrificio di se stesso per gli uomini e questo alla Risurrezione, altrimenti il cristianesimo non sarebbe vero.

L’infanzia di Gesù

Il terzo libro è dedicato all’infanzia e alla vita nascosta di Gesù nei racconti di Matteo e Luca, domandandosi quale valore storico essi abbiano. Sono racconti fittizi, leggende attualizzanti ed edificanti o resoconti circa fatti storici? Nei racconti dell’infanzia si possono riconoscere diversi generi letterari. Non sono ricordi dei primi anni di vita di una persona che da adulta sarà importante, ma sono intimamente intrecciati con l’annuncio di Gesù Cristo Figlio di Dio. Rappresentano il passaggio dall’Antico al Nuovo Testamento. L’Autore analizza l’annuncio della nascita del Battista e di Gesù, la nascita a Betlemme e la sua Presentazione al Tempio, i Magi d’oriente e la fuga in Egitto e infine il Ritrovamento di Gesù dodicenne nel Tempio.

Il metodo storico – critico

Ratzinger ha definito irrinunciabile il metodo storico–critico, in particolare per una religione che fa entrare Dio nella storia, la presenza dell’eterno nella temporalità. La stessa resurrezione, pur sfondando il tempo, appartiene alla storia.

Ma il metodo storico ha un limite: non può dimostrare che Gesù è il Figlio di Dio. Questo metodo fa in modo che storicamente ci sia la possibilità di toccare con mano che la fede non è impossibile. Ciò comporta che il metodo storico non può dimostrare una verità ma è fondamentale per avvicinarsi a questa.

Per questo motivo Ratzinger chiede “simpatia” a chi leggerà, vale a dire che chiede di posizionarsi sulla medesima lunghezza d’onda con cui lui ha scritto.

Il Gesù dei Vangeli è il Cristo della Fede

Al credente che gode della luce della fede in Cristo ma sperimenta l’oscurità del dubbio, rimane la domanda di Giuda Taddeo a Gesù: “Signore, come è accaduto che devi manifestarti a noi e non al Mondo?”

Ebbene a questa domanda risponde Ratzinger: “È proprio del mistero di Dio agire in modo sommesso. Solo pian piano Egli costruisce nella grande storia dell’umanità la sua storia. Diventa uomo ma in modo da poter essere ignorato dai contemporanei, dalle forze autorevoli della storia. Patisce e muore e, come Risorto, vuole arrivare all’umanità soltanto attraverso la fede dei suoi ai quali si manifesta. Di continuo Egli bussa sommessamente alle porte dei nostri cuori e, se gli apriamo, lentamente ci rende capaci di “vedere”.

E tuttavia – non è forse proprio questo lo stile divino? Non sopraffare con la potenza esteriore, ma dare libertà, donare e suscitare amore. E ciò che apparentemente è così piccolo non è forse – pensandoci bene – la cosa veramente grande? Non emana forse da Gesù un raggio di luce che cresce lungo i secoli, un raggio che non poteva provenire da nessun semplice essere umano, un raggio mediante il quale entra veramente nel mondo lo splendore della luce di Dio?”.

Foto © Centro Culturale PaoloVI APS, Interris.it, Toscana Oggi                © Veronica Tulli