La valanga “verde” non si ferma
MOLTE REGIONI SONO SEMPRE PIU’ VERDI ……
E C’E’ DA AUSPICARSI SEMPRE PIU’ TRICOLORI
Salvini l’istrionico anticipa tutti ed alle 24:30 prima ancora della diffusione di dati ufficiali commenta con toni distesi il risultato delle urne Emiliane e con naturalezza offre apertura ai compagni di coalizione.
Non si pente di nulla, afferma, di questa campagna elettorale rifarebbe tutto.
È evidente che il leader della Lega abbia già interiorizzato il risultato del voto Emiliano Romagnolo, che sembra suoni come una sconfitta, ma solo perché troppo personificato, vizietto già costato caro ad un altro Matteo.
A livello politico invece non si può definire una sconfitta, ma un’ottima conferma di essere il primo indiscusso partito del Paese, scelto per il 31,95% anche in una regione rossa come l’Emilia Romagna.
La fortuna di Salvini sta nel fatto che ancora oggi venga sottovalutato. Nessuno degli avversari politici e forse nemmeno gli alleati riescono a cogliere il suo “doppio livello”, Matteo Salvini è si quello del citofono al Pilastro, ma è anche quello che – 29 minuti dopo la chiusura dei seggi – spiazza tutti imprimendo la propria faccia, davanti ai microfoni nazionali e, mentre pronuncia parole sobrie ed equilibrate, si scorge evidente che il suo pensiero è già sul prossimo obiettivo politico.
L’euforia del PD per la vittoria in Emilia Romagna, denota la loro sempre più marcata lontananza dalla realtà, dal tessuto sociale, dal malessere del popolo. Confermano l’Emilia si, ma non sembrano accorgersi di aver perso ed anche pesantemente, un’altra regione, la Calabria con quasi 25 punti percentuali di distacco.
Partiti, giornali, puntano il dito su Salvini, sul citofono, sul papeete, sui mojito, ed a detta loro sui modi aggressivi di comunicazione, sullo sdoganamento razzista e fascista. Intanto Matteo conquista un comune dopo l’altro, una provincia dopo l’altra, una regione dopo l’altra, costruendo così un consenso che negli ultimi 20 anni (o forse più ) nessuno era mai riuscito ad avere.
Berlusconi vinceva le politiche si, ma le regioni, le province o i comuni per la maggiore rimanevano a sinistra.
Ora il tessuto locale, territoriale ed infine regione portano i colori della Lega.
Infine Matteo Salvini è riuscito a distruggere il terzo polo, a farlo evaporare, a rendere nulle tutte le scissioni, tornando così di fatto ad un bipolarismo puro.
Fra maggio e giugno si voterà anche per le regioni di altre roccaforti del PD come Campania, Marche, Puglia e Toscana che rischiano di essere espugnate; per la Lega invece servirà la conferma pressoché scontata della regione Veneto e della Liguria.
ANDREA TORRACCA